Nenni e il partito d'azione sperano ancora in Churchill

Nenni e il partito d'azione sperano ancora in Churchill Dopo aver distrutto la Patria Nenni e il partito d'azione sperano ancora in Churchill Tangeri, 14 agosto. Il Servizio britannico di informazioni riferisce che il Sottosegretario di Stato americano alla guerra, Patterson, e il Comandante dei servizi dell'esercito statunitense sono giunti in Italia per ispezionare le installazioni militari dello scacchiere mediterranee. Questo arrivo è messo in relazione con il viaggio di Churchill e i suoi colloquii, al Quartier Generale italiano, con il generale Alexander. Data la situazione, italiana e i recenti avvenimenti che ad essa si ricollegano, era anche naturale che gli agenti politici della Capitale approfittassero della presenza di Churchill in Italia per riagitare tutte le scottanti questioni che Tendono la loro vita pubblica cosi precaria e quella delle popolazioni delle terre invase cosi tragica. In prima linea, Pietro Nenni, nella sua qualità dì segretario generale del partito socialista italiano, ha diretto dalle colonne dell'Alianti.' una « Lettera aperta » al partito laburista britannico, il cui testo è diramato dal « Notiziario delle Nazioni Unite». L'autore 'della lettera dice che a suo giudizio, è giunto il momento di pensare alla riunione delI l'Internazionale operaia socialista e dell'Internazionale sindacale, ed ammonisce, quindi, i «compagni» del Partito laburista, « che sarebbe quanto mai inopportuno che il movimento operaio socialista attendesse, per riunirsi, ia conclusione della pace, come fece nel 1919, perche allora arriveremmo una volta ancora troppo tardi ». A questa parte della lettera aperta, ne segue un'altra di gran lunga più interessante, nella quale, invece, Nenni espone al Partito laburista britannico le catastrofiche condizioni in cui versa l'Italia invasa. Dopo averne rilevata la posizione nei confronti degli « alleati » e la situazione particolarmente grave in cui si è tenuto a trovare il nostro Paese, in seguito alla sua trasformazione in campo di battaglia, voluta da Badoglio e compagnia, l'autore della lettera segnala « la gravissima crisi interna, cagionata dall'insufficienza degli approvvigionamenti dei centri urbani più importanti, dalla mancanza di carburante per la ripresa dei lavori agricoli, e dell'impossibilità di corrispondere ai lavoratori paghe adeguate al costo della vita ». rclncldzpnlli relazione a tali condizio-ini, Nenni richiede che i rap-|porti delle Nazioni Unite con;l'Italia siano ispirati a senti- menti di fraternità, che nea-Usuna ingerenza si eserciti sulipiano della nostra politica interna, e che, infine, il nostro popolo sia aiutato per riorganizzare i trasporti che sono la chiave di volta della rinascita materiale del paese. Non c'è bisogno di un grande sforzo per comprendere quanto sgradevole sia stata l'impressione suscitata da quest'ultima parte della lettera del Segretario generale del Partito socialista italiano, negli ambienti • alleati » di Roma, in Inghilterra, negli Stati Uniti e nell'Unione sovietica, giacchè essa equivale ad un atto di accusa contro gli anglo-ru5.30-americani, colpevoli di non trattare umanamente gli italiani delle Provincie occupate, di ingerirsi nella politica interna del « regio > governo e di nulla fare per riorganizzare i trasporti nell'Italia invasa. Ma, detto questo, sebbrre il passo di Nonni sia da mi ttersi, per la sua chiurezza e, diciamolo pure, per il suo coraggio, accanto alla lettera di Benedetto Croce, praticamente che cosa si può. sperare da esso? Il meno che si possa dire, è che Nenni è un ingenuo Ciò vale pure per l'« Italia libera », organo del Partito diazione, che ha rivolto, dal canto r.uo, una « Lettera aperta » allo stesso Churchill. Questa lettera dice: «Mentiremmo a noi stessi nei vostri confronti, se dicessimo che tutto è andato bene per quanto riguarda la ricostruzione e la rinascita della nostra Nazione. Siamo sottoposti alle clausole di un dure armistizio, ma non possiamo nascondere che le nostre sofferenze sono davvero grandi nel vedere che, dopo tanti avvenimenti, noi siamo con.= i(lerati nemici dellr « Nazioni Unite », dei nostri •iliberaiori ». Vorremmo sapere in b.ise a quali leggi di g iena siaino^^ov^rri^tjj^EJaJe^g^ ra conclude sollecitando Churchill a perorare la causa dell'Italia al Parlamento britannico, e presso gli « alleati ». Anzi l'ingenuità si basa anche su una memoria alquanto labile, giacchè le sofferenze dei nostri disgraziati connazionali «ielle terre occupate, se per una parte sono il prodotto della indifferenza anglo-americana, per cui alle popolazioni straziate dalla guerra è venuto a mancare ogni aiuto esterno, per un'altra parte sono il risultato delle sistematiche distruzioni di città e villaggi, compiute da un nemico che obbediva e seguita ad obbedire al dettato proprio di quel Churchill ,oggi invocato, che bandi la guerra scientifica dei bombardamenti sulle popolazioni inermi.