Un giornalista nemico narra ciò che ha visto a Perugia

Un giornalista nemico narra ciò che ha visto a Perugia Mentre Roosevelt e Bonomi provvedono... Un giornalista nemico narra ciò che ha visto a Perugia L'arresto a Roma del senatore Giannini •• Sforza epura anche la Casa dell'ex-re - Altri 164 ufficiali licenziati Tangerl, 11 settembre. SI ha da Washington che Roosevelt ha esaminato con il gen. Williams O'Dwjer la grave situazione alimentare dell'Italia occupata. In proposito 11 Presidente nordamericano ha dichiarato all'agenzia Efe che, sebbene gli Stati Uniti e l'Inghilterra abbiano già inviato viveri all'Italia, i l.isogni di questo Paese sono infinitamente più gravi. A Roma Bònomi cerca, di correre ai ripari. Per rimediare all'irregolarità e all'insufficienza delle consegne di cereali da parte dei produttori, egli ha creato distaccamenti di polizia volontaria, che procede, ranno a perquisizióni presso 1 contadini nelle varie Provincie, allo scopo di stabilire l'importanza delle giacenze di cereali sottratte agli ammassi. Sono state annunciate pene estremamente severe ai trasgressori, in maggioranza contadini, e a tutti coloro che, dimostrando sfiducia nella moneta delle autorità d'occupazione, oppongono una resistenza passiva alle draconiane disposizioni emanate dal governo cir- 1 ca ls consegna dei cereali. Ciononostante la situazione alimentare continua ad aggravarsi. Un giornalista nemico fa la seguente impressionante narrazione delle condizioni in cui si trova Perugia: « Luce, gas e acqua mancano completamente. Sul mercato della verdura, dopo ore di attesa sono comparse alcune ceste di insalata, uva e melanzane. Ho pagato 450 grammi di uva 27 lire; il pane, non bianco, costa 48 lire al ehilogramma; la pasta 80 e 90 lire; l'olio è introvabile; il promesso caffè, non è ancora comparso. Alla richiesta di viveri fatta da! Comune, le autorità di occupazione hanno risposto che, •per il momento, queili che vi sono devono essere riservati alle truppe; in seguito ne arriveranno da Napoli. Le richieste di medicinali sono accolte con indifferenza. La diffusione della moneta d'occupazione ha svalutata la lira. L'amministrazione badogliana aveva organizzato una mensa comune, però, ha quasi subito cessato di funzionare per mancanza di viveri. Dopo l'occupazione del¬ o i ¬ la città, sono stati radunati gli appartenenti alle bande e dopo vivi elogi e da promessa di ricompense, sono stati invitati perentoriamente a consegnare in giornata le airmi. Intanto venivano schierati, agli imbocchi della piazza, due reparti di truppe coloniali e sono apparsi tre carri armati, come ammonimento. Alcuni le hanno consegnate, molti, invece, sono riusciti a fuggire e a ritornare alla macchia. Tutti sfuggono le truppe alleate ». Tutto questo non impressiona, però, i « governanti » di Roma. Infatti, d'ordine dell'alto commissario aggiunto per la punizione dei « delitti » fascisti — informa il «Notiziario delle Nazioni Unite » — è stato proceduto all'arresto del senatore Amedeo Giannini, già presidente della Commissione per gli accordi economici con la Germania, imputato di avere contribuito, con atti rilevanti, a mantenere in vigore il Regime fascista. E' pure stato arrestato l'èx-Federgle di Fresinone, Nicoletti. Lo stesso conte Sferza ha imposto la epurazione degli impiegati della Casa deil'ex-re attualmente al servizio di Umberto Carignano, senza che nè questi nè il padre fossero consultati, ^epurazione è in corso anche nelle Poste e Telegrafi, mentre il Ministro della! guerra ha licenziato 164 ufficiali, per aver prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale italiana, indipendentemente dalle sanzioni per l'epurazione. Al. riguardo, una nuova circolare dell'alto commissario insiste perchè « lo spirito delia legge per l'epurazione, prevalga nettamente sulla lettera ». In sostanza si vuol dare anrimmfnAvE ancora una volta l'imoressione che siano da escludersi dai rigori della legge quegli elementi che ebbero, si,'cariche, ma non a scopo di lucro, o per faziosità e avidità di potere. Infine si annunzia che è stato ordinato il sequestro dei beni di Dino Grandi e Giacomo Acerbo, nonché di Balella Giovanni, Gorini Alfredo fu Augusto, Gorini Alfredo di Alfredo, Morini Aldo e Morini Evelina.