La Germania, il Gippone e l'Italia non possono essere vinte nè dall'oro nè dall'odio

La Germania, il Gippone e l'Italia non possono essere vinte nè dall'oro nè dall'odio li* nucn a&ImI italiani eu agli axmImEAti . La Germania, il Gippone e l'Italia non possono essere vinte nè dall'oro nè dall'odio L'Italia repubblicana oggi riafferma fedelmente i vincoli del Patto Tripartito, sicura della giustizia della causa e ferma nella volontà di resistere e combattere fino alla vittoria Quartier Gen., 27 settembre Nel quarto anniversario della firma del Patto Tripartito, Mussolini ha rivolto al Popolo italiano e al Popoli alleati questo messaggio: « Quando il 27 settembre 19J0 fu concluso il Patto Tripartito fra l'Italia, la Germania e il Giappone, si compiva un atto di importanza storica in vista di quello che già appariva il fatale sviluppo della guerra allora in essere per la decisa volontà anglo-sassone: la conflagrazione mondiale. Ma il Patto era anche, secondo l'intendimento dei tre alleati, un ammonimento nella speranza che la guerra potesse non propagarsi a continenti ancora immuni e che attraverso la limitazione del conflitto si addivenisse a una nuova organizzazione del mondo sulla base del principio di giustizia internazionale, enunciato nel preambolo del Patto stesso e cioè "che tutte le nazioni devono avere il posto che a ciascuna spetta ". « Il Patto a tre fu cosi una misura di difesa in vista di quel complotto che era già nell'aria e che le nazioni cosidette democratiche già tessevano per colpire mortalmente le tre grandi Nazioni che rappresentavano il valore e la forza dello spirito, il duro lavoro, il diritto alla pacifica espansione. « Ma oltre che un legame di difesa il Tripartito &fà-Ainche un impegno di ■; responsabilità e di solidarietà nella grande opera che dovrà dare al mondo un ordine nuovo, dove il j diritto alla vita dei popoli giovani avrà un giusto riconoscimento e ingiustizie antiche saranno eliminate. « Non è dunque per pas.,, seggere contingenze poli? fiche, bensì in armonia . 1'' con la fatale Ionica della storia, che prima della prova suprema si concludeva l'alleanza dei tre Popoli, i quali nell'occidente e nell'oriente erano, coi loro regimi di disciplina e , di sacrificio liberamente m accettati, gli annunziatori di una nuova epoca e di | un nuovo modo di vita, '■' I « Gli avvenimenti che «si sono succeduti di poi hanno dimostrato che qiu•j stifioata era la volontà di |: difesa delle nazioni dal . pane più scarso nei confronti di quei paesi che vogliono mantenere ad ogni costo il possesso e il ! 'Monopolio delle ricchezffl se materiali del mondo. « Tali avvenimenti so■ fio storto di ieri; una pro• vocazione quotidiana dei tre paesi m una forma così diretta e preordinata che ha pochi precedenti nella storia. Provocazioni e atti di ostilità il cui esito non poteva che essere uno: l'estensione della guerra al mondo intero, n complotto che da lungo tempo covava a danno delle nazioni del * f Tripartito è così diventa\ to gioco aperto e senza ■i; scrupoli. Nessun ritegno hanno oggi i nostri nemi* <>i — neppure nel campo delle parole nel quale essi sogliono essere così attentamente guardinghi — a proclamare che il fine della loro guerra è la , completa e definitiva distruzione dei tre popoli. « Possono levarsi e si v levano tra i nostri comu'v't «i nemici voci più chiare o più ambigue a questo m riguardo, ma la volontà .Vjm è sempre una: cancellare ■Il dalla storia degli anni .Wayvenire il nome dell'Itai]mia, della Germania e del '■'■^Giappone. 'I « Questo è la realtà che giova guardare virilmente in fàccia in questo 1 asperrimo momento della :f,v lotta. « Bisogna non illudersi le non lasciarsi ingannare. « L'Italia, messa in ginocchio ma non abbattuta, sa per amarissima esperienza quale sia l'anitno dei nostri nemici, quate realtà si celi sotto le toro lusinghe propagan..■fiistiche. Per salvarsi e ■^per salvare il futuro dei ■ 'iffW1! H cammino della .storia e la via del desti':ìi J1.0 debbono essere seguiti fàr/ino in fondo, nonostante '•$ fi" ostacoli, i sacrifici e i fi dolori. !$• « Soltanto così un popo¬ lo dà la prova della sua maturità e del suo diritto a crearsi il suo avvenire. Io chiedo agli italiani di guardare alla sublime prova di patriottismo e dt valore che danno il popolo germanico e il popolo nipponico; e a ridonare così ai loro spiriti scossi dal tradimento, la forza della fede. « Io chiedo agli italiani di riflettere sulle condizioni di armistizio che dopo l'Italia furono imposte ad altri paesi, coiidizioni che ricordano la storica frase "guai ai vinti! ". « La Repubblica Sociale Italiana rappresenta l'Italia che tiene fede alla parola data e che considera l'onore il più altobene degli uomini e dei popoli in quanto salvaguarda il presente e il futuro. La Germania, il' Giappone e l'Italia non possono essere vinte dal peso dell'oro nè dalla vastità dell'odio dei loro nemici nè dai loro mezzi materiali. i «L'Italia fascista repubblicana oggi riafferma fedelmente il vincolo del. Patto con i suoi fedeli alleati, sicura nella giustizia della causa e ferma nella volontà di resistere e combattere fino alla vit-, toria». democratici. E la situefeione diventa sempre più caòtica. Appare cosi nuovamente il tragico spettacolo di una borghesia che non è all'altezza, nè coi nervi, nè con Io spirito, di questa gigantesca lotta che ha per oggetto la concezione della vita. Davanti all'irruzione della marea comunista, essa ha vilmente capitolato, gettando, cosi, i suoi valorosi popoli nel vortice della distruzione. Ogni tedesco deplora la sorte di questi valorosi popoli, ma, in ogni caso, la lotta fatale del popolo tedesco non verrà Influenzata affatto in misura decisiva dall'occupazione di quei Paesi da parte della Unione sovietica». « In questo quadro di disintegrazione bolscevica in cui si trovano diversi Paesi d'Europa, la Germania nazionalsocialista è incrollabile come una roccia in mezzo ai flutti. Capi e popoli non sono mai stati uniti come ora. La parola d'ordine è: combattere fino all'estreimo e mai capitolare». Dopo aver accennato all'attentato contro il Ftihrer ed alla mobilitazione totale, sicché « l'intera Germania è oggi un accampamento militare», Ribbentrop ha continuato: « In Europa i tre alleati contro la Germania perseguo no ognuno 11 proprio obietti' vo. Conseguenza sarebbe la sovietizzazione. I sovietici vorrebbero con grande sem plicità occupare una gran parte della Germania e, da una posizione di predominio che senza dubbio sarebbe senza uguali, lavorare tranquilla, mente alla bolscevizzazione dell'intera 'Europa. Gli ame ricani vorrebbero conquistare l'Europa, sebbene non ne conoscano neppur essi il perchè e benché in questa parte della terra essi non abbiano nulla da cercare ■ e non abbiano obiettivi"" di' guerra di sorta. Essi combattono semplicemente per avidità di conquista. Il terzo nemico, l'Inghilterra, • combatte la Germania, sebbene sappia che la sua vittoria significherebbe il dominio sovietico in Europa e, di conseguenza, l'alleanza con l'Europa bolscevica comporterebbe la distruzione dell'Impero britannico. L'Inghilterra ctdzzpmiz conduce una guerra veramente suicida. Alio scopo di rendere più agevole la realizzazione dei piani di bolscevizzazione dell' Unione sovietica, poi, l'aviazione inglese ed americana cerca di distruggere in anticipo tutte le manifestazioni della cultura europea ».

Persone citate: Mussolini, Ribbentrop