Oltre la polemica

Oltre la polemica Oltre la polemica e ? n . i r r a l o o a a e d o i d , a n i l l i i e e a o a e i 8 a e o o o r o a r i a a o l e n a o a ? o. Il nuovo fascismo, rispondendo per primo all'appello della Patria, assumendone la difesa contro il tradimento monarchico e affermando la volontà di soluzioni radicali della questione sociale, ha posto, in termini che devono precisarsi nettamente, oltre a certe pregiudiziali polemiche, dei problemi di primaria importanza. Tali problemi investono sia i diretti e immediati interessi nazionali, sìa quelli più ampi e fluidi connessi alla questione del nuovo ordine europeo e mondiale. Tuttavia pregiudiziali polemiche legate a personalismi, e preconcetti storicamente superati hanno tentato troppo spesso di deviare le questioni e di provocare una errata impostazione di tali problemi e una conseguente loro errata interpretazione anche da parte delle masse. Cosi, falsate le visuali, rischia di decadere quell'interesse alla soluzione dei medesimi che deve esser invece centrato sulla loro essenza. Tali problemi si possono riassumere nelle due questioni più importanti: la questione della nuova costituzione dello stato italiano, e la questione sociale, o, più ampiamente, la questione rivoluzionaria. Queste due sono fra loro intimamente e indissolubilmente legate, cosi che vengono ad assumere un legame meno diretto e immediato, ma complesso e indissolubile, anche i vari problemi laterali e secondari che in esse confluiscono. Come Mazzini insegna, il principio repubblicano non si limita ad una mera questione di forma istituzionale antitetica in modo più o meno polemico all'istituto monarchico. Il principio repubblicano, per Mazzini e per noi che lo abbiamo assunto a maestro e capo ideale della nuova Italia, mira a risolvere nella politica e nella storia le varie esigenze dell'uomo nella sua interezza. Perciò principio repubblicano ed esigenze rivoluzionarie confluiscono in un unico alveo ideale e si risolvono reciprocamente. Ed è attraverso questa unità da molti ammessa solo in astratto senza accettarne però le conseguenze nella pratica, che il fascismo afferma ancora la sua novità. Il fascismo per il suo rifiuto a chiudersi in schemi dottrinali conclude nella sua continuità rivoluzionaria non solo quelle necessità di realismo storico, di opportunità contingente, di tempismo politico che, confrontate agli schemi elaborati con troppo zelo da dottrinari e teorici rivoluzionalmente amorfi e passivi, hanno provocato accuse di incoerenza e di empirismo, ma anche assimila e sviluppa esigenze ed esperienze varie di ndole più propriamente mora, le e spirituale, sia sorte entro di esso che provenienti dal di fuori e anche da parte avversaria. Se il tempismo e realismo storico valgono in relazione a interessi direttamente nazionali e sono quasi esclusivamente doti di Mussolini quale statista, l'assunzione e 10 sviluppo di esigenze ideali hanno un valore molto più ampio, superando i limiti degli interessi diretti della nazione che, pur nobili, sono interessi particolari nei confronti della universalità propria dell'idea rivoluzionaria, e si appoggiano, non solo a Mussolini come rivoluzionario, ma ad una minoranza rivoluzionaria, che de. ve esser continuamente selezionata, di uomini nuovi. Ora il fascismo, affermando 11 principio repubblicano e ponendo le basi per una rivoluzione soc.ale che col suo radicalismo ostile a compromessi servirà di esempio e di guida ai popoli, supera i limiti della opportunità politica. Le nostre esigenze particolari di italiani sono conseguenti a premesse universali di significato rivoluzionario, e non viceversa. E' urta realtà rivoluzionaria che si afferma interamente. E che in questa realtà rivoluzionaria si concretino e si sviluppino tanto, un senso realistico della storia quanto le esigenze e le esperienze più avanzate della politica sociale prova co. me la storia viva per lo sviluppo delle richieste umane e come queste a loro volta divengano storia solo quando si affermano con la violenza della rivoluzione. Molti degli errori del vecchio fascismo furono, per cosi dire, assimilati; conseguenti cioè a compromessi con realtà trovate sul suo cammino, determinati da opportunità po. litiche contingenti che poi si sono cristallizzate, ma pur con questi errori il fascismo giunse a dare forza e potenza all'Italia. Ma vi furono altri errori congeniti al fascismo stesso (come d'altra parte sono congeniti in ogni movimento rivoluzionario), e questi errori furono invece sempre di remora e di ostacolo tanto per il raggiungimento della grandez. za nazionale quanto per l'affermatone della potenza rivoluzionaria dell'Idea. Se al fascismo fosse fallito il colpo di stato del 28 ottobre 1922, realizzatosi nel compromesso con la monarchia, come fallì al nazionalsocialismo il colpo di stato di Monaco in accordo con Ludendorf ne! 1924, il fascismo avrebbe potuto attuare in se stesso, prima di impossessarsi del potere, quel processo di progressiva eliminazione endogena di impostazioni teoriche fallaci e di uomini, che è necessario ad ogni rivoluzione. Ma questa purificazione, con cui, eliminando gli errori congeniti, si poteva giungere ad una unità ideale capace di concretare nella pratica senza compromessi la rivoluzione, non fu possibile avvenisse prima del 25 luglio 1943, non solo a causa dell'ostacolo monarchico e costituzionale, ma a causa anche della resistenza di uomini e di posizioni ideologiche moralmente o storicamente superati. Solo ora tale processo può avorlustcoriscletisamnsimcpdlucrccmi èdndsadczlvzsntvrimtlqpdlsasonpsnvlMdlpspslp o o o o i a , a i , o i e i e i i e i a a e . o i a a e . a E o e e . e i i ti o, o. si n rso o ri il z. fio omoo n e! oiosdi e d aver liberamente inizio. Solo ora può iniziarsi la vera rivoluzione fascista. E qui pare resti ancora incertezza su che cosa sia e debba essere questa rivoluzione fascista. Dal -che è scaturito il noto pretesto polemico, pieno di ombre antipatiche, di un mussolinismo che sarebbe opposto al fascismo. La realtà è che l'unico uomo della classe dirigente, l'unico dei vecchi fascisti che si sia moralmente e rivoluzionalmente salvato è Mussolini. Anche perchè Mussolini non era proprio un uomo della classe dirigente ma piuttosto il rivoluzionario giunto al comando cui la "lasse dirigente doveva rispondere, e più ancora perchè Mussolini non è un « vecchio fascista». Egli è un uomo che, nonostante tutto e con i suoi probabili umani errori, è ancora all'avanguardia. Mussolini non è un uomo di partito. E' un italiano fanaticamente votato con tutle sue forze al servizio del paese ed è al tempo stesso un rivoluzionario che anche altri rivoluzionari si sentono di appoggiare e di servire perchè egli ha la forza di realizzare delle idee. In tal modo l'Italia può avere al suo servizio una rivoluzione, una forza cioè la cui capacità storica supera i limiti degli interessi nazionali. E' perciò moralmente giusto e storicamente inevitabile che il nuovo fascismo rifiuti legami sentimentali e impacci dottrinari del passato. Quanto è stato fatto per l'Italia non può esser negato, quanto è stato fatto per preparare la via alla rivoluzione deve esser superato dalla rivoluzione che si farà. Deriva cosi che di fronte all'impaccio di alcuni vecchi compagni entro schemi o situazioni superati, ove spesso non si riconosce neppure in qual grado i compromessi avessero tradito l'esigenza rivoluzionaria, ci siano ora vecchi avversari e nuovi rivoluzionari che danno il loro aiuto e la loro opera a Mussolini, non sempre per darli al fascismo, ma per darli alla rinascita della Patria o per il trionfo della rivoluzione sociale. Ma in conclusione è proprio cesi che il nuovo fascismo si forma. Cv 3l può raggiungersi quella sua sintesi che, superando pregiudiziali ideologiche, schemi dottrinari e residui morali, condensi in una unità ideale, stabile oltre la contingenza, le varie esigenze morali e rivoluzionarie sorte sia dentro che fuori l'esperienza fascista precedente al 25 luglio. E se, per il compito della rivoluzione, le esigenze più estreme giungono ad un incontro con la volontà fascista di giustizia sociale non si deve trascurare nemmeno, per fare un'ipotesi, la differenza fra bolscevismo quale idea politica e cioè idea morale e le esperienze comuniste di cui il feacismo può anche assimilare e sviluppare, migliorandoli e superandoli, taluni risultati validi attraverso la socializzazione. Nel processo selettivo e riassuntivo delle varie esperienze rivoluzionarie moderne nessuna esperienza deve esser rifiutata in omaggio à, vani preconcetti, tanto più ora che il comunismo, nella sua realizzazione russa, ha palesemente rivelato di essere, dietro -il trasparente velo dell'internazionalismo antistorico, lo strumento di un imperialismo barbarico per opprimere e sfruttare il lavoro e i lavoratori non russi. La rivoluzione sociale sviluppandosi in Italia può dare al nostro popolo quella fiaccola di iniziativa europea, che, insegna Mazzini, può realizzarsi solo come iniziativa rivoluzionaria. Si ricordi che esisteva una opposizione rivoluzionaria fascista in seno al vecchio regime. Ora tale opposizione, sfociando nell'azione, può condensare, assimilare, sviluppare e dirigere anche quelle esperienze e quelle esigenze che non sono nate dal fascismo. Per l'Italia e per la rivoluzione sociale le forze non mancano. Occorre nero che i problemi conseguenti a questo travaglio morale e politico non siano «visati da rigidità preconcette o da particolarismi fastidiosi. La repubblica (non per altro avremmo preso Mazzini a suo tutore ideale), deve essere il mezzo ottimo per realizzare la rivoluzione e per soddisfare la storia in una sintesi che realizzi l'unità morale del popolo italiano e ne formi il carattere. Sintesi ideale e rivoluzionaria, e non -.t union sacrée » dove la reazione pensi di marciare a braccetto con una rivoluzione ancora adattabile ai compromessi sulla via del connubio di interessi particolari con esigenze ideali che servano di paravento. Occorre evitare che la mancata realizzazione delle premesse rivoluzionarie provochi sfiducia sconsolata nelle possibilità di iniziativa civile degli italiani e porti nuovamente alla adesióne a quei sistemi di compromesso che ci hanno portato alla rovina. Per gli uomini nuovi e cioè per gli onesti e capaci creatori di storia c'è l'Italia da difendere e la rivoluzione sociale da fare. Non è poco, e se la polemica servirà sempre, perchè affermerà esigenze nuove e scoprirà altarini, non sarà mai restando irretiti in essa che 'i potrà costruire. Carlo de Roberto

Luoghi citati: Italia, Monaco