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RISERVATA-PERSONALE RISERVATA-PERSONALE Al presidente della Com- damissione di epurazione presso il Governo di Bonomi Roma a a n . i o a , Perdonate l'ardire, signore, se a voi mi rivolgo direttamente, senza avere il piacere e l'onore di conoscervi. Ma la certezza di far cosa utile alla vostra causa mi spinge a osare e a superare le non poche difficoltà, dovute al momento attuale, per farvi giungere questa mia lettera, assolutamente a voi riservata per l'argomento assai delicato che tratta, ritenendo io molto pericoloso e dannoso che le notizie in essa contenute vengano conosciute da altri. Voglia' te, perciò, illustre signore, far uso di tutta la vostra saggia discrezione nel sert'iruj di quanto sto per comunicarvi. Siccome seguo giornalmente e con molta attenzione il vostro non sempre facile la varo d'epurazione dei vari settori della vita nazionale troppo imbevuti di fascismo e ancora in troppe mani fasciste, ho pensato che le segnalazioni affidate a questa lettera po-i ti anno agevolarvi ".on poco nel portare a termine un « caso d'epurazione » che, stupendo il mondo, amici e nemici, ben a voi tornerebbe motivo d'onore e di vanto. Secondo le buone norme di ogni legge, è, a quanto mi risulta, indispensabile accompagnare qualsiasi accusa o denunzia alle Autorità con prove tali da rendere impossibile il minimo sospetto di calunnia. Io credo di avere nelle mani le prove sufficienti perchè il signor Pietro Badoglio sia da voi all'istante sottoposto a giudizio e deferito dinanzi alla, Commissione di epurazione, da voi con alto senso di giustizia presieduta. Voi forse vi meraviglierete, signor presidente, che un ignoto qualsiasi ab&ta il coraggio di rivolgersi a voi per accusare colui che, con il colpo di Sta,to del 25 luglio e con l'armistizio dell'8 settembre, salvò la Patria nostra rovinata, a quanto si dice, dal fascismo e dai suoi vari milioni di seguaci. Io, invece, sempre per il fatto di essere in possesso delle prove, non ci trovo niente di strano e giudico onesto, da parte mia, anzi doveroso, se non urgente, rimet\tere ogni cosai sul vostro ta¬ lilupoFnuntalidcgpsvlapInstdso i l^jg' pUeré^esempra7e"{/iun7a presto la vostra punizione, mo- stvpirfmsvmudsofsaszvsrg.ssci a io a e e e a a e u i a a 7 e a a ì rrhe ni ooù e lì auia ei ni rio e a eel ad o a nito efficace se non ultimo per quei fascisti che ancora si aggirano nell'Italia finalmente li aerata-, dall'oppressione nazifascista. 10 penso che, se epurare bi sogna, chi maggiormente si è compromesso con l'ormai defunto fascismo deve per primo, e più degli altri, pagare. Perciò passo a presentarvi le prove che rafforzano la mia denuncia a carico del signor Pietro Badoglio, Maresciallo d'Italia, già Capò di S. M. dell'Esercito al tempo in cui Mussolini era Duce d'Italia, già tessera ad honorem del P. N. F., già Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Duce Mussolini, già duca di Addis Abeba, già marchese del Sabotino. 11 libro che vi invio, unitamente a questa lettera, e il « Libro di guerra » che l'autore, Pietro Badoglio, nell'au tunno del 1938, diffuse, in pochissimi esemplari, tra i suoi intimi, arricchendolo di firma autografa sul frontespizio e nel testo. Il volume, a quanto risulta dalla presentazione, doveva iniziare, sotto gli auspici dei Centri Tecnici Fascisti, una lunga serie di pubblicazioni raccolte sotto il titolo di « Economia Armata». Volete, signor presidente, dare un'occhiata al suo contenuto? Nelle sue pagine troverete quanto necessario per la severa condanna che da voi mi attendo. Anzi: che da voi attendono tutti gli italiani. I Perchè, illustre signore, è be'ne che io vi dica subito che nel territorio della Repubblica Sociale Italiana un intelligente editore ha avuto la felice idea di passare il libro alla ristampa e. rispaimiando anche i diritti d'autore, ne sta vendendo a migliaia di copie, a quindici lire l'una. Speculazione commerciale, direte voi, siamo d'accordo, ma ormai chissà quante migliaia d'italiani l'han già letto. E poi, non dimentichiamo i giornali, la radio... Ma nessuno, a quanto mi risulta, sino ad oggi, ha avuto l'acccrtezza di iiivìarvene una copia in omaggio. Lo faccio io adesso, per i motivi che vi ho in precedenza esposti. Sempre per maggiormente ti]facilitarvi il compito, signor a\presidente, mi permetto indihi\carvi, perchè non sfuggano al vostro attento esame, quei punti del libro che più mi han i o ir. è di M no colpito, tanto da decidermi a scrivervi. Dalla loro lettura voi vi convincerete quanto «profondamente fascista» sia staio il signor Pietro Badoglio, compromesso anima e corpo con quel regime che voi, col vostro amico Bonomi e compagni, per la salvezza degli italiani lutti, avete con energia ammirevole soppresso. Dico voi c i vostri amici, perche non posso credere che il fascista Badoglio, nei quarantacinque giorni di suo governo, proprio luì, fascista ad honorem, abbia realmente distrutto il fascismo, tornato invece più vivo di prima, per sua colpa, dopo Za clamorosa fuga da Ruma. Ma, tralasciando, per non prolungarmi troppo, di far delle considerazioni — perchè quelle conclusive e decisive le farete voi, ne sono certo —, passo senz'altro a segnalarvi qwanto, del libro, io ritengo possa, nei confronti del Badoglio, formare ogijctto d'accusa. Volete, dì grazia, leggere la nota introduttiva? « Il carattere difensivo e pacifico arila preparazione lei-mia dell'ItaUà Fascista emerge soprattutto dalle considerazioni contenute nel. li parte politica e storica del no. lume-, che, muovendo dal presup. poslo del fondamentali discorsi del Fondatore dell'Impero, delinca la necessiti basilare della Difesa In una serie di scritti e conversazioni del primo collaboratore militare del Duce, il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Iti. cerche «. « DI portala decisiva sono al riguardo l capitoli che illustrano il pensiero degli Ammiragliati sugli sviluppi tecnici ed economici della Guerra -mondiale, l'avvento del petrolio sulle marine da guerra, e Infine II rapporto statistico ira lo sviluppo anormale degli armamenti, altrui e la situazione mondiale delle materie prime e delle industrie di guerra dei varll Paesi ». CIuì ne pensate, signor pre; sidenie, del primo collabora-: tore militare del Duce? Ma, vi prego, proseguite là vostra lettura. Ecco, qui, ni primo capitolo, leggete: « Abbiamo fondato l'Impero, ma il Duce e lo steBso destino imperiale d'Italia non ci consentono di fermarci: Bostare un attimo a rimirare la via percorsa è permesr so, ma bisogna subito proseguire verso le mète segnate per il domani. Soltanto i popoli vecchi e gli uomini finiti si nutrono di ricordi; per ile nostre generazioni fasciste, per i nostri denti di acciaio occorre il pane (durissimo da tran, fumare) dell'avvenire da conquistare. Andare oltre, superarsi continuamente, questa è la legge di giovinezza che il Duce ha imposto a tutti gli italiani, legge che considero per tutti un imperativo oa? tegorico. E poiché neanche io mi sento vecchio, preferisco proseguire anziché fermarmi: è l'impegno che ho preso con me stesso quando all'età, di 63 anni ho conseguito il brevetto di pilota militare >. Voleva proseguire subito verso le méte mussoHniane il signor Badoglio, dopo l'Impetro! Aveva fretta, si sentiva giovane, era focoso, era fasci* .sta! Non vi sembra che ce ne sia già abbastanza per epu? ràflof Ma abbondare non nwo* ce, è vero, e perciò, vi prego, leggete ancora questo pe? riodo: « L'organizzaziotìe dello riserve di materie prime, in funzione della preparazione bellica della Nazione, fu sempre uno dei capisaldi non recenti del mio programma di azione, nei dodici anni che ho l'onore di essere il più diretto coir laboratore del Duce per il coordinamento delle Forze Armate». r è . e e a a i a i , r i i . e o o a , , i , , o a o i e r l i i a o a e e i a n . l d o r a n r è e —, i o a o o E' stato lui, dunque, l'orga^ nizzatore, il coordinatore delle Forze Armate! É> lui, dunque, il responsàbile numero 1 delle nostre disfatte, no? Anche se, qualche pagina dopo, lo stesso Badoglio, parlando della guerra d'Africa, dice: «La chiave magica del successo è stata insomma la preparazione degli uomini e delle riserve di materiali e di approvvigionamentij si deve alla miracolosa previsione del Duce e alla nuova educazione militare e civile del popolo italiano, se, cosi come il soldato mi ha dato tutto quello che mi poteva dare, Mussolini mi ha dato sempre più ancora di quanto io gli abbia chiesto por la preparazione tecnico-militare del Paese». ATa dove il nostro accusato, signor presidente, raggiunge, per faccia tosta e per sfegatato fascismo, il massimo del' la responsabilità c dove precisa, indiscutibile, chiara, noi possiamo raggiungere la prova clamorosa del reato, è quando sempre lo stesso Badoglio afferma: « Per quanto mi riguarda, come fui lieto di consacrare le mie energie, al mio ritorno dall'Etiopia, alla battaglia dell'Indipendenza economica iniziata attraverso un apposito organo sotto gli auspici del Partito Nazionale Fascista, cosi continuo a considerare mio impegno d'onore e mio dovere di soldato obbedire oggi con tutte le mie forze alla consegna datami personalmente dal Duce nell'atto del mio insediamento alla Presidenza lai Consiglio Nazionale delle Ricerche: «Da oggi si funziona per l'autarchia». Avete capito bene, signor presidente? Per lui, era un impegno d'onore e dovere di soldato obbedire ceni tutte le sue forze alla consegna del Duce! Non vi sembra che ce . ne sia abbastanza ora, non per l'epurazione, ma per la fucilazione in piazza del Popolo ? Ma perchè i posteri non giudichino troppo affrettata la vostra sentenza, illustre e saggio signore, continuate pure l'esame del libro. Fermatevi però qui, ove dice: «La conquista militare dell'Impero aon è che la prima fase dell'immane ciclo storico riaperto dal Duce: ad ossa deve seguire, compito altrettamto ponderoso e fatalmente più lento nei suoi sviluppi, la conquista di un impero economico per la Nazione Italiana. Allora, soltanto, l'Impero, dallo stadio di realtà militare passerà allo stadio definitivo di realtk politica ed economica». E leggete ancora, poco oltre: « Abbiamo vinto perché il Duce mi ha dato sempre fulmineamente più di quanto io gli abbia chiesto: il trasferimento in sette giorni della Divisione Assietta da Derna a Macallé ha battuto un record senza precedenti in materia. Convinto, signor presidente, che ci troviamo di fronte al caso tipico da epurare per direttissima e per direttissima inviare dinnanzi a un Tribunale del Popolo? Sempre per amore della precisione, perchè nulla possa domani sfuggire anche alla Pubblica Accusa, pioseguiamo la lettura: «Il miracolo della Vittoria è stato possibile ieri, come è certo domani per gli obbiettivi estremamente ardui della battaglia per la indipendenza economica, perché il Duce ha infuso negli italiani non soltanto il senso della gloria, m.. anche la certezza della vittoria» Vi basta, eccellenza presidente? Non è nauseante il compoi tomento del nostro accusato? Non basta perchè lui, per tutti i fascisti, amaramente paghi la sua fede cosi chiassosamente conclamata, il suo basso servilismo al Duce? Prima di chiudere U libro, pe-

Luoghi citati: Addis Abeba, Africa, Derna, Etiopia, Italia, Roma