La tragedia di Varsavia e la politica inglese

La tragedia di Varsavia e la politica inglese La tragedia di Varsavia e la politica inglese L'anno 1794, con la terza spartizione, segnò la fine della Polonia; la Posnania veniva assegnata definitivamente alla Prussia, la Galizia all'Austria; tutto di resto alla Russia. Eravamo però già ai primi atti della Rivoluzione francese ed i patrioti polacchi speravano molto nel significato delle nuove idee di libertà. Quando le aquile napoleoniche giunsero al Niemcn ed alla Vistola fu ricostituito un Granducato di Polonia nell'ambito dell'impero francese ed i polacchi furono i fedeli di Napoleone e lo seguirono in seguito in tutte le sue campagne fortunose, alimentando l'imperialismo francese con il proprio sangue fino al 1814, allo stesso modo come hanno •alimentato attualmente quello inglese, offrendosi come carne da cannone nell'Africa del Nord, nella penisola italiana e sui campi di Francia. Là è il fiore della gioventù polacca che invano ha combattuto e combatte nella speranza di una patria polacca ormai palesemente venduta dalla politica di un traballante impero inglese agii inesauribili appetiti dell'imperialismo moscovita che mira all'Occidente. Nel 1815 ritornati i confini aHo «statu quo* del 1794, la Polonia aveva ottenuto dal Congresso di Vienna una autonomia sotto la corona russa che in seguito dallo zar Paolo I venne manomessa, onde l'insurrezione del 1830, soffocata in modo crudele e spietato, che portò alla fine delle autonomie polacche. E l'ordine regna a Varsavia fu l'espressione crudele con la quale il ministro degli esteri di Francia di Luigi Filippo giustificò la propria passività di fronte a quegli avvenimenti. (Quella insurrezione inspirò a Chopin una delle più belle pagine della sua musica piena di tristezza). Ma i tentativi non dovevano finire; l'insurrezione del 1863 fu l'ultimo tentativo disperato per riacquistare la propria indipendenza; Varsavia fu immersa nel sangue. Da quel momento lo'zarismo mirò alla sua opera di russificazione della Polonia nelle scuole, nei giornali, nelle pubblicazioni, nelle leggi e nelle istituzioni pubbliche; non solo il nome di Polonia doveva scomparire, ma anche la sua lingua. Al centro di Varsavia sorse una grandiosa cattedrale ortodossa, simbolo della presa di possesso dello zarismo russo; questa cattedrale fu demolita! subito dopo la liberazione a simbolo di indipendenza. Ebbene negli anni che vanno dal 1869 al 1919 mai la gioventù polacca dimenticò di sperare e di alimentare la sua fede e le sue speranze, e le carceri si aprirono ai prigionieri politici e le colonne della deportazione in Siberia furono piene di detenuti polacchi. La religione cattolica fu l'unico conforto che rimase ai polacchi, il conforto dell'anima ed i sacerdoti divennero i vessilliferi di questa idea: la risurrezione del paese. I polacchi sudditi russi intanto osservavano i propri connazionali sudditi austriaci e la differenza fra l'amministrazione austriaca e quella russa:, le larghe autonomie che la lungimirante politica di Vienna concedeva ai polacchi. Ed invero questa politica non faceva altro che confermare quella precedente che i var; Re Sigismondi avevano sempre instaurata e cioè politica di collaborazione fra le genti tedesco-austriache da un lato e quelle polacche dall'altro in quanto che la Polonia era giustamente considerata l'è stremo baluardo della Europa civile ad oriente. Da quando ia Moscovia si era ingrandita minacciando la stessa esistenza dello Stato polacco, e questo risale al 1500, la collaborazione fra Polonia, Austria e Sassonia si era fatta sempre più intima finché un re di Sassonia cingeva la corona di Polonia mentre i polacchi accorrevano sotto le mura di Vienna l'an no 1683 con il Sobieski per di fenderla dalla minaccia dei turchi, come avrebbero fatto della loro stessa capitale. Smembrata la Polonia, e lussificata la parte maggiore di essa, Cracovia e Leopoli con le loro università polacch, « le perfetta amministrazione davano ai polacchi sudditi russi la speranza in un lontano avvenire. La pace di Versaglia ricostituì la Polonia non tanto per uno spirito di giustizia e per la difesa della nazionalità, quanto ad un tempo per inde bolii-e Austria, Russia e Germania, ma soprattutto per privare quest'ultima di alcuni distretti minerari che rappresentavano la premessa indispensabile della potenza industriale tedesca. Sorse cosi nuovamente la Polonia: vita politica tumultuosa nella, quale portava un notevole corrct givo l'esperienza amministrativa della burocrazia della Polonia austriaca che costituì fin dall'inizio la spina dorsale dell amministrazione del nuovo Stato polacco. Cosi pure l'esercito fu precisamente organizzato dagli ufficiali austriaci di nazionalità polacca che numerosi erano sempre accorsi al servizio dell'Au- t ..rii al ietti u<ii ]>at iicula-i re trattamento che si faceva | alla propria nazionalità; scnscveGrimdgtrpEcirpsmvblpcpQlnltsASco-| si pure i primi diplomatici che rappresentarono la Polonia all'estero furono tratti dai servizio diplomatico austriaco. L'Austria morente riviveva a Varsavia attraverso le esperienze dei polacchi della Galizia austriaca. Ma una nobiltà feudale terriera, che non aveva assolutamente compreso le necessità del popolo, nonostante le sanguinose esperienze russe, pur tanto vicine, guardava i figurini di Londra e mandava ì propri figli ad educarsi ad Eton e negli altri numerosi collegi aristocratici inglesi, invece di interessarsi delle firedità di un periodo di gravi problemi sociali e politici; questa classe teneva apparentemente nelle sue mani il go. verno del paese, mentre l'ebraismo (3 milioni) nazionalista e bolscevizzante, monopolizzava le fonti della vita economica a tutto danno del popolo sofferente ed ignaro. Questa classe di presuntuosi è la responsabile delle decisioni tragiche assuntesi alla fine dell'agosto 1939 di fronte alle ragionevoli proposte di Hitler, fidente nelle promesse della « gcntrj » londinese. Solo il grande patriotta Pildzuski, che già aveva scontato nelle carceri russe la sua fede di socialista e di polacco, prendendo nelle sue forti mani la direzione politica dello stato lo aveva orientato in senso filo-tedesco, forse presago dei compiti politici dello Stato di fronte al pericolo russo. Il destino volle che egli venisse a mancare poco pri¬ ma che le decisioni della classe politica dirigente indirizzassero in senso tanto fatale le sorti della propria nazione. Tutto ciò riassunto schematicamente ed in poche righe rappresenta l'esempio tipico di una sana collaborazione fra due grandi nazioni cattoliche figlie di una stessa civiltà, la Polonia e l'Austria che miravano a comprendersi ed a completarsi alla fine di parare la incombente minaccia del colosso russo. La distruzione di Varsavia e il più bel servizio che l'Inghilterra abbia potuto rendere ai bolscevichi, perchè con Varsavia si sono distrutte ad un tempo quelle forze di resistenza nazionale che ineluttabilmente prima o poi avrebbero dovuto gravitare verso l'occidente e la capitale, cioè il cuore di un popolo, i cui battiti non si sarebbero mai potuto soffocare. Se la Russia sovietica trionferà, vedremo sulle rovine di Varsavia del Rinascimento cattolico ed italiano, sorgere una città russa, atea e razionale che significherà la presa definitiva di possesso dell'imperialismo russo sulle terre insanguinate di Polonia. Solo partendo da queste premesse oggi noi possiamo interpretare il gesto magnanimo compiuto dai tedeschi verso gli insorti polacchi trattandoli come prigionieri di guerra. Le popolazioni affamate e disperse del Governatorato Generale attendono una soluzione umana che l'esperienza austriaca di un secolo potrebbe certamente, dopo le vicende di 5 anni di guerra, suggerire loro. Io penso «empre a quelle due sentinelle tedesche, guardia d'onore, a fianco del mausoleo di Pildzuski nella città santa dei polacchi, Cracovia; esse sono il simbolo di una fede, d'una speranza di resurrezione, ma soprattutto di una certezza di collaborazione. T. Col. Maurizio Bassi

Persone citate: Chopin, Galizia, Hitler, Luigi Filippo, Maurizio Bassi, Sigismondi, Sobieski