Il retroscena del ritiro del re nella risposa di Sforza a Churchill

Il retroscena del ritiro del re nella risposa di Sforza a Churchill Sul corpo martoriato dell' Italia Il retroscena del ritiro del re nella risposa di Sforza a Churchill Badoglio fu rovesciato dal Comitato di Liberazione Tangeri, 12 dicembre. -Il conte Sforza, secondo quanto t>v aj»p :nm ua noma, ha fatto ai giornalisti alcune dichiarazioni con le quali ha replicato aJle accuse mossegli da Churchill alla Camera dei Comuni. Per meglio comprendere 1 termini della polemica, occorre rifarsi ancora al discorso del Premier britannico e riprodurne i brani salienti nel loro testo. Dopo avere esposte 1p ragioni ne? le duali il Go-r^Tfe^^lne, Churchill ha detto: « Il conte Sforza aveva vissuto per venti anni in America. Egli ardeva dal desiderio di tornare in Italia. Noi non pensavamo che ciò sarebbe stata una buona cosa nelle condizioni caotiche e tumul-tuose in cui era stata lasciata l'Italia all'indomani della sua rivolta contro la Germania. Tuttavia il 23 settembre il conte Sforza inviò al Maresciallo Badoglio un messaggio, il cui contenuto, espresso anche in una lettera al signor Berle, era il seguente: «Leggo con estremo interesse la dichiarazione del Maresciallo Badoglio emanata il 16 settembre del 1943, nella quale precisa in modo inequi yocabUe che considera la scon-fitta dei tedeschi e la loro espulsione dall'Italia come il suo prime.dovere e ha solle- - citato tutti gli italiani ad essere compatti in questa lotta. Secondo me, diventa ora do¬ resciallo Badoglio sarà impecgnato in questo compito è sa- Fa gradito agli alleati nell'o-•peri di mettere le risorse mi- Poggiacela » pr?'- strare le armi tedesche e eie- ciare ogni soldato tedesco dal suolo italiano. Finché il Ma- lUari italiane a disposizione altale lotta, io considero crimi- naie fare, qualcosa per indebo- lire la sua posizione o ostaco-lare il suo lavoro di combat- tente per la liberazione del- l'Italia e del popolo italiano. 10 sono pronto ad offrire il mio pieno appoggio finché egli sarà in tale posizione, tanto più che questo è l'unico modo per distruggere gli ultimi resti criminali del Fascismo ». « Quando Sforza è passato da Londra — ha proseguito Churchill — io ero ansioso di accertare se questa era la sua sincera convinzione oppure no, a causa di qualcosa apparso in un giornale che era di tenore diverso. Noi avemmo una riunione alla quale 11 Segretario degli Esteri e sir Alexander Cadogan, dell'Ufficio degli Esteri, erano presenti. DeSSi tutta questa lettera insieme al conte Sfor- za e egli mi assicuro, alla pre- senza dei suddetti, che e?sa rispecchiava il suo più profon- do sentimento. Però, non ap- pena Sforza rientrò in Italia, inizió una serie di intrighi che sono terminati con l'espulsio-ne di Badoglio dalla carica. Molti possono essere stati lie- ti di ciò. ma non è questo il punto. Il punto è che egli ab- bia lasciato in un modo trop- po repentino e senza la mini- ma spiegazione l'importante auo compito; 3e ciò non fos- 8e così avvenuto, noi in quel tempo avremmo avuto la pos-sibilità, io credo, di convince-re ì nostri amici americani, coi quali siamo nei migliori e a o e rapporti, che non era buona cosa per Badoglio ritirarsi ». Qtlurct&Ul poi, cosi con¬ cluso la parte dèi suo discorso riguardante Sforza: « Io non ho alcuna particolare necessità di difendere il Maresciallo Badoglio, salvo che, voi ricordate, noi ottenemmo da lui la Flotta italiana che giunse intatta — eccezion fatta per la perdita di una nave e di alcuni uomini — e non vi fu nessun momento durante il suo potere in cui -r e " suo Potele ln CUI ^lSt^ a scacciare t& schi dall'Italia e mantenere o n e il buon ordine dietro le linee, in altre parole aiutare l'Italia a compiere la sua evoluzione all'interno, evoluzione che non è niente affatto completamen e | te compiuta. Ma subito dopo -|egli cadde vittima degli intria ìghi del conte Sforza ed un a a. l o, r l a -:giOF radiodiffuso, del 16 seto temine, in cui si affermava il inostro 'primo dovere j - i sconfitta dei tedeschi ed in Governo di sei Partiti venn istituito sotto il signor Bonomi, nessun dei quali ha la minima base elettorale ». Ecco ora la risposta di Sforza: € Pruno: Lettera a Berle del 23 settembie i9.'(3. Non ne fui l'autore; la firmai accettandone gli impegni, che osservai tutti. Dovevo ben promettere il mio appoggio a Ba. - doglio, autore di un messag- cr ■ r\ -i-i n ; ■-. Ai 4-'f ■. -, ~ -, ì -t et i. a. ¬ cili non si faceva alcuna men zione del re, come del re non ci?"* ana"^,sua te,nace. ?,r - '< vittoria £ è gettassi il re -1 ostami ,aEmanuele ££, non - SESSe 'i,„resDonsaMt4 ohp- '- ferf^T0, La iTag&ior parte - &"t*1 ?, °? di oonversaziol LbnrtSà vii^'k01^11/ - IS£S£'V,,11 ottob/e 1943' f-U I presa dalla sua tenace insi- 2 accettassi il anuele ni, n ssponsabilità c allS^^^^^aacismo, e - ! desideralaa. ^Inghilterra ne - atc.dimostrai ÌT1^ Que" -lme in AmllìL in^dJ-a: co" - ; radiodiffuso fi' 2fiUÌlt<ìlsc<trso - ! avevo ria**-- "„r?,?ett?mbr«. o. il li o o e». o o di a e pa e e o a - ayevo riaffermato la mia ore giudiziale contro in vi,.P di Vittorio EmanueirTm noto il mio atteggiamone^ spetto a questo ffigS§tì& problema interno; nè S dubbio al signor Churchill su mio pensiero in proposito. «Secondo: Rapporti con Badoglio. — Tornato in italia, tutto mi confermò che la eliminazione del re Vittorio Emanuele era necessaria per organizzare la guerra antitedesca e per differire ogni questione istituzionale. Proposi, quindi, a Badoglio che il re abdicasse e che il bambino, principe di Napoli, fosse proclamato re, e che il reggente fosse lui, Badoglio. Non potevo fare di più per Bado- iglio, che non si mostrò ostile a ali idea; ma il re rifiutò Io - 1 quindi, rimasi all'opposizione - pel riguardi della posizione a, j del re. Quando Vittorio Emae nuele fini con l'abbandonare -1'a vita pubblica, per una più a. , franca e aperta condotta dei- : la lotta, e senza mai un inl '«go, i°. fedele alla lettera b- c'a me firmata e pur avver- tendo, ormai, l'ostilità che - Badoglio aveva lasciato nele ''Italia abbandonata ai tede- scni. entrai ne] gabinetto da el l'ni formato e collaborai leal-1 mente con lui. -1 « Terzo: Espulsione di Bai, uioglio dalla sua carica. — H ri I signor Churchill la attribui- sce a me ed ai miei «intrighi»; fu invece il comitato nazionale di liberazione di Roma ci?-, appena liberata la Capitale, chiese unanime, con estrema fermezza e senza nessun intrigo, l'eliminazione di Badoglio e la sua sostituzione con Bonomi. Io non avevo ragioni in contrarlo ad es sere nominato ministro senza portafogli con Badoglio, e rimasi allo stesso posto con Bonomi. «Quarto: Conclusione. — Dati i fatti surripoitati, mi dà tranquillità il constatare che l'incidente cui è dovuto l'&tteggiamento del Governo britannico nei miei riguardi, non è in alcun modo in relazione alle mie opinioni o direttive in materia di politica estera (e come avrebbe potuto esserlo quando spesi la mia vita a difendere la causa della grande democrazia?) ma solo alle mie opinioni ed atti in materia di politica inferma italiana, opinioni ed atti che non ho ragione alcuna di ripudiare ». Si apprende, intanto, per il tramite dell'Agenzia Telegrafica Svizzera, che ieri il Papa ha ricevuto in udienza privata il nuovo ministro degli esteri italiano De Gasperi capo del partito democratico cristiano. Successivamente il Pontefice ha ricevuto l'ambasciatore degli Stati Uniti, Myron Taylor, e l'arcivescovo di Napoli, cardinale Ascalesi.