Vita di Delano

Vita di Delano Vita di Delano n. Negli anni successivi Delano fu sempre un uomo politico 111 vista, ma una disgrazia lo mise in ombra per un certo tempo. Essendo destino che fosse colto da paralisi, gli capitò la paralisi infantile. Appena avuto il responso medico, egli non si acompose e disse: « Sono ormai adulto ed un uomo adulto non può essere vinto da una paralisi infantile ». Gli americani collocano questa frase insieme a quelle di Muzio Scevola, di Attilio Regolo e di altri erci della Storia. E' una questione d' gusto e di misura che non ci interessa. Dobbiamo riconoscere che Roosevelt ha sopportato la malattia con molta fermezza d'animo: essa però ha agito necessariamente molto sul suo organismo, sia dal punto di vista fisico che psichico e quando alcuni avversari ri chiesero che una visita medi ,. I m.J?frrll,flre S<? 16 SUe facoltaì Si ^Hn^T^permettere di continuare la !vita politica, senza pregiudi¬ zio per gli interessi "pubblici, ,si trovò la cosa molto natuHrale. Se quei medici avessero risposto con un fermo no, quante rovine sarebbero state risparmiate al mondo! Ma non fu così. Delano approfittò delia malattia per corroborare le sue tesi politiche con il conforto di studi più approfonditi. La diagnosi che faceva della crisi americana era esatta. La superproduzione non può trovare sfogo che nei mercati esteri, ma le altre nazioni non hanno sufficienti mezzi d'acquisto e per altro lo stratagemma di prestare denaro ad esse perchè acquistino merci americane è puerile, come sarebbe il tentativo di spingere una barca trovandosi nell'interno di essa. Scoperto il male, quale soluzione trovava Roosevelt? Nessuna. Avrebbe potuto fare una politica nuova, combattere il capitalismo e salvare il mondo, ma per servire fedelmente i suoi padroni plutocrati egli scelse la strada che doveva condurre alla rovina dell'umanità. La paralisi della vita civile mondiale fu preceduta dalla crisi americana. Il Segno della sua politica era la stessa impotenza, che scaturiva dal suo corpo, ' ìcupace ormai di articolarsi. La paralisi fisica di Roosevelt era il segno della paralisi economica e politica degli Stati Uniti. La crisi delTuno rispecchiava la crisi dell'altro. Di qui sorse il risentimento verso i regimi fascisti, l'invidia per Hitler e Mussolini, il complesso d'inferiorità che attanagliava ia giovane ed orgogliosa America. Inutilmente Roosevelt affermava ad ogni pie sospinto che « l'America è nuova » e che « possiede le grandi potenzialità della gioventù »; egli comprendeva che l'autentica giovinezza viveva in Europa e si allineava all'ombra dei gagliardetti di Mussolini ed Hitler, sluv, . , Egli allora finse di combat-|ter* lusurccrazia di essere Ldall altra parte della barrica- ta, contro i plutocrati, si ca-jmuffò ancora da sanculotto e disse nel discorso presidenziale del 1933: «Questi barattieri del denaro altrui sono fuggiti dai loro alti seggi nel tempio della nostra civiltà. Sarà possibile ora restituire questo tempio al culto delle verità antiche ». Ma i barattieri erano sempre al loro posto, egli stesso non credeva nelle sue parole ed il suo spirito rivoluzionario era solo un fatuo fuoco di paglia. In sostanza era legato a queste famiglie di plutocrati che lo avevano fatto salire ai più alti fastigi della vita politica. Posto al centro della vita politica dello Stato più ricco e potente del mondo, avrebbe potuto segnare l'alba di una nuova era di pace e di umana solidarietà. Ma non aveva la forza nè soprattutto la voglia, cosi nonostante il sorriso stereotipato egli fu d'allora in avanti il malinconico crimina. le, che conscio della sua inferiorità psiohica e morale e della sua illimitata volontà di distruzione, preparò meticolosamente il nuovo grande conflitto mondiale. Egli ne è il principale e il più sicuro responsabile. Cesi Roosevelt passò nell'età matura, con i segni caratteristici di chi si prepara a spargere torrenti di sangue. Il « play-boy », » l'enfant du bonheur » si trasformò in carnefice. Hoover s'illudeva di salvare il mondo dalla crisi, continuando nella sovrapproduzione e nella pace politica ed economica, ma Roo. seveilt denunciò l'impossibilità de! sistema egli sali al potere con nel cuòre e nella mente Ae. guerra, quaie unica soluzione possibile della depressione economica statunitense. Nel discorso di Chicago del 1932 egli aveva asserito chiaramente: ?Io m'impegno a dare un ordine nuovo al popolo americano. E' più d'una campagna elettorale, è una chiamata alle anni >• Nel discorso presidenziale disse che tutti devono farsi -un'anima da tempo di guerra ». La guer. ra era necessaria per mantenere alti i prezzi, vendere armi e speculare sulle rovine altrui. Intanto finché ncn era possibile scatenare il conflitto Roosevelt non poteva superare :1 problema della disoccupazione, senza lottare contro quel si stema capitalista a cui era legato. Dinanzi a lui stavano i molti milioni di disoccupati, l'è-! norme miseria di gran parte JVVJIU!'- IIIlùCUBl Ul gioii del popolo più ricco del mon- do. Ma come si poteva supe-! rare questi inconvenienti sen-jza andare al di là dei sistemi i •emocratici? Roosevelt si di-|batteva invano in questo di-jlemma H New Deail, ' proclamato •on la pubblicità delle pi" belle ragazze di Hollywood non •ta che uno specchietto per le allodole; in pratica gli americani continuavano a patire la fame e tutto il mondo era coinvolto e gettato in crisi dalla paralisi che attanagliava la vita economica statunitense. Il Presidente infanto non smetteva di sorridere o di recarsi a far crociere di pecca alle Isole Bahamas. C'era uh rnedo molto semplice per Hdurre la crisi dei suoi amici capitalisti: tenere alti ad ogni costo i prezzi. Cosi nella primavera del 1934, mentre Roo. sevelt era alla pesca, milioni di maiali e di buoi furono "maceilati, legati con dei cordoni metallici e con dei pesi di Terrò costituiti da binari ferroviari ed infine affondati nella parte più profonda del lago Mikingan a nord di Chicago. I pezzi di pelle di buoi che già si trovavano sul mercato, ven. nero tagliati e sepolti. Tutto questo aveva luogo solo per I evitare che d'abbondanza ai ì quella merce potesse influen^are il prezzo del mercato, ! Milioni df tonnellate di merce ,v5fliva?0 bfl'llclate, mentre H"f"V}eSi° JEEP0 lnt,enmna- bili file di disoccupati aspet tavano il rancio. L'ordine nuovo non era perfetto ma sarebbe divenuto migliore, lo annunciavano con canzonette d'occasione le bionde j/iris clic, con le gambe inguàinate in calze nere, ballavano il tiplap. Quando si pensa che questo stesso uomo vorrebbe erigersi a salvatore dell'umanità ed ha la spudoratezza di annunciare del programmi per il nuovo assetto mondiale, Ve da rabbrividire. Se egli vuoie adesso dare a tutti i popoli la « libertà di nutrirsi » e promette vitto e ricchezze a tutti, noi ci domandiamo perchè egli non abbia distribuito prima ai popoli poveri tante ricchezze invece di distruggerle. Dipendeva da lui, entrando in un piano di collaborazione mondiale, fornire materie prime e merci in quantità tale da permettere una ripresa della produzione americana e contemporaneamente di quella delle altre nazioni. Ma cosi non volle; dal 1933 unico ed incontrastato dominatore della vita politica statunitense, egli è il vero responsabile del conflitto. Se l'America è entrata in guerra dopo l'Inghilterra, lo ha fatto solo per vendere le armi ed acquistare cosi le preziose riserve auree inglesi, ma quanto a vera responsabilità, non c'è dubbio che essa spetti in gran parte agli Stati Uniti. Fu Roosevelt che, appena salito ai potere, contro ogni previsione e tra lo scandalo dei suoi stessi sostenitori, strinse amichevoli rapporti con l'U.R.S.S. Churchill era allora un fiero oppositore dei bolscevici, ma Roosevelt, lungimirante, per primo in tutto il mondo, concepì l'accerchiamento degli Stati fascisti e del Giappone, la necessità da isolarli per tentare di strezzar]i pa|aando sopra fiumi di La* e di ,.ov,ne' Tulto que. Bt0 venne concepito oltre diejci anni 0r sono da una sola mente, da quella di un uomo, cui la paralisi conferisce una tendenza drammaticamente criminale. Ligio solo agli interessi della oligarchia plutocratica, egli ha gettato il mondo nella rovina con mente deliberata, con chiara coscienza, attraverso le temporanee allucinazioni del suo cervello di malato. Bisogna leggere i discorsi del 1936, '37 e '38 per vedere come Roosevelt preparasse la guerra. Egli preferiva al sangue di tutta l'umanità l'alto tenore di vita di un'aristocrazia di connazionali. E' significativo il fatto che egli abbia dato ordine di cessare la coltivazione di molte terre degli Stati Uniti perchè la sovrapproduzione minacciava di » rendere impossibile il tenore di vita americano ». Così molte fertilissime terre ridiventarono steppa e jungla, si ordinò di uccidere i porcellini ed i vitelli appena nati e di non coltivare campi, e tutto perchè Deilano, il grande civilizzatore, non voleva che i prezzi si abbassassero. Che valore possono avere dunque le frasi di Roosevelt nelle quali egli imbroglia il popolo americano ed il proletariato di tutte le nazioni con la sua falsa e rettorica democrazia? Il valore delle fedi tradite in partenza. Tipica, per definire l'ipocrisia di Roo. sevelt, è rimasta la sua frase: « Bisogna avere il coraggio dei giovani ». Di quali giovani Delano intende parlare? Forse del coraggio dei giovani assassini volanti che scaricano bombo ad alto potenziale su popolazioni inermi, monumenti ed ospedali? Forse si tratta appunto di questo coraggio, del tutto simile al coraggio fimi do e lucido con cui Roosevelt ha preparato e scatenato il conflitto. Un coraggio triste e senza la luce della fede .• della speranza, che dcn>d dalia disperazione e che trova nella paralisi fisica e mentale del dittatore statunitense la prima e più fondala ragióne di essere. Fausto Brunelli