La "parte,, di Andrea Chénier

La "parte,, di Andrea ChénierLa "parte,, di Andrea Chénire Giovinetto allorché il Maestro Giordano m' accoglieva graziosamente e giocondamente fra gli ospiti della sua villa ver Danese (io lo sconfiggevo ogni volta a dama; lui però era più forte nel tiro a bersaglio-sorpresa !) non ebbi mai l'ardimento di confessargli quanto mi offendesse, a causa di troppo recenti ricordi di scuola, il « suo » Andrea Chénier. Che artisticamente la partitura, fosse ottima, a .me, nell'anno 1904, poco importava. Importava quanto del personaggio avevo saputo dalle pagine della France Utléraire, e quanto adesso ne ritrovavo nel libretto dell'opera. La mia adolescenza, ingenua e quindi esigente, ne era indignata. AnJrea Chénier quel grasso tenore che si esprimeva cogli accenti di Luigi IIlica? Andrea Chénier, quel villanzone che andava a tenere sproloquii socialisti nel salone d'una contessa, a disturbare madrigali e minuetti con dei rio sopra le righe, in cui da perfetto cafone vociferava che lui era un <t poe-eln «, e che quindi bisognava stare ad ascoltarlo? Quaranta, cinquanta anni fa, quanti autori s'erano messi a musicare dei poeti per uso esterno, dei paètc* jmur dame-i e per lubbioni sentimentali ? Dopo il Werth cr di Massenet era venuta la Boheme pucciniana, e dopo l'opera di Puccini quella di Giordano. Anche Rodolfo strepitava a Mimi, in un acuto che scrollava le porte del teatro, d'essere un « poe-e-ta » : cose che si dovevano dire, pareva a me in quel tempo, solo timidamente e sotto voce. Chi va urlando d'essere un poeta, o in scena o fuori di scena, non può essere che un cretino. Stoltezza aggravata di presunzione, quando, come liei caso di Chénier, per illustrare le proprie teorie libertarie si tirano in ballo — e con quali versi ! — addirittura il cielo e la terra: pioverei oro il sole... i: a lei serviva eli scrigno II [firmamento! Poiché in tal rrodo, sissignore il librettista aveva osato fare l'autore della Jeitne captive.: colui che, di madre greca come il Foscolo, veramente nel casto nitore della strofe era riuscito a imprigionare uno spiro dell'ellenica Musa, la cadenza dei venti e dei flutti pei mirti dei colli, pei greti delle Isole ! Il poeta autentico e il « poe-c-ta » del melodramma non avevano avuto in comune che una decapitazione : ma mentre quella dell'uno era una gentile e tremenda epopea, il ghigliottinamento deli'altro non appariva che un pretesto a un duetto d'amore, e quindi ad altri tìo e do diesis berciati sopra le righe : d netto non solo apocrifo, ma improbabile: in quanto il condannato da Robespierre non vide mai dalla sua cella neppure il volto di colei per cui compose, alla vigilia della morte, i! suo canto immortale: ed è appunto questa ignoranza, questo mistero, questo disinteresse, di vero gentiluomo e di vero poeta, «-he fa così commovente qv liuto in, extremis, alla gi ie compagna di prigionia. Giacche Andrea Chénier, quello della storia, fu un « intellettuale » degno di tal nome, e quindi un perfetto cavaliere. Indifferente, e forse avverso, ai principii dell'89, ei schierò nondimeno con la Rivoluzione non appena la seppe minacciata, uniti i soldati di Brunswick ai traditori di Coblenza, da un inondo di nemici j e non esitò ad avversarla, incontrando la mannaia, non appena Robespierre ebbe a infamarla nel delirio e nel sangue. Questo «intellettuale », insamma, difendeva sempre le ragioni dei deboli contro i forti, degli oppressi contro gli oppressori, dei giusti contro gli ingiusti. E non faceva l'attendista di nessuna fortuna politica: anzi si schierava, per innata generosità di signore due volte eletto, per diritto di sangue e per dovere di poesia, dalla parte della sventura. Non tutti sanno, infatti, che Chénier era nato «de Chénier». Buttò via il «de» in :i appena cominciò a verseggiare: la nobiltà dell'arte gli pareva dovesse escluderne ogni altra. Nè mai domandò ai potenti altra grazia 6e non quella, quando errassero, di poterli giudicare. Erano soltanto i « poe-e-ti » che domandavano loro, viceversa delle sovvenzioni. E infatti, unica grazia, costui ch'era

Persone citate: Andrea Chénier, Andrea Chénire Giovinetto, Foscolo, Luigi Iilica, Massenet, Puccini, Werth

Luoghi citati: Coblenza