La lira bene che supera ogni altro bene

La lira bene che supera ogni altro bene La lira bene che supera ogni altro bene e Le vicende della moneta interessano la vita nazionale nei suoi interdipendenti aspetti economici e ^ "poilitici, scientifici e tecnici, morali e sociali. La nostra disamina ne abbraccerà le ripercussioni sulla economia del Paese. E su questa soltanto. Non coloriamo le tinte de1le nostre preoccupazioni se affermiamo che sullo schermo della nostra mente, apparendo in diluvio e profluvio di carta moneta la crisi monetaria della Germania di Weimar, indugiano come spettri i biglietti di banca di un miliardo di marchi, dal potere iniziale e legale di acquisto di un biglietto da mille. Anche altre' monete si infransero nei pallidi occasi della guerra e della politica e soprattutto nella delittuosa incoscienza del pubblico. Monete che, per la via della, inflazione, precipitarono nel baratro delie defunte virtù. Anche nell'altra guerra vi fu una inflazione monetaria — se pur di proporzioni minori — nel nostro Paese. Essa ebbe per lo meno l'attenuante di attutire la depressione economica del periodo post bellico a cavallo fra il '19 e il '23. Depressione economica, cui non fu estraneo il ritorno della vita rurale allo stato disorganico e del suolo allo stato selvaggio, per la ricorrente litania degli scioperi. L'euforia degli animi che subentrò, con la pace sociale, alla Marcia su Roma, si riverberò sull'attività dei mercati sollevando la moneta alle alte vette della inflazione. Fu infatti nel 1926 che l'indice generale dei prezzi all'ingrosso — riferito a quello del 1913 sulla base di cento — segnava 625. Gli indici generali dei prodotti agricoli oscillavano, per la vischiosità dei prezzi, intorno a quell'alto — ma meno alto di ora — livello. La lira si rimpiccioliva sotto la minaccia di un crollo, senonchè la minaccia fu sventata — osserva il Serpieri — dal discorso del Duce a Pesaro e dalla severa politica monetaria di deiTaai '•ne e di stabilizzazione che ad esso segui. La contrazione dei prezzi fu dura anche per l'agricoltura. Ma già nel 1929 essa si riequilibrava, quando scoppiò — epicentro New York — la crisi mondiale. Se la crisi fu dura, non ostante la sopravvivenza della lira, che cosa sarà mai, se non apocalittica, la congiuntura fra l'economia inflazionata di guerra e quella deflazionata di pace, se la lira dovesse soccombere alla sua ipertrofia ? Me lo direte voi disinvolti autori dei prezzi elevati all'ombra del mercato nero, incauti cleptomani di moneta e di carta moneta e voi anche assidui risparmiatori e lavoratori, che cosa sarà dei vostri sogni e bisogni, dei vostri impegni e disegni, allorché, distrutta la lira, dovrete ricominciare da capo a tessere, con la spola della pazienza e della rinuncia, un avvenire di tranquillità e di agiatezza ? Possiamo essere d'accordo, anzi lo siamo addirittura, con coloro che, produttori o a difesa dei produttori, sostengono la tesi che essi non giocano o per lo meno non vorrebbero giocare alla ruota dei prezzi elevati, sospirando invece il dominio dei prezzi rinumerativi. Ma come possono essere rimunerativi i prezzi se per ascendere in borsa nera seco trascinano costi di merci e costi di servizi? La verità vera è che questa corsa e rincorsa dei prezzi e dei costi al traguardo della apparente cuccagna potrebbe alfine cessare se i produttori in genere non derogassero dalle norme del blocco e gli agricoltori dai vincoli dell'ammasso; se la folla de', consumatori egoisti e disonesti la smettessero, una buona volta, con gli abusi e sotterfugi, con le spese voluttuarie e le superflue, per immedesimarsi in un clima di serietà e discrezione quale dovrebbe essere, e non è, il nostro clima di guerra. Ma fino a tanto che il carnevale economico impazzerà, malgrado i rossi riflessi di guerra, fino a tanto che nelle officine e negli uffici vi saranno operai ed impiegati più o meno affannati — in epigona attenzione — all'invenzione quotidiana di lavoro, le imprese si curveranno sotto il peso delle spese generali, mentre stipendi e salari avranno la leggerezza della carta e i sudati risparmi V obliterazione della spugna. E. B.

Persone citate: Duce, Serpieri

Luoghi citati: Germania, New York, Pesaro, Roma, Weimar