Testa di ponte nemica sul Ronco annientata a nord di Meldola
Testa di ponte nemica sul Ronco annientata a nord di Meldola AZIONI LIMITATE SUL FRONTE ITALIANO Testa di ponte nemica sul Ronco annientata a nord di Meldola Ravenna, deserta, mostra al cielo le sue rotine Fronte Italiano, 27 ottobre. « L'avanzata dell'VIII Armata verso Forlì ha fatto scarsi progressi, mentre nell'Appennino e nella valle del Po le piogge torrenziali hanno trasformato i fiumi in ostacoli formidabili e reso le strade pressoché impraticabili ai veicoli »,' queste testuali parole costituiscono il testo dell'odierno bollettino di guerra del Quartier Generale « alleato » e, nella loro eloquenza, valgono più di ogni altro commento. Infatti, anche ieri il nemico è stato costretto ad una quasi totale inazione dal maltempo. Giornata di calma quasi completa nell'Appennino etrusco; interrotta solamente da schermaglie isolate nella zona di Livergnano, e vivace attività attorno alle teste di ponte nemiche sul Ronco, la principale delle quali, quella a nord, di Meldola, è stata annientata da un deciso contrattacco sferrato dai granatieri tedeschi. Il nemico agisce mirando, sino e oltre Forlì, a inoltrarsi lungo la via Emilia-, la meravigliosa arteria ampia e lineare, che corre alle spalle delle retrovie tedesche quale ineguagliabile strada di arroccamento, e per ridurne al minimo l'uso da parte dei gei-manici la sorvola ai continuo con i suoi aerei. I difensori, però, procedono su di essa sfruttando gli accorgimenti in cui sono maestri, mimetizzando colonne e macchine isolate, sfruttando ogni mezzo in loro favore, dal maltempo al buio della notte. Sulla litoranea adriatica, nel tratto che da Cervia si addentra verso Ravenna, gruppi corazzati inglesi avanzano cautamente verso la città degli Imperatori bizantini, le cui costruzioni storiche e edili sono ormai ridotte quasi tutte in polvere dai continui e feroci bombardamenti anglo - americani. Solo qualche monumento che si innalza fuori della città ha potuto, ancora, salvarsi dalla distruzione, così la tomba di Teodorico e la famosa basilica di Sant'Apollinare. Sono andate completamente distrutte tutte le costruzioni del V c del VI secolo, la cattedrale Basilica, la chiesa di San Vittore e sono rase al suolo le basiliche di Santa Maria e S. Agata, di San Apollinare Nu-r)V(>, nel centro della città, ed il tempio di San Francesco, il Mausoleo di Dante e la tomba di Ettoic Muti. San Vitale, una delle chiese più famose d'I mondo, ha subito danni orarissimi. / mosaici di Galla Placidia, protetti da un grande muro di cemento armato sono rimasti indenni per un vero miracolo all'esplosione che ha sconvolto il Mausoleo. Quasi tutta la popolazione ha abbandonato la città i cui resti si levano al cielo quasi a Uesriwomnre l'orribile barbarie \di coloro che volgono ora veriso le sue, porte proclamandosi '.apportatori di un'auspicata ìliberazione *-.
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