Da Mozart a Goldoni

Da Mozart a Goldoni Da Mozart a Goldoni La fortuna — dico seria-!Inente la fortuna — mi ha ' fatto assistere ad uno di que- gli spettacoli della compagnia Pedrini dove recitano, cantano e danzano dei fancinHi. In linea, come si dice, di massima, ho anch'io per le rappresentazioni infantili la stessa diffidenza del mio eccellente collega Sanvito ; però, meno giovine e più indulgente di lui, quand'esse abbiano il garbo, il gusto, l'opportunità morale e civile, la castigatezza e la spontaneità che ad esse sanno infondere le sorelle Pedrini, comincio col rassegnarmi e finisco con l'applaudire. La critica è disarmata là dove sorride la grazia : e nulla è più grazioso di un gruppo di bambini che, recitando, sappia conservare la levità e l'allegrezza di cingallegre sul ramo. Chi poi volesse sapere che cosa m'abbia divertito di più, nello spettacolo offertomi da quei mìnimi attori — fra cui un « fantasista » di cinque anni e una ballerina di quattro ! — dirò ch'è stata l'aria di Mozart, « là ci dartm la mano i, intonata con incerte ma freschissime voci da due frugoli alti una spanna. Si: di quel canto mi è piaciuta anche l'incertezza. Non è essa forse l'attributo, il più casto, della primavera? Incerti, al primo fiato dell'aprile; sono le aure, le acque, i colori, gli umori, incerte le sensazioni degli animi, incerti i vapori tra cielo e terra; incerti i passi dei caprioli, i belati degli agnelli, le gemme sui rami, i sorrisi sulle labbra. Incerte, infine, le voci degli adolescenti, quando sì levano dai campi in fiore o dalle cantorie domenicali. Ma la vibrazione che s'accompagna a tanta incertezza è veramente transumana. Da ciò il segno celeste ch'è in tutta la musica di Mozart, cioè di colui ohe fu un fanciullo precoce e serbò un cuore fanciullesco tutta la sua vita. Ora pensate che cosa diventi la sua melodia bambina su delle labbra di bambini. Io l'ho ascoltata, credetemi, in un vero stato d'incanto. Era una musica, quanto mai pura, che ritornava alle sue fonti sgorgando da purissime bocche. 1 cantori, a loro volta, da essa erano fatti belli come putti robbiani ; e pareva che, ispirati, fossero loro a crearla, a improvvisarla, Immersi uè: cielo candido e nell'aria alpina d'un vnrfrurhling salisburghese ! Pensai, quella tera, che Mozart dovrebbe sempre essere cantato da ragazzi. E che i ragazzi, per lo stesso motivo, dovrebbero sa per recitare Goldoni. Queste sillabe, come quelle note, sono create per l'innocenza. E certamente gli uomini fatti, ascoltandole, non stancandosi di riascoltarle, finirebbero con rinsavire. Non credete voi dunque che gli uomini in guerra tornerebbero benigni, come il Sultano inferocito nell'udire le favole di Shéhérazade, quando fossero offerti loro parole e suoni, nello stesso tempo, giocondi e immacolati, divertenti e commoventi, naturai' e morali! Questi ultimi d\i? aggettivi non sono accostati invano. Tanto Mozart che Goldoni sono prodigiosi, per ciò che la loro purità coincide con la loro naturalezza. Il succo illibato dell'arte ch'essi esprimono è tutto desunto dalla terra. Essi hanno il potere rabdomantico di richiamarne un'acqua ch'è tutta di fonte, cristallina e scintillante, e di avviarla sino alle vene più capillari del e loro note, dei loro accenti, perchè sia facile, fluida, buona, vitale per tutti. Primaverile come il pesi. 3 e il mandorlo, ogni fiore fecondato aa questa polla ha la diafanità dì tutto ciò che sboccia all'istante, e che pur venendo dalla terra rispecchia il eie lo. Ho pronunciato, a proposito di piccoli attori, la parola innocenza. Ma la vorrai ripetere anche per gli spettatori grandi. Questo nostro prossimo stanco, guasto, indurito, incupito, senza più grazia e senza più genio, non ha bisogno ormai che d'innocenza; e quest'innocenza e cosi rara, soprattutto in arte, che ricercaria è una necessità e ritrovarla una benedizione. Credete forse ohe sappia produrla chi vuole? Ohimè: neppure gli educatori dai propositi più retti. lladmedanqcfcgsugnvpdpreq.crtiaatHmfs1mcctGcucetnscqrgttbgssodpidlLsmlrptP1bstjhdelpcCulsduOnrtqdtnvlusdfjsAqavtlmclaneppure i più virtuosi eccle- eiastici che insegnano siili'ar monio le laudi in gloria dei Signore, riescono ad essere innocenti come Raffaello, come Mozart, come Goldoni. Perrault velie scrivere delle favole per fanciulli, e alcuna, come- Captichon rouge, gli riuscì invereconda. Greuze non faceva che dipingere vergini, con intenzioni austeris 6Ìme, e gli riuscivano viziose. Guardate invece quei due. sted -!L'uno fa dialogar* Lelio e ' Colombina in gara di mai zie. l'altro cantar deg.i sca¬ pestrati quali Almavìva fa Leporello, eppure l'anima, ascoltandoli, si sente monda e rischiarata, più dì quanto le riparli il Canonico Schmidt con dei racconti morali o le ricanti l'ascetico Franck con delle «Beatitudini». Qual'è dunque il segreto, il miracoloso segreto di quelle nate e parole, che comunicando con loro si debba sempre ritrovare in ordine II cuore? Non si tratta nè delle parole ne delle note, ma, ripeto, dell'ari* in cui sono fatte circolare' aria rigenerativa in forza d'un fluido che, si potesse mai scoprirlo e richiuderlo, e queste bombe farle esplodere intorno, in meno d'uu anno avremmo salvato il genere umano. Vi ricordate di quel personaggio di Verne che aveva condensato il ga* fulminatore in recipienti speciali capace di scatenare ja guerra? Suppongo che lo stesso dottor Ox, traducendo In un etere tangibile gli spiriti goldoniani, sarebbe capace, nello stesso mondo in convulsione, di far scoppiare la pace. Ebbene : fra le tante doglie dell'ora che volge, una de1 le poche consolazioni è la rifioritura di Goldoni. Risponde essa, nel campo teatrale, a quel bisogno di redenzione, di .iberazione, di sanità che iicomincia a fervere nel cuore troppo angosciato, troppo tradito, troppo infermo degli italiani? Lo sperò; lo credo, anzi: e ne godo, come d'un accenno d'arcobaleno al limite d'un orizzonte burrascoso. Ho sempre creduto ai sintomi dell'arte come ai più certi fra tutti. GII antichi àuguri seguivano i voli degli uccelli. 10 bado dove tendano le anime. E se l'ali guidino a jn cielo sereno, a un porto sicuro, non dubito circa la sorte affidata allo stormo. Ora Goldoni è la serenità e la sicurezza, è la primavera e i'inuoceuza, è l'acqua monda non cui s'impasta il pane d: casa e il buon consiglio per cui tytte le vicende, sia della scena come della vita, non possouo risolversi ohe iu un lieto fiue: felice perchè onesto, e credibile perchè giudizioso. E dal Maggio all'Ottobre di questo quinto anno di guer ra, benché l'inferno sia fra gli uomini, ovunque già si torna al sorriso del Consolatore. Gandusio recita lì burbero benefico e pensa al Bugiardo ; Micheluzzi rappresenta prima Le baruffe, chi u- otte e poi Una delie ultime sere di Carnevale, preparando oltre I rusteghi quel Star Todaro brontolon a cui l'incomparabile Baldanello, magari in un improvvisato teatrino di legno, darà memorabile rilievo ; Laura Carli affronta La loesintìirra a fianco di Baseggio; Stivai entra arditamente nei panni di Lelio ; la stessa Emma Gramatica. rifacendo i passi della sua prima giovinezza artistica, torna a Le donne gelose e ai Petti-gol e ni delle donne. Ma 11 pubblico, dunque? Il pub-:dblico, distratto, sbadato, di- m. , ■ gsorientato, avvezzo oimai a i,tutt'altro clima, sulle prime|uj. • L'i r\..^L--,,-. „ „,,riha resistito. Quest atti a, a cui d'un subito lo si richiamava, | » ,of= ..j.iera troppo inconsueta per 1lui. Provatevi dunque a ri-.nmn g nn'.lno j; portare in cima a un alpe, di colpo, colui che per cinque O ■ Cinquantanni ha respirato ÌU una palude. Aspettatevi da 1 lui il capogiro, la nausea. Ri ,. *V -ii /-i u • salire da O INeill a uoldoni., da Gandera a Goldoni, da ua vroii«yia " I Oscar Wllde a Goldoni! Ala noi insistete nell'esperimen-1 r *" . . . . r , i to. Ma poi fate in modo Che quell'aria salubre abbia modo !.. , . , . j,.L: | .mpvdbscsscn«v(vamsphpdcdèapscVvt8tmpuplvdnpaladdpctsd'invadere i polmoni e d'abi tuarli al beneficio. E6s>i non ne sapranno più fare a meno. L'allenamento, insomma, vale pei nostri gusti non meno che pei nostri muscoli : e la rifioritura di Goldoni n'è una prova. Bisogna riconoscere che la nuova Direziono del Teatro ha fatto molto, e fra molte difficoltà, per riujscire a tale rigenerazione. Agli impazienti e parso, per qualche tempo, che la BJa s , r • azione in tai sen60 potesse j venire sollecitata: che si po-itesse immediatamente ostacolare i Gandera e i Kistemaeckers per favorire l'Avvocato Veneziano; e far sì che, le compagnie di riviste circo- j iassero meno trionfalmente,!a danno delle morigerate che rappresentavano / rusten/n a Le baruffe. M.a questi faJ- tori del metodo chirurgico di menticano che il pubblico delle commedie va, invece, trattato omeopaticamente; che senza piani di compensazione non si può mai trasformare un teatro infesto (e purtroppo il nostro lo era) in un teatro migliore. Gradatamente, le tutele e le sovvenzioni governative si sono spostate v^reo un repertorio che-, prima di tutto, fosse italiano, e poi morale e fremale, e infine con80"0 ala sacra- alla Iremen ^ maestà dell'ora che volge, 11 ritorno a Goldoni ra| ippre- seuta. in questo senso, ì! pas so piti fattile e più diffìcile Facile, perchè nessun autore più di Goldoni è vicino alla naturalezza degli italiani Diffìcile, perchè nessuno è più distante dalla loro consuetudine. Ma com'è possibile che natura non vinca, quando ld consuetudine è soltanto un vizio, e il vizio una sventura, oltre che una mortifica zinrtP ppr tutti ? Marco Ramperti