La demagogia e il problema delle tariffe di cottimo

La demagogia e il problema delle tariffe di cottimo Le grandi questioni sociali La demagogia e il problema delle tariffe di cottimo gultbNon da oggi soltanto quelli che agli interessi dei diseredati han dedicato la pn-te migliore di se stessi, si sono sentiti accusare di demagogia. Con questa parola molte volte vennero stroncate sul nascere aspirazioni legittime, interessi vitali, problemi di effettiva consistenza e di vasta portila. Non sappiamo se la insinuazione sia da ascriversi all'inventiva polemica dei ceti privilegiati, ma tutto lo farebbe supporre. Ancor oggi se vi provate a discutere su questioni di carattere sociale ben di rado riuscirete a sottrarvi all'appellativo sempre molto comodo e sbrigativo di ^demagogo >. E tanto più i vostri argomenti saranno documentati quanto niagsriorc sarà l'insistenza degli accusatori. Demagogia: una. parola, che nell'Ululone di chi ia proferisce dovrebbe formare 11 corso della giustizia sociale mettere a soqquadro il movimento dei lavoratori, stringere in una morsa le rivendicazioni sindacali. Parlate della necessità di applicare rigorosamente un contratto collettivo, liberamente pattuito dalle organizzazioni sindacali: demagogia. Accennate al dovere di salvaguardare il lavoro delle donne e dei fanciulli: demagogia. Ponete in luce sfasamenti e contrattempi dei regolamenti interni di lavoro: demagogia. Cercate di stabilire 1 rapporti intercorrenti fra le categorie lavoratrici e le organizzazioni sindacali: demagogia. Ponete l'accento sulle questioni inerenti alle tariffe di cottimo: demagogia, a sentire codesti ripetitori instancabili de! ritornello non vi sarebbe che un modo per sfuggire all'accusa: mettersi dalla parte meno bisognosa di aiuto e chiudere gli occm sui_ le varie forme di infrazioni e inadempienze che affliggono le relazioni fra capitale e lavoro. Non prestare l'orecchio — tanto per citare dei fatti recenti — ai rilievi di quei lavoratori che da vari centri in dustriali lamentano le facili contrazioni delle tariffe di cottimo. Contrazioni? Il solito os servatore teorico o teorizzali' te chiederà non senza stupore: «. Esiste un contratto collettivo, che racchiude in se stesso delle norme molto chiare ed esplicite: fatelo applica re ». Bravissimo, ma è proprio nell'ambito dell'attuazione che incominciano ì e le pontestazioni. Alcuni lavoratori dicono: il contratto autorizza modifiche alle tariffe di cottimo, allorquando intervengono nella lavorazione delle modifiche di carattere tecnico. E' questo un varco attraverso cui è molto facile far passare della merce di contrabbando. Il datore di lavoro che voglia arbitrariamente procedere a degli « accorti » ritocchi di. tariffa può facilmente raggiungere lo scopo: gli basterà spostare un tavolo, modificare uno strumento produttivo, per potersi appellare alla locuzione contrattuale della modifica tecnica e giustificare innovazioni di compenso ed eventuali taglieggiamenti. L'osservatore addottorato in scienze sociali dirà: avete un mezzo semplicissimo per contrapporvi all'inadempienza denunciando il caso e instaurando la controversia. Ma a questo punto sarà molto facile far osservare all'uomo dalla molta erudizione e dalla poca concretezza, che la vertenza se è facilmente instaurabile, non è facilmente risolvibile. Intanto — afferma 11 lavoratore — consentitemi un rilievo pregiudiziale, questo: per evitare in partenza la possibilità di numerose infrazioni, l'industriale dovrebbe essere tenuto a notificare preventivamente alle organizzazioni sindacali le modifiche delle tariffe di cottimo. *. Avvenuta la comunicazione, il sindacato potrebbe .subito per mozzo delle commissioni interne, accertarne le cause e discuterle o approvarle a seconda delle immediate risultanze. Questo procedimento avrebbe il merito di semplificare l'azione e di eliminare dei gravi motivi di dissapore e di contrasto. L'operaio, infatti, che da un giorno all'altre vede diminuito il proprio guadagno, ha il diritto di sentirsi tutelato dalla propria organizzazione.- La tariffa di cottimo non dovrebbe mai essere unilateralmente imposta; per garanzia dei lavoratori e della produzione. Altrimenti finisce per essere un contratto viziato all'origine, perchè formulato da una sola parte e passivamente subito dall'altra. Tuttavia, è incontestabile che anche con la comunicazione preventiva delle modifiche di tariffa, non si può escludere la possibilità di un mancato accordo fra l'industriale ed il lavoratore. Nessuno pretende di eliminare dal gioco dei contrasti una diversa valutazione. Quei che si persegue è di giungere alla massima limitazione possibile delle vertenze. L'osservatore accademico, la cui agile penna è pari all'estrosità delle concezioni dottrinarie, opinerà: « mai contenti questi lavoratori; vorrebbero taJuna ^1 pozzo. Siete o non {^soddisfatti del collegio la si?,?;, i8tlt!ilt0 appunto per w£S?0n,? delle controversie m£ ? 1 ira.Ue- tariffe « «*«u ÌS*E 1,aciIe "spondere: la soddisfazione deeli onerai per il sorgere del coTgioPtecnico è stata grandissima, ma al momento giusto è mancato il coraggio di essere conseguente. UI8C . N,?" fSte 11 .viso stralunato e non al armatevi per questa affermazione. Sarà facile precisare. Ecco: per fronteggiare edrstfodssvSdcl'lititttrprdsuInt gistratura del lavoro. Ora se: in j un primo tempo codesta caute- |la nei poteri affidati al collegio tecnico, poteva essere spiegabile, in seguito alle soddisfa- efficacemente le controversie derivanti dal cottimo gli operai chiesero e ottennero la costituzione di collegi tecnici, formati da un rappresentante del lavoratore, da un rappresentante dell'industriale presieduto dall'ispettorato. Le funzioni commesse parvero subito importantissime. Si trattava di una prova di fiducia offerta dallo Stato allo categorie produttive e queste l'assolsero con molta sensibilità. Senonchè il funzionamento di questi nuovi organi pose in rilievo delle limitazioni troppo vincolatrici. Il Collegio tecnico, che per la sua duttilità e competenza è in grado di rendere notevoli servizi di prontezza e compiutezza, può risolvere le controversie, quando attorno aile soluzioni prospettate raccoglie, l'assoluta unanimità delle approvazioni. In caso diverso, la decisione non può essere impegnativa e tutto viene rinviato alla Ma- lnicpsuderddpd j èssere veramente tale deve po |tersi esprimere con tempesti¬ centi esperienze, c'era da supporre che nulla avrebbe potuto opporsi ad una definitiva ampliazione di autorità del caratteristico istituto. In questo senso le aspirazioni dei lavoratori vennero chiaramente espresse e vi fu un momento in cui parve ch'esse venissero accolte e sancite dai nuovi codici. Per contro, quel che avvenne è risaputo: il collegio tecnico continua a muoversi sul piedestallo utopistico dell'unanime decisione, mentre nell'eventualità di uno screzio il giudizio non conta e gli accertamenti tecnici saranno impegnativi per il magistrato, soltanto ove non si riscontri un palese errore, di computo o di valutazione. Perchè, alle solite, anziché essere conseguenti e procedere decisamente sulla strada dell' autogoverno giudiziario dei lavoratori, si è preferito perpetrare una finzione e affidare la vertenza alla Magistratura? Voi avete dimenticato — sembra ripetere il nostro interlocutore ■— l'unità giurisdizionale della Magistratura. Noi non abbiamo dimenticato un bel nulla e avremmo compreso il principio se questo avesse veramente la possibilità di estrinsecarsi, in rispon denza alle giuste necessità dei lavoratori. In materia si delicata non dovrebbe mai venire sacrificata in omaggio ad una teorica enunciazione l'attuarsi di una giustizia, che per espn va compiutezza. tempesti Pino Battoli

Persone citate: Pino Battoli