Incertezze e orientamenti

Incertezze e orientamenti Incertezze e orientamenti Due italiani si possono tro-ivare — uno che parteggi per una sperata liberazione ad opera degli invasori, l'altro che creda nella legittimità del- la Repubblica e voglia difen- derne il territorio — i quali, riconoscendosi oneste persone, non vendute a nessuno, non le- gate ad interessi venali, siano pronti a dirsi il loro atto di fede e commentarlo e spiegar-,lo, pronti a ricredersi se l'ai tro lo convincerà, pronti ad accettare le verità, che balzeranno dal confronto e a servirle con lealtà? Difficile, ma non lmposstbile. E per conto nostro vorremmo rivolgerci non ad un solo, ma alle migliaia di bravi uomini che ci ritengono loro avversari e addirittura oppressori, o al servizio degli oppressori < borghesi », semplicemente perchè vogliamo restare buoni italiani: senza sapere che noi, i « borghesi », li vediamo tutti — proprio — dalla parte dove sono i loro stessi antagonisti proletari. E' la storia più vecchia del mondo, incominciata con l'apologo di Menenio Agrippa sull'Aventino, continuata fino all'occupazione delle fabbriche nel 1919 e ripresa ora, in Ita lia, con le parallele posizioni del ricchi privilegiati e dei lo ro sfruttati di fronte alla guerra; è storia vecchia, crudele, beffarda che i più abbian sempre finito per consegnarsi legati alla volontà dei meno: come stanno facendo ora — se non se ne accorgeranno in tempo — i lavoratori italiani, i quali — in larga parte ■— « sperano » e giurano nella disfatta tedesca e nella occupazione anglo-americana. Molti lavoratori mostrano di preferire l'Ideologia di Mosca, ma hanno sperimentato soltanto, la nostra. Di questa si sono visti e si vedono i meccanismi e le loro deficienze e insufficienze; l'altra appare più seducente, nell'alone delia lontananza; sembra che appagherà in noi (ma non lo ap te e pronunziate: una di qui con i valori tradizionali dello spirito umano fusi brillantemente In armonie appagatoci del sentimento patriottico e familiare: l'altra di là, con l'arido assunto di compiere una trasformazione economica mondiale senza neppur più il trinomio «(libertà fratellanza eguaglianza » che almeno era. nei termini laicali del XVIII secolo, il ricordo delle virtù teologali: fede, speranza, carità. Cosi le inimicizie dei popoli, che si manifestavano nelle lotte tra gli stati, sono trasferite in gran parte sul piano sociale nell'interno delle nazioni. Non si sa, oggi, se debbansl temere di più, reciprocamente, due combattenti di qua e di là dal fronte, o due inquilini che si dirimpettano nella stessa casa: uno fascista, repubblicano, o puramente simpatizzante del P.F.R.; l'altro comunista, o simpatizzante dei sovleti, o appena desideroso che i sovieti giungano a mettere a posto il tale ed il tal'altro che gli hanno fatto torto. La politica è dunque un gioco ed un'ostinazione ? Un tale mo, persino con umiltà, se questo può giovare; e se poi ritorceremo T'accusa non saràtanto per prenderci rivincite polemiche, ma per mettere idue pesi sui piatti d'una bilan-eia onesta In questa guerra le « nazio-ni unite ^ non hanno mai pal-pltato di democratico affetto per 1 popoli quando la Germa-nia rivendicò i Sudeti e quan- do — auspice il pangermane- simo culturale e linguistico — il Reich si annette l'Austria, Le inazioni unite - consuma- rono un'ipocrisia fingendo di commuoversi per quei poverinpolacchi che avrebbero devu- to accordare alla Germania... una strada in attraversamen- u,,a ••"«*"« !" al"f.^A " • h.aél corridoio d. Danzi», onde cong.ungere al corpo ria- zionale tedesco la disarticola- , |a Prussia orientale. Le palpi-,tazioni delle • nazioni unite », cioè dei monarchi della rie-1 chezza mondiale, nacquero' perchè tali manifestazioni vo- Inessun dubbio, che un popolo di cento milioni aderiva com patto ad un governo, anzi ad un regime, che faceva sul serio una politica sociale che guai a subirne il contagio. A impressionare un miliardo di uomini non ci vuol molto, se ci si mettono la radio, la stampa ufficiosa. la banca in ternazionale e Service; e i primi a bere"gros s0 furono, con la regina Guglielmina e lì re d: Norvegia, gli operai laburisti inglesi ! l'Intelligence lele ffolle del Bel paese. - |Non per questo la guerra ! Ila dimesso il suo senso ideo- togiro; le sue sorti sarebbero!decise da qualche anno, con pieno vantaggio dei lavoratori trades unipns americane e ìe iiIpaga in Russia, dove pure esi- stono polizie) l'istinto della protesta e il desiderio di ab-battere e squinternare tutto il creato. Al solo pensiero di po-ter gridare: — Abbasso qui,abbasso là... —■ certe nostre conoscenze venderebbero tutte le primogeniture. Del nostrOregime sappiamo che compor-ta una tal quale disciplina —non molta, a dir vero — e ladisciplina contempera la liber- , tà. Il lieve fastidio è stato ta-|lora inasprito (lo sappiamo I noi che scriviamoi dalle mutili (intransigenze e dalle dlvcrten- ; ti paure di qualcuno, messo afar la guardia alla disciplina nei posti secondari. Le correnti si sono delinca-dice d'essere comunista e. non c'è santi, il comunismo deve trionfare anche se. adesso co- me adesso, non sa proprioquale pietanza sarà? . * * Tra uomini di buona fede la domanda è ancora possibile. Cosi, a un comunista che ci accusa di non avere ideali, non faremo l'ingiuria di non rispondere; ma ci scagionere- idt tutto il mondo (unitevi!) se i lavoratori delle « nazioni unt te > avessero fatto piazza pu lita dei re a Londra e della democrazia a Washington. Ma i savi di Sion la sanno più lun ga di tutti, e si appoggiano alla stupidità dei lavoratori di qualunque patria e categoria, Così, siamo e. quest'assurdo: che i governi accusati di hber, ticidio si battono per l'emanci- pazione dei popoli; e che i popoli « socialdemocratici » si alleano oon la casta plutocratica dei loro paesi. Nello sviluppo dell'enorme nonsenso hanno l'aiuto del negus e le simpatie di una metà (?) del popolo italiano. Ma per confusi che siano gli eventi e gli animi, nessuno sarà cosi cieco e sordo da non vedere e sentire che il protagonista e 11 colpevole dell'orrendo macello è il capitalismo, e che questa, per il proletariato — non importa di quale lingua — è l'ora di Spartaco, non quella di Masaniello. Allora, perchè lavoratori italiani parteggiano apertamente, o in cuor loro desiderano, o si rassegnano a un trionfo (In Italia e In Europa) d'armi capitalistiche: trionfo che porterà in tutte le | aule scolastiche il ritratto di Marx, magari, e che darà, a chi la vuole, tutta la libertà di vociare; ma darà anche al capitale la libertà di moltiplicarsi... sulla divisione del lavoro e sulle divisioni dei lavoratori ? Si. lo sappiano che c'è la sopraffina speranza — in molti una certezza — che poi il bolscevismo farà giustizia del capitale. Però, se cosi fosse, sarebbe questa la soluzione migliore per le categorie lavoratrici, cioè per la stragrande maggioranza del popolo? E metterà il conto di demolire istituii vigenti ed efficienti, strutture sociali collaudate soddisfacentemente, usi e costumi che sono la caratteristica della razza e il fondamento della morale, per sostituirvi dualista, * * fascismo o comu- Dunque : nismo ? Partiti socialisti entrambi;, j U P/irao ci sembra meno im^ ' Perfetto pm adeguato, in ogni modo al momento storico uni I versale perche è un progresso | rispetto al secondo. Questo è ; ffiPLf?^? ancora nel mito a Per ottenere ciò, il comunismo (la fatica, il disordine e l'incognita d'una instaurazio¬ Ine comunista) non è necessaà. rio. Per ottenere la disfatta del capitalismo — ma non urillate, non scappate! — basta -ila Repubblica sociale, con le ìsue premesse, gli ordinamenti -,che si darà, la costituente che -!rlovrà essere organo permao inente di vigilanza costituzto-:nale e di revisione esecutiva, - Basta la socializzazione: os- sia non basta. La socializza— zione è un aspetto economico della, repubblica. L'aspetto so ciale è d'altra natura: stori camente esige !a misura esatna della nostra tradizione e del nostro temperamento naziona ie: quando, s'intende, uscita dal marasma, la nazione avrà oal marasma, la nazione avrà riprese le sue dimensioni na turali. Oggi è troppo scarnita ,e deperita e nessun vestito le ,starebbe bene. Ma quale avrà ripreso m, essere domani rl- 1 vóluzionaria ' IstPtuihÌY,. ^.n^n-'^.^ ,nsQì donna di proprotesa da una inso- -.petto ed il suo assetto sociale saranno come l'annunciano i suoi Figli che caddero araldi del suo destino. A patto che il nemico non prevalga; che l'invasore venga, un giorno o l'altro, scacciato. Perche se la democrazia ! prende un po' di piede, hai vo- ll?ia cl'in.v°care » comunismo. i3i, un rivolgimento verrà; ne verranno due. tre: ma se intendi misurare la distanza che fi- 8daU'evento finale sul- |anche se sei giovane, tu nri ! X?!1'*1 ìa «sfatta del capita L'.T Se ?on, 10 st'""zzi, au!? ?-con l€ le£Si della Re iin.ì,""8^6^ J?!!!?_.tua vita- ipubblica. I Alfredo Colombo ; istituti nuovi di cui — In fona] do — poco sappiamo, ma quel p0CO è sufficiente a renderci j peritosi ? -. Questo è il punto. Cerchia!mo _ mancia competente — e hj comunista che sappia che e I cos'è jj comunismo, e quali O| progressi potrà recare il co-i munismo alla società umana, —| e come, per tale fine, potrà esa|sere instaurato in Italia, e' - auali vantaggi ne avrà il la-,,-oratore non in quanto la-i o voratore, ma. in quanto « uo i j rno s e nan uomo econt- mjc0 solamente, ma pensa. -I a, t6i flm:inte, orante, animaa. je sociale e segreto, espansive ; e solitario, umanitario ed ego-j -; centrico, collettivista e Indivi-! internazionalista, sparpaglia fermenti classisti sulla crosta terrestre con criterio estensivo e, propugnando la dittatura d'una classe, attua un imperialismo senza impertalità che riesce a fare di Mosca il centro — la centrale — più imperialista dell'universo. Italiani e tedeschi hanno superato questa fase incantata del socialismo, ne hanno lasciato lontano il pericolo e, sotto dittature personali, come si conviene a rivoluzioni in atto, tentano non la dittatura di una classe ma la fusione delle classi. Abolite le classi mediante l'eguaglianza dei doveri e la perequazione dei profitti, il lavoro si redime e il cittadino consegue la sua libertà individuale. Non è vero che arrlc- ; chirà (perchè se ciò fosse non I si tratterebbe che di un sem ì plice cambio di guardia alla 1 detenzione del capitale, e le cose resterebbero come prima, peggio di prima), ma il la- voratore avrà tutti i beni che ! nella nazione saranno resi di '• sponibili dalla caduta dei pri | vilegi usurari, i

Persone citate: Agrippa, Alfredo Colombo, Marx