Transilvania terra ungherese

Transilvania terra ungherese Transilvania terra ungherese Nel 1922, riferendosi soprat- stutto al « Trianon », il Duce traveva detto come i trattati rìi Ipace dovessero calcolarsi « non; rcome capitoli ma come epiloghi della storia ». A diciotto anni di distanza, e cioè nel 1940, la profezia mussoliniana prendeva consistenza, l'Asse infrangeva le barriere del « Trianon », la paziente Ungheria vedeva finalmente realizzato, se non tutto, in parte il suo gran sogno. Ma sembra che il destino spesse volte si compiaccia di far male a chi opera bene ed oggi, a ripagare l'Ungheria della sua dirittura politica, della sua mirabile fedeltà ai patti che la legano all'Asse, ancora una volta, e stavolta con l'armi in pugno, si attenta, dalle divisioni bolsceviche, cui s'accodano reggimenti di rumeni fedifraghi, al. la libertà della « sua » Transilvania. Nel IX secolo Tutti leggono, infatti, di questi giorni con quale ardore guerriero truppe magiare difendano la lóro terra transilvana, ma pochi sanno di quella terra la storia. Oscura ed incerta nelle sue prime vicende, bene s'illumina col giungere delle legioni romane in queste contrade. Nel 101, Traiano, a sicurezza dell'Impero, inizia la conquista della Dacia, che porta a termine nel 106. La parte nord-orientale della Dacia costituiva appunto l'odierna Transilvania. Per poco tempo Roma curò e mantenne il possesso di queste terre. L'orde dei barbari premevano ai confini, e se Gallieno (257) s'era limitato all'occupazione delle fortezze, Aureliano (274) ne abbandonava tutta la regione. Dilagarono allora popoli di stirpi diverse: Gepidi, Vandali, Avari, Unni. E gli antichi Daci furono sommersi. Quando gli Ungheresi, nel IX secolo, conquistano la Transilvania non vi trovano, della popolazione che attualmente vi abita, che gli « székelye » (siculi), gente turanica, d'origine pressoché uguale alla gente magiara, con cui visse la tuona e la mala sorte, con cui lottò per la grandezza della patria fin dai tempi del principe Arpad, cui affidò il compito della tutela delle frontiere, offrendole in cambio vaste prerogative ed una completa autonomia. Allo stesso scopo, verso la metà del XII sec. re Geza n chiamava dalle Fiandre e dalle regioni del Reno meridionale delle genti sassoni la cui autonomia venne anche regolata col « privilegium Andreanum », emanato nel 1224 da re Andrea II. A capo dei Siculi e dei Sassoni s'alternavano funzionari regi ungheresi, il «Comes Siculorum» ed il «Comes Saxsorum» e le terre loro assegnate eran sottoposte pur sempre all'alta sovranità dei re magiari. Le altre regioni transilvane, abitate esclusivamente da ungheresi, erano governate come tutte le altre provincie del regno, ma in considerazione della loro lontananza dalla Capitale, s'ebbero nominato con speciale editto sovrano un « vojvfida ». I valacchi (rumeni) apparvero in Transilvania soltanto verso la fine del XII sec. Popolo balcanico, per eccellenza, dedito alla pastorizia, spingeva le sue greggi sul versante orientale dei Carpazi e le trasferiva, nei mesi estivi, sui vasti pianori della Transilvania. S'infiltrarono così, dapprima nei possedimenti regi, poscia in quelli della Chiesa, infine in quelli privati. Ma, abili coloni, i valacchi s'ebbero dai magiari buone accoglienze soprattutto quando, all'avanzarsi dei Turchi, essi offrirono contro le orde di Maometto II le loro valide braccia. Ognun sa dejle alterne vicende che subì la dura lotta di ungheresi, austriaci, polacchi, veneziani contro gl'infedeli, dal 1437 (anno in cui magiari, siculi e sassoni, in piena solidarietà nazionale, firmavano il patto fraterno di Kàpolna) a quel famoso 7 ottobre 1571 che vide la flotta cristiana comandata da Don Giovanni d'Austria (vivo sia sempre il ricordo di Sebastiano Venier e di Marcantonio Colonna!) distruggere, nelle acque di Lepanto, la flotta ottomana. La Transilvania, che già dalla prima occupazione turca, s'era costituita in principato autonomo, diverrà rifugio e sostegno insieme dell'idea di Stato, sentimento che nei singoli e nelle masse dei territori occupati dagli ottomani ed in quelli caduti sotto il dominio absburgico, s'era fortemente indebolito. La vendetta di Vienna Non è chi non sappia come in quei tormentati tempi, il principato ungherese della Transilvania fosse uno Stato costituzionalmente perfetto: Ma — ahimé — tutte le prerogative dovevano sparire col famoso Diploma del 4 dicembre 1691 con cui la Transilvania passava a far parte dell' impero absburgico. Salito al trono Giuseppe II, le ultime luci di libertà furono spente ed essi dovettero ras segnarsi al fatto compiuto. Ma, intanto, anche la fiso nomia etnica della Transilva nia s'era venuta sensibilmente cambiando: le « nazioni » andavano scomparendo, assorbì te dalla preponderanza di due stirpi: la magiara e la rumena. Cominciava a delincarsi fin da allora, quella lotta va lacco-ungherese che, prima dagli Absburgo e poscia col subentrare delle egemonie franco-inglesi, si cercò sempre di alimentare e di sfruttare &i fini particolaristici di quegli Stati e che sfociò nell'ibrida combinazione del Trianon. Du rante il periodo assolutistico del Mettermeli la Transilva nia era rimasta pressoché nel l'ombra: essa rappresentava una delle più fertili e ricche Provincie dell'impero e come tale si sfruttava. Le cose, invece, si cangiano quando, corrusco d'armi, denso di propositi di libertà popolari, sorge sull'Europa l'anno 1848. Ogni terra del Continente è in fiamme. La rivoluzione infuria a Parigi, a Berlino, a Milano, a Venezia, a Vienna, a Budapest. In terra austro-ungarica mmpnml'anfecillataKil ddnl'levLndssirrnspddnrvngdplpdanpnrcVrapstrifesvptrmam«Tdlqss1GQrmIPlSlttp| s'impegnano lotte feroci fra le truppe imperiali e i patrioti, In Ungheria si coprono di glo ria Luigi Kossuth e i suoi te merari seguaci. Ed in questo momento esce dall'ombra apparente la Transilvania: essa, nella Dieta di Kolosvar del 30 maggio, proclama l'unione all'Ungheria « libera e ribelle agli Absburgo ». Ma l'Austria non disarma. Impotente a difendersi da sola, chiede soccorso alla Russia che invade il suolo magiaro con centomila uomini. La situazione diventa d'ora in ora disperata. Il Kossuth è costretto a cedere il comando al Gòrgey e prende la via dell'esilio. lì Gòrgey, dal canto suo, sperando ingenuamente nella clemenza dell'Austria, s'arrende con tutte le sue truppe a Villagos. La vendetta di Vienna fu feroce. La forca lavorò per settima ne intere. Nella piccola città di Arad (dove proprio in questi giorni più accanitamente si combatte) furono impiccati in un sol giorno tutti i generali delle truppe rivoluzionarie, col Bathiany alla testa. E nel vortice dell'immane disastro furono travolti anche i privilegi della Transilvania che divenne possesso della Corona d'Austria. Solo nel 1S67, col nuovo ordinamento dell'impero, questa terra disgraziata veniva definitivamente riannessa all'Ungheria, raggiungendo virtualmente la sua indipendenza. Una clausola mostruosa La Transilvania, dunque, possedimento indiscutibile della Sacra Corona Ungherese passò è ben vero alla dinastia degli Absburgo, così come aveva dovuto subire la dominazione turca, ma come il «Diploma Leopoldinum » del 1691 ne aveva riconosciuto la libera ed autonoma costituzione, così gii abusi del governo di Vienna dovevano cessare col riconoscimento dell'Ungheria a stato libero annesso all'im- pero. Infatti, dopo la riannes-sione, l'Ungheria, creando l'ar-ticolo di legge n. 44 del 1868, riconosceva alle diverse stirpi incluse nei regno di Santo Stefano la parità, di diritti civili e politici. In tal modo siculi, sassoni e rumeni della Transilvania ebbero riconosciuta in pieno la loro nazionalità a tutti i fini politici, giuridici ereligiosi, beneficiando in tal modo di tutti i poteri pubblici al pari degli ungheresi. Dal che si vede come fosse mostruosa la clausola del « Trianon » che toglieva la Transilvania all'Ungheria, per darla alla Rumenia «che maila possedette». E come corri- qnnnrlesso a. sacrosanta triu-spondesse a saci osanta giù stizia il lodo di Vienna del1940 che — auspici Italia e Germania — parzialmente virimediava. Gino (Zucchetti