La terza fase dell'offensiva "alleata,, in Italia trova il nemico impegnato tra i caposaldi appenninici

La terza fase dell'offensiva "alleata,, in Italia trova il nemico impegnato tra i caposaldi appenninici La V e l'VIII Armata corazzate si logorano in una guerra di fanterie La terza fase dell'offensiva "alleata,, in Italia trova il nemico impegnato tra i caposaldi appenninici Fronte Italiano, 26 settembre. ha battaqlia si è riaccesa violenta sul fronte adriatico dove i britannici, con Vintervento di nuove im°rtJ"W formazioni corazzate, "a""" cominciato la terza fase della loro grande offensiva, e, siti dagli inizi, le truppe diLeese /tanno dovuto fornente saggiare i colpi della difesa. J la violenza della reazione germanica viene ora, del resto, ammessa anche dagli stessi commentatori nemici che, anziché parlare come nei giorni scorsi di sfondamento 'delle lince tedesche, sfondamento dato come avvenuto o imminente a seconda dell'euforia dei resocontisti, tendono tutti a mettere in evidi ra le difficoltà che debbono ancora superare gli alleati e lo spirito di combattività dei soldati germanici. Un chiaro esempio ci viene offerto dal corrispondet\te speciale della Reuter presso il Quartier Generale di Alexander che, nel suo resoconto di ■ ieri, parla di « lotte selvagge » che le forze di Clark sono costrette ad affrontare sugli Appennini « dove le strade sono interrotte da imponenti frane originate da esplosioni provo- j caie dai tedeschi » e del settore adriatico dice che gli uomini di Kesselring «si battono fino all'ultimo uomo in '(■combattimenti durissima quali uguagliano per violenza quelli della campagna del • Volturno ->., per concludere che w« sebbene raggiunta nella re- ( i/ione di Rimini la zona "a- : neggianle, i carri armati non possono procedere a causa dei molti fossati ed il peso della [battaglia ricade ancora quasi ! esclusivamente sulle fanterie-». Il fattore tempo, su cui i comandi anglo-americani debbeno fare calcolo anche per manto riguarda la campagna ìd Italia, non pesa decisameli- -, te m loro favore in questo ini- [portante scacchiere operativo' e giunte le loro truppe al con tatto con quello sbarramento difensivo che è stato da loro stessi chiamato « linea dei Goffiti» il lento ritmo della mareia si è impantanato e costret to ad azioni isolate, a pene trazioni slegate. Anche qui, e più ancora che wWAétìn&too, il peso degli ^SOntri grava sulle fanterie, y dato che le puntate angloamericane che hanno supera io il crinale appenninico non tsono riuscite a impadronirsi delle strade cui potrebbero ir| rompere le formazioni corazzate e motorizzate, mentre i '■tratti abbandonati sono stati resi inservìbili dallo scoppio di migliaia di mine e dal provocato crollo di enormi macigni znctlr strettoie che si incassano fra le pareti a strapiombo. Quella che gli anglo-americani chiamano « linea goti:.ca » non è che un adattamento fatto con opere fortificate 'in aggiunta ed a completamento delle difese naturali offerte dalla catena appenninica e dalla ricca rete di canali dell'attuale ala adriatica Opere che si concretano in runa serie pressoché ininteri'rotta di postazioni in caverna, di sbarramenti sui passi obbligati, di vasti campi minati di casematte in ferro e cementò e di profondi fossati nelle sione pianeggianti. 'y\:, fIdeatore e realizzatore di • questi apprestamenti 'difensivi '.già approntati da tempo a cura della Todt, è uno specialista in materia, il Consigliere ■ Ministeriale Dr. Heinz Fuchs, ;il quale vanta un' esperienza . decennale nella costruzione di '■grandi opere edili. Nel 1936 j egli rivestiva la carica di I Ispettore generale per le costruzioni stradali del Reich, IMue anni dopo entrava a far Mtàrte della Todt quale pieni■potenziarlo a Vienna per la costruzione di autostrade nel. Je Provincie danubiane e alpiine, e, nel l9/,2, infine, viene chiamato a far parte della « Centrale O. T. * di Berlino, quale plenipotenziario per le fortificazioni in Danimarca ed in Norvegia. Dal settembre 19J/S egli è in Italia con il compito di comandante il settore alpino dell'O. T. E', quindi, giusto che oggi noi si ricordi, accanto all'eroismo dei soldati di Kesselring che strappa espressioni di ammirazione allo stesso nemico, il nome di colui che a questi combattenti diede modo di contendere palmo a palmo il terreno della penisola all'invasore. Ai piedi di monte Alafìne, sulle pendici del Faggiola e sulla strada per Imola, nel tratto Firenzuola-Castiglione dei Pepoli l'ultima giornata di lotta non ha registrato vallanti e le ondate anglo-americane si sono tutte infrante di fronte alle linee della difesa. Nella zona adriatica, dove i britannici fanno di continuo affluire nuove forze, la situazione è saldamente in mano dei difensori e un'irruzione di rilevanti formazioni corazzate nemiche è stata contenuta sulle sponde del Rubicone, mentre pattuglie di avanguardia spintesi sino al piccolo centro di Poggio Berni e sulle rive meridionali dell'Uso, un fiumicciattolo che sfocia a Bellaria sono impegnate in durissimi scontri e cercano svincolarsi per sfuggire alla distruzione.

Persone citate: Bellaria, Heinz Fuchs, Kesselring, Rubicone, Todt

Luoghi citati: Berlino, Castiglione Dei Pepoli, Danimarca, Italia, Norvegia, Poggio Berni, Rimini, Vienna