Le signore dalle camelie

Le signore dalle camelie Le signore dalle camelie Era quello il mio primo viaggio nell'Africa Settentriouaie. Fino allora, vi. confesso, avevo creduto che i berberi uomini e donne, fossero molto gelosi. Quindi, la mia meraviglia fu grande all'affermazione di Lumignon, 10 strambo individuo da me incontrato nel villaggio troglodita, che le berbere del villaggio non lo erano affatto. — Questione di carattere? — chiesi —Più che di carattere, di abitudine e di costumi. E il merito spetta alla -poligamia che ha ucciso in queste donne 11 senso del possesso, il possesso considerato non 9otlo l'aspetto sessuale, ma sotto "lo di un bene riservato ed assoluto. E', d'altronde, l'unico merito della poligamia, perchè, come contropartita, essa costringe a sopportare non una, ma più donne. Il che, ne converrete, non è semplice... E Lumignon sorrise con uno strano movimento delle labbra, che accrebbe quella sua buffa rassomiglianza con. la cornacchia. Per gli uomini del villaggio, tuttavia, la poigamia possedeva un altro merito e, cioè, permetteva loro di poltrire. Ogni uctoro, difatti, disponeva di un paio di mogli, che sfaticavano volentieri dall'alba al tramonto sotto il suo sguardo assente e non dicevano nulla, anzi apparivano soddisfatte anche se lui sq ne andava a cogliere frutti anche fuori del proprio giardino. La sera stessa del mio arrivo, prima che facesse notte, si formarono nello spiazzo davanti all'entrata delle gallerie diversi gruppi femminili ed in ogni gruppo si svolse un'identica scena: Una specie di vestizione di una donna da parte delle altre. Queste le pettinavano i capelli, le annerivano le ciglia e le sopracciglia con il khol, le diping^ano le unghie dei piedi con Yhenné. Senza che Lumignon mi dicesse qualcosa, capii che quell'era ia prescelta per la notte, colei che avrebbe avuto l'onore di giacere col marito. La mattina dopo, mi risvegliarono grida insolite. Tutta l'umanità mascolina del villaggio era in movimento. — Arrivano le Ulcd Nail! mtzfdlvsoclccnrc- — mi annunziò Lumignon - Le Uled Nati sono le « si- gnore dalle camelie » del doi serto. Ma, diversamente da quanto avviene tra noi, esse godono di un sacro rispetto. dllrtcatifptltszlecdcncvsSono, difatti, le antiche sa cerdotesse dell'amore. Io avevo già sentito parlare di queste distinte signore e non mi dispiacque di poter le ammirare da vicino. Arrivarono issate sovra dei cani nielli, all'ombra del bassur, il rud'mentale baldacchino che protegge le sahariane da! sole e dagli sguardi indiscreti. Vestivano leggere mussoline, sete trasparenti e cotoni dai colori sensazionali. Abbondanti collezioni numismatiche tintinnivano sulla loro fronte ed i tre regni dulia natura erano rappresentati da ossa di datteri, da conchiglie e da piccoli camaleonti che ballonzolavano dai capelli e dalle orecchie. Sul petto scendeva, orribile, una iucér-1 tola imbalsamata: l'nrnite, un formidabile porta-fortuna. Erano giovani e nient'affatto brutte. Il profilo appariva netto e regolare, la pelle lìscia e sgombra di rughe. Una strana tonalità che dava a' oro volto un'aria di maiolica lustra. Presso le Uled Nati, coriìe presso i Tuareg ed i Rpguibat, il blu è la tintarella di moda e si ottiene in modo semplice a mezzo di vesti il cui colore è invariabilmente blu e il cui valore non dipende dal tessuto e dalla materia, ma dafla tinta. Più questa si scolorisce e si perde, più saio preziosi. Avviene, così, che con gli anni il colore artificiale si sovrappone a quello naturale dell'epidermide, la sovrapposizione essendo facilitata dal fatto che nel deserto l'acqua scarseggia. Con non so quale intruglio, poi, quelle Uled Nati erano riuscite ad aggiungere al.a tintarella artificiale riflessi che sottolineavano maggiormente il fulgore degli occhi. Ma i loro occhi mi sembravano immensi anche a causa delle lunghe ciglia e, soprattutto, del cerchio di /,7io/ che si estendeva fin verso il rilievo degli zigomi leggermente asiatici. Erano occhi d'un blu rondine, tendenti al verde lucertola, del tutto. simHi a quelli di certi felini, le cui glauche fosforescenze illuminano le notti delle foreste tropicali. Ma, quella mattina,.più che gli uomini, le donne si diedero da fare onde preparare alle ospiti un ricevimento coi fiocchi. Con entusiasmo, con slancio, esse sgozzarono un paio di montoni, raccolsero rosmarini e mente e, per i mezzodì, fecero trovare pronta una di/fa colossale, ii pranzo di gala. Alla sera, poi, ci fu una riunione artistica e le donne del villaggio, almeno le più giovani e le più belle, vi presero parte non come, spettatrici, ma come attrici o, per essere più preciso, come comprimario. Conimeli lavano, difatti, in sordina fócon ia voce, con le faruja oLcoi tamburi le vecchie canzo- , . .. ■ ni sahariane, recitate a turno rl.illn TJled Vai! Queste lo ciane u tea vtau. queste "Jjdeclamavano con voce uguale, un po' acuta. Le loro dita lunghe e fini tagliavano l'aria, vi tracciavano gesti netti, la solcavano con morbide carezze ed evocavano insieme alla voce gli avvenimenti cantati d:i quelle poesie, la cui inspirazione primitiva, profonda e semplice, creò ben presto l'incantesimo, Le attitudini degli uomini, accoccolati attorno alle Uled Nati si trasformarono, guizzi nervosi solcarono le fronti in contrazioni subitanee, lampi violenti accesero le pupille. Gli era che, al di là d'ogni preciso significato, la poesia traduceva e riaccendeva il vecchio desiderio di ebbrezza dionisiaca che la razza possedeva e che le Uled Nati, più che le mogli legittime, sapevano risvegliare in quegli uomini. Venne la notte. E le musiche ed i qanti continuarono sotto le stelle così basse da parere gocce di rugiada. Poi, una Uled N'iti si alzò e scoili-parve con un uomo nelle gallerie. Un'altra la seguì poco dopo, pure accompagnata da un.uomo. E una terza ancora e una quarta ognuna accompagnata da un uomo. Non restarono sullo spiazzo, 6otto le stelle, che le mugli legittime. Che si radunarono a cerchio, una volta sole. E, mentre dalle gallerie arrivavano sosp;~i e lamenti, esse continuarono i loro canti lenti, sommelsi, ravvivati soltanto, di quando in quando, da colpi ritmati di tamburo. Continuarono, infaticabili, t'i- no all'alba. Paolo Zappa

Persone citate: Paolo Zappa

Luoghi citati: Africa Settentriouaie