LA CIRCOLARE MONTAGNA di Concetto Pettinato

LA CIRCOLARE MONTAGNA LA CIRCOLARE MONTAGNA Le savie disposizioni prese dal generale .Montagna per eliminare irregolarità e arbitrii nelle operazioni di polizia giungono quanto mai tempestive e meritano di essere accolte dal pubblico con un plauso senza riserve. Un corsivo di Regime Fascista accennava proprio ieri alle lettere che di continuo gli si indirizzano per deplorare, fra l'altro, l'esistenza di « diverse polizie che, senza un'unica direttiva, marciano tutte per conto loro ». Abbiamo ricevuto noi pure non di rado lagnanze sullo stesso argomento e questo prova quanto il bisogno di una riforma in proposito sia sentito. L'organo di Cremona è del parere che al momento attuale una sola cosa importi: vincere la guerra, e che il resto non abbia, al paragone, se non un peso insignificante. Sulla preminenza indiscutibile del fattore bellico siamo tutti d'accordo: in quanto al carattere trascurabile di ogni altro problema ci permettiamo, invece, dissentire dal confratello "cremonese. La guerra si fa coi soldati, è inteso: ma i soldati si fanno con lo spirito pubblico, e lo spirito pubblico si fa con tante cose, ma sopra tutto con la giustizia. Ora nessuno vorrà negare che alla base della giustizia stia una polizia scrupolosamente ligia all'osser. vanza della legge. Impossibile esigere dai cittadini il rispetto della legge se non si dà loro l'esempio della più stretta coscienza nell'osservarla e nel farla osservare. Sappiamo bene che normalmente chi esercita fra noi poteri attinenti alla tutela dell'ordine non lo fa per darsi bel tempo bensi in obbedienza a un sincero desiderio di cooperare, nella misura dei propri mezzi, alla salvezza e al consolidamento della Repubblica. Riconosciamo, tuttavia, che la Repubblica è ancora molto giovane ed è nata in circostanze estremamente difficili, o non è ancora passata, per di pi", nltrnvcrao il vaglio chiarificatore di una Costituente. Abbiamo dovuto improvvisare uno Stato col nemico in casa e, quasi non bastasse, senza la piena disposizione dei mezzi di governo idonei a garentirne l'autorità. Ne è risultato, com'era naturale, un certo pullulare di organi che all'origine avevano lo scopo di fronteggiare bisogni di urgenza come meglio si poteva e senza impacciarsi di una uniformità irraggiungibile ma che col passare del tempo, approfittando dell' indecisione regnante circa le rispettive attribuzioni e competenze, si sono abituati a fare da sè, in base all'ispirazione o al criterio del momento, il che non è sempre la miglior maniera per rispondere alle necessità permanenti di una situazione d'insieme. Non diremo quante e quali siano le polizie cui allude il corsivo di Regime Fascista, anche perchè, restando solo nel campo di quelle repubblicane, non siamo sicuri di conoscerle tutte e perchè, tra Polizia Giudiziaria e U. P. I. della Guardia, fra Polizia del M. I. e Polizia della P. d. C, fra Organizzazione di Vigilanza e Brigata Nera non vorremmo rischiare di confonderci: ma è certo che sono « diverse », cioè tante, e questo significa troppe. Che l'ordinanza del generale Montagna debba avere per effetto di eliminare del tutto questo pluralismo, giustificabile, ripetiamo, in un primo tempo, ma a lungo andare funesto all'autorità del governo centrale e contrario allo stesso mantenimento dell'ordine, non oseremmo assicurarlo: gli organi esecutivi, di qualunque natura essi siano, constano di uffici, cioè di uomini, e gli uomini si attaccano alle proprie funzioni e quando vi si sono attaccati non è I facile dimostrare che la loro attività e il loro zelo potrebbero venir meglio spesi altrimenti. Sarà però già vantaggio considerevole se la circolare del Capo della Polizia costituirà un primo passo verso la restaurazione del sano criterio che anche in tempi di emergenza quali i nostri il cittadino ha diritto alla legalità piena ed intera nei riguardi della propria persona come dei propri beni. Tanto meglio poi se a questo primo passo altri ne seguiranno e se a poco a poco si potrà giungere a quella unificazione dei servizi di Polizia che è nei voti di tutti. Non bisogna, comunque, trascurare che una riforma procedurale da sola non costituisce se non un progresso limitato e che la sorveglianza più oculata e costante va indirizzata d'altra par. te alla fedeltà e alla moralità di tutti coloro cui spetta, in basso o in alto, di assicurare la tutela dell'ordine. Bene sarebbe altresì stroncare al più presto e nei modi più convincenti l'infame campagna di calunnie che con l'ausilio di RadioLondra i soliti nemici della Repubblica conducono intorno ai metodi in uso negli interrogatori di prima istanza e metter fine senz'altro alla leggenda che si pretende creare di supposte « Lubianche » italiane, scusa sin troppo evidente alle manifestazioni di ferocia di cui non di rado ci gratifica l'altra parte. La giustizia repubblicana ha un volto severo, sì, ma non la grinta del carnefice. Concetto Pettinato

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