Come fra le case di Ronco è stata annientata un'infiltrazione nemica

Come fra le case di Ronco è stata annientata un'infiltrazione nemica Corpo a corpo ai margini della via Emilia Come fra le case di Ronco è stata annientata un'infiltrazione nemica Fronte Italiano, 6 novembre.jAncora e sempre guerra Ira-il fango e la pioggia; mota ar-\ (jillosa che si attacca viscida j e fa zoccolo sotto gli scarpo>ii,\che lorda ogni cosa, dalla pagnotta al fucile, e un'acqua che sembra cadere per dispetto, a gocce larghe come soldoni, che bagna- e passa teli e sacchi impermeabili, che di ogni buca fa un lago, di ogni strapiombo una cascatella, delle trincee ruscelli e di ogni rivo fiume gonfio e tiavolgente. Calma quasi dappertutto; gli uomini stanno intanati nelle ridotte, mentre le sentinelle, ombre tozze su di uno sfondo nebbioso, fanno più acuto lo sguardo e l'udito per vedete oltre al liquido sipario che le circonda, pei distinguere un rumore sospetto fra il continuo cadere della pioggia che si schiaccia sulle pietre lucide, rimbalzando nelle pozzanghere e lo scroscio dei mille rigagnoli che scendono come frange dai costoni. A tratti qualche fucilata, uno, due colpi secchi, brevi sprazzi di luce nella notte, qualche voce eppoi, ancora U ritmo vario e uniforme della pioggia, dello scorrere dell'acqua, il ticchettio di una lamiera battuta dalle gocce. Non sempre, però, tomu la quiete, che, talvolta, alla fucilata fanno eco una, due, dicci raffiche, poi il martellare delle artiglierie leggere, e si riaccende lo scontro locale. Ieri, quasi tutto il fronte ha riposato, sommerso dalla pioggia, e soltanto le diroccate case di Ronco, quattro chilometri a oriente di Forlì, hanno visto un'azione di guerra. Da qualche giorno le batterie inglesi di Sclbugnone c di Meldola, infilando di proiettili la vallata, battevano le case di Ronco, Poi il Uro si era fatto più uniforme, a cortina, per proteggcrc una formazione nanico che, di sorpresa, era riuscita a piazzare le sue armi automatiche entro la linea principale tedesca. Era come una lama, pungente e pericolosa, quella breccia nemica per i difensori; mentre per l'avversario invece, costituiva una incrinatura che un audace colpo di mano avrebbe potuto ampliare, sino a faine una frattura, per irrompervi dentro e, forse, di qui sfondare verso Forlì. Neìla notte su domenica gli inglesi tentano il colpo grosso. Ccn forze superiori al necessario, per mettersi al sicuro in ogni caso, verso l'alba l'azione nemica comincia. Coperti da un compiacente velo di nebbia, vanno avanti gli uomini di Me. Creeiy, prudenti, curvi, dapprima, per, poi, strisciare come serpi nel fango, in prossimità dell'obiettivo. Ma, da parte tedesca si aspetta l'azione. Ogni pietra di Ronco nasconde un fucile, ogni troncone di muro una mitraglia. Nella pioggia si sperdono i rumori, nella nebbia affondano gli sguardi, ma il comandante del battaglione germanico che ha disposto l'azione non si lascia ingannare. E. al momento opportuno, dalle case diroccate di Ronco, dalla sponda del fiumiciattolo omonimo che corre tronfio e meno, elampe un fuoco micidiale, uno "crosciare di proiettili, un ininterrotto sventagliare di raffiche che sgomenta il nemico. Scattano, allora, i granatieri del Reich, addosso agli uomini infangati, con bombe a mano e fucili, con fucili a baionetta inastata e, in serrati corpo a corpo, la formaione»inglese viene decimata Si salvano soltanto pochi »o-|jniiii cattinoti prigionieri Ma, non basta ancora, bisogna eliminare il pugnale nemico piantato entro le lince e, proprio quando il gruppo nemico aspettava di veder apparire i rinforzi, da tergo, di fianco e di fronte i germanici attaccano, strappano, una ad una. le armi che d'infilata battevano nelle loro posizioni, ristabiliscono la situazione piimiliva. Mentre schiarisce il giorno, la pioggia continua a cadere indifferente: bagna il viso di mio. due. dieci caduti, c cade in lacrime di sangue nel fango. e di edifici storici che nei secoli erano fioriti entro la cerchia cittadina. Palazzo Farnese; il « Municipale », che era ccnsiderato quale il più antico teatro del mondo; la Biblioteca che ospitava opere pregevolissime, quali un antichissimo Corano, due manoscritti della Divina Commedia ed uno di Martin Lutero; il palazzo dell'Imperatrice Maria Luisa, che raccoglieva i famosi affreschi del Correggio, ncn sono ora che un cumulo informe di rovine. Numerosi sono gli edifici civili distrutti e non ancora precisato, ma certamente elevato, il numero delle vittime. l0S.Prvsi>\ Cren va/coreQ ^Nonantola 0 10 20 30 'olinellH ni nni\ifl „ / <j /vironsm^ M<""rmaMass, | fio umMiJ^^ff^Jjitqnteeeleer^ JMfJLfl .Bàiji Bolo Cornacchie^-: *VùRAV.ENNA .^p"3 titolanoFontamtictv-*M > Castiglione Firenzuola^ s.ca'stiam ^Mgdigllana^ FORLÌ ^'^"^érvìa ko^limpoc ILGlOCO 'S.Cascf§no

Persone citate: Castiglione Firenzuola, Cren, Martin Lutero, Ronco

Luoghi citati: Correggio, Enna, Forlì, Meldola, Nonantola