Progetti grandiosi tra fantasia e realtà

Progetti grandiosi tra fantasia e realtà Dopo l'età del carbone Progetti grandiosi tra fantasia e realtà tino scrittore di argomenti scientifici s'è compiaciuto di immaginare che verso il 3000 della nostra èra, in qualche museo di archeologia si vedrà in una bella vetrina un pezzo di carbone fossile, guardalo e custodito con la stessa cura!incon cui si custodirebbe oggi un uovo di dinosauro, con a Iato un cartellino in cui si trova spiegato come tra il 1S00 e il 2500 circa la maggior parte dell'energia motrice fosse derivata dal carbon fossile: scavato dapprima in Inghilterra, Francia, Germania, Nord America; successivamente in Cina (verso il 1982 i e nelle regioni antartiche (2025): e che verso il 2500 ogni ulteriore riserva si tro- uPcolopmlalitngvlapnpretaritoil vó esaurita. La didascalia!STcontinuerà osservando come, tein maggior parte, questo te-1 Psoro andò sciupai», poiché ufu bruciato direttamente an- 9zichè distillato; finché essol1.1diventò tanto raro e tanto caro che tecnici di tutto il mondo si volsero ad altre forme di energia. Lasciando c'a parte queste saporite prospettive, il fatto è che nel 1910 fu lanciato il primo grido d'allarme per l'esaurimento del carbone proprio in quel paese che deve la sua prosperità industriale alla presenza di carbon fossile. Il chimico Ramsay provò, con cifre alla mano, ' che nel sottosuolo britannico c' era ddilsloAIitanto litantrace che sarebbepotuto durare al. massimo centosettantacinque anni: do- po di che addio. Tale lasso ndi tempo è assai rispettabile i cose paragonato alla vita di uni Suomo; non cosi rispetto Illa; gvita di una nazione. La predizione trovò eco in parlamento e tra gli studiosi; e si diede un notevole impulso alla ricerca di forme di energia che potessero sostituirsi al combustibile fossile: le maree, il vento, la pioggia, il calore interno terrestre, il legno e la torba, l'energia interna dell'atomo, perfino il moto di rotazione del nostro pianeta... Nel nostro paese noi siamo ormai abituati all'idea della svdtlivGstosrtuhsostituzione del carbone con \naltre. forme d'energia: la sua dconfigurazione orografica si cpresta assai bene difatti agli cimpianti idroelettrici, mentre, esil carbone è per noi raro e quC8'0,,.l , , , . ivTutt al contrario è la si- mrazione in altri paesi. Lì l0|rarmniere si sono scavate ormi\:na profondità che sembravano ; laimpossibili cinquantanni ad- $dietro e persino come in esGiappone si son fatte galle-|mne sotto il mare; e via via che soi pozzi diventano più profondi," la temperatura cresce... * * Qualcuno ha pensato addirittura che, scavando un po' di più, si potrebbe fare a meno di tirar fuori il carbone hansucosi può ricavare addirittura Plaria calda, ad una tempera- ttura sufficiente per essere utilizzata Parsons 1 invento- tore della turbina che porta il msuo nome, fece una volta un! progetto di massima per scavare un pozzo della profondità di diciotto chilometri. I costo risulterebbe da cinque a venti milioni di sterline; il tempo, da cinquanta a ottantacinque anni. A che cosa servirebbe questa lunga e costosa impresa? A molte cose insieme: una nuova luce sulla costituzione della Terra, il possibile ritrovamento di strati di materiale radioattivo, oro ed altri metalli preziosi: e, soprattutto, energia; una illimitata sorgente di energia dalle rocce calde degli strati] inferiori. Le difficoltà tecniche dell'impresa sarebber senza dubbio, imponenti sernnvlodlmnI rvI GVia mvia che i minatori discendonoal basso la temperatura an- .menta (si propose di vestiri ; |con indumenti a intercapedi-| ne di aria raffreddata); dipo- gna fronteggiare circostanze affatto inusitate nella tecnica I consueta come per esempioi sorgenti di acqua bollente; ìnipventilazione di per sè sola co-'nstituirebbe un problema assai ! "arduo; il rivestimento dello tscavo andrebbe previsto !n tmodo da poter resistere a ter- sribili pressioni. Però, ci sa-;orebbe il vantaggio che. a par- dtire da una certa profondità,! dsi avrebbe il calore necessa- lrio peTUzionare motrici a va-!dpore. L'avvenire vedrà certa-'fmente questo tentativo. zE' probabile che prima che "si organizzino simili imprese] per ricavare calore dal sot-! tosuolo, l'uomo volga la sual attenzione alle maree. Chel cosa sembra più facile e pili ovvio che lasciare alla lww l'incarico di sollevare le acque | alla superficie dogi cceam. di raccogliere quest'acqua in ser-i batoi acconci, e convogliarla pni a mandar turbine iSrauli- cche accoppiate con generato-,sri elettrici? Facile ed ovvio: vse la cosa non è ancora sta-["ta fatta là dove la marea as-ksume proporzioni sufficienti ssilo scopo' ciò è dovuto al mfatto che questi impianti ri- msultano troppo più costosi divquelli termici e. fino ad oggi, sl'elemento che decide sull'op- portunitè o meno di una im- presa del genere è quello eco-Unomico Si potrebbe pensare1 che è inutile chiamare in aiu-;to la luna ad innalzare le acque, mentre ci pensa il so-le; il quale forma le nubi che; precipitano poi in acqua. Bi-j sogna dire, però, ohe soltanto pochi paesi (Svizzera. Nor-, vegia. Italia. Giapprmei bari no configurnz.ono g^osraf rii che si presta bene a uno 'IX progetti per cercare mio- ve fónti di energia non sono rimasti tutti allo stato di prò-getto. sfruttamento esteso degli impianti idroelettrici. Altri paesi, altamente industriali. Gran Bretagna Germania. Nord America non possono Tare eh-' scarso conto su questa sorgente d'energia. I lettori ricorderanno forse gli esperimenti di Georges Claude diretti ad azionare macchine termiche sfruttando la differenza di temperatura fra la superficie e le\fTue1 aeqcuba &ut? a!Ìa° ptól ^e^XTtJ^^. n uso uardo al costo. Non vi sono ifficoltà tecniche insormonabili; non maggiori — asse< iva l'inventore — di quelle elative alla posa di un cavo ottomarino. Rispetto all'è, ergia che si può ricavare in uesto modo, quella che si otrebbe ottenere con la capazione delle maree diventa resscehè insignificante. Simili profezie si sentono da oloro che si propongono di tilizzare l'energia dei venti. Perchè si possa ottenere una osa simile manca un solo e omento, che l'energia cosi rodotta possa venire accu mulata. Orbene, gli accumu atori, o elettrici o idraulici non si prestano econo ticamente a simile impresa ello stato attuale dell'ingeneria. Si tratta solo di in entare un qualche accumu atore elettrico più razionale oi. ciascuno potrà avere o el giardino o sul tetto della ropria casa il proprio motoe a vento che fornisce l'abiazione dell'energia necessaia. Scoppia un temporale ? Tan • o meglio: lasciamo pure che vento infurii: tanto mag i°re riserva di energia met eremo in disparte: il sovraplu la Potremo cedere a cer u eJ}°™i impianti centrali, i u,a" s,f,ne serv<m° per l'idre31 dell'acqua e. separano rirogeno e l'ossigeno fornen one l'industria, iilrasporti riscaldamento, ecc. Non reta che inventare quel piccoo e pratico accumulatore. All'opera, volonterosi! G. Castel franchi -»-♦-«-

Persone citate: Georges Claude, Iato, Parsons, Ramsay, Tare

Luoghi citati: Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Nord America, Svizzera