Bilancio di un viaggio

Bilancio di un viaggio Lo nota della " Corrispondenza Repubblicana „ Bilancio di un viaggio La Corriipon densa Repub- Isblicana dirama la seguente i znota n. 65 dal titolo «Bilancio', di un viaggio ». ; lLa'recente ispezione del>qDuce alle truppe italiane m baddestramento in Germania ! na coinciso quasi con il primo i sanniversario del colpo di ! Stato regio, preludio necessa- 1 e ;vasore; rio al tradimento de] settembre. Ciò ha contribuito a darle, accanto ed oltre il dolore contingente, un significato simbolico di cui hanno dovuto tenere conto, volenti o meno, tutti i commentatori e gli osservatori, da questa o dall'altra parte della barricata. Con l'approssimarsi del luglio, una domanda si poneva ogni giorno più urgente: in quali, condizioni si sarebbe trovata l'Italia ad un anno di distanza dall'inizio del suo sfacelo e dopo aver affrontata una delle crisi più vaste che la storta dei popoli ricordi? La risposta è venuta appunto dai risultati del viaggio j mussoliniano; ed è di tale evidenza che non riesce facile fraintenderla, anche con la maggiore buona volontà. Il tradimento compiuto al danni del popolo italiano aveva posto tré grandi ordini di problemi: quello territoriale dell'occupazione di parte del suolo patrio ad opera del nemico; quello spirituale dell'unità morale de! popolo; quello istituzionale, infine, della ricostruzione di un organismo statale e di un esercito capace di fare fulcro per la rinascita. L'opera di ricostruzione doveva ovviamente cominciare dal terzo degli accennati problemi, necessaria premessa per gli altri due. Si ricostruì, cosi, su basi nuove, lo Stato; si fece funzionare l'amministrazione; si stabilirono e si attuarono del principi intorno a cui potrà attuarsi l'incontro di tutti gli italiani, quando si saranno un poco placati gli odi di parte scatenati da una collettiva ventata di follia e dall'azione distruggitrice della propaganda nemica. Ma, se la Repubblica Sociale cominciava ad essere una realtà viva ed i suoi istituti ridavano al migliori fra gli italiani il senso dello Stato e della Patria, restavano, tuttavia, sospese alcune grosse pendenze su cui si appuntava' ironica e malevole, l'attenzione dei nemici e dei dubbiosi. Fra esse, due acquistavano particolare valore per i loro riflessi immediati e remoti: la questione dell'esercito disclolto nel settembre, alla cui ricostruzione era ed è legata la possibilità di essere ancora una nazione e di contribuire alla lotta contro il nemico ine quella degli inter- fonte di un innegabile .'nati seuso di disagio nella popola zione. Durante il viaggio del Duce, le due pendenze sono state li- qu>date. La consegna delle bandiere di combattimento ai ! reggimenti delle prime Divii sioni italiane approntate in ! Germania è stato il riconosci 1 mento ufficiale del raggiunto j a i i e e ' . o o a o a a e - e o ? ? i e , i e, à a, n k di l i e d a e, e a ernr o l o e . i e e ei si ei e to loro grado di efficienza. Il primo nucleo del nuovo Esercito è, dunque, pronto a combattere; ed Intorno ad esso già fanno corona 1 reparti costituiti in Italia e gli organismi militari affiancati all'Esercito con struttura e compiti speciali: in particolare la Guardia Nazionale Repubblicana e le Brigate Nere. Tra poco, un'aliquota non indifferente delle Forze Armate italiane raggiungerà, sulla . linea del fuoco, i reparti di volontari che già hanno dato prova di sè, tenendo alto il nome d'Italia nelle ore più bude. D'altro canto, i colloqui con il FUhrer hanno definitivamente risolto il problema degli internati, che cessano di essere considerati prigionieri di guerra per assumere la qualifica di liberi lavoratori 0 di ausiliari e'-Ila Wehrmacht. La dignità p^'sonale dei singoli ed i desideri delle famiglie trovano, cosi, un punto di contatto con 1 supremi interessi della guerra che impongono di concentrare in essa ogni energia individuale e collettiva. Tutto questo non è che un cominciamento. E può sembrare piccola cosa a chi attendeva dagli uomini i miracoli che solo Dio può fare o a chi guardi le cose dalla superficie o anche a chi affretti nella speranza e nell'immaginazione gli eventi. Ma è molto per chi sappia bilanciare le cause e gli effetti, per chi si volti indietro a guardare la via percorsa in un anno e misuri la profondità dell'abisso da cui ci si deve risollevare. E' moltissimo se ci si proietta nel futuro e si prendono in conside razione le prospettive che ci al aprono e le certezze che ci attendono. Intanto l'esame obiettivo del fatti porta ad una considerazione di capitale importanza: la situazione del settembreottobre '43 è capovolta. Potevamo allora essere considerati un popolo di traditori che la Germania avrebbe avuto il diritto ed il dovere di trattare cqn spietata durezza; e se anche fin dall'inizio fu chiara negli alleati la tendenza a ristabilire i primitivi rapporti dì collaborazione con quella parte del popolo italiano ebe al tradimento non aveva consentito, ci trovavamo tuttavia in una condizione di inevitabile inferiorità. Questo si sta superando II merito del capovolgimento va alle capacita di ripresa del popolo, allo spirito ed alla tenacia dei fascisti, all'opera di alcuni uomini; ma soprattutto all'attività personale del Duce che si & assunto e sta conducendo a termine il ponderoso Incarico di liquidare il passato e di creare l'avvenire. E' naturale quindi che 1 risultati si rivelino con particolare immediatezza proprio in occasione di un suo viaggio ufficiale in Germania. Ma il significato del viaggio noti si esaurisce nell'ordine delle istituzioni e dei fatti più facilmente constatabili. Esistono altri elementi, maggiormente difficili a valutare, di cui l'interprete coscienzioso deve tenere conto:1 gli eventi nell'ordine dello spirito. H soggiorno mussoliniano in Germania è stato caratterizzato dalla calda accoglienza della popolazione e dal fervido entusiasmo delle truppe italiane. Sono due lati di cui occorre, in sede di bilancio, valutare l'importanza. Il ritorno in Patria delle nostre truppe ed il loro impiego sono destinati proprio per questo spirito che li anima, ad avere delle ripercussioni immediate, se non sull'andamento delle operazioni — dove il contributo italiano non può essere per ora risolutivo — già sulla situazione dell'interno, dove la loro presenza contribuirà, insieme alle prime notizie sulla nuova situazione degli internati, a distendere gli spiriti ed a rasserenare tante famiglie; dove il loro comportamento sarà d' esempio a molti dubbiosi, il loro entusiasmo trascinerà molti deboli, la loro azione ripulirà molti angoli morti. Il bilancio preventivo si collega, cosi, a quello consuntivo e lo supera, anche perchè, se noi possiamo individuare facilmente le conseguenze immediate, ci riesce più difficile stabilire quelle remote. Sappiamo soltanto che è dei popoli come d?:ie valanghe: una volta superati gli ostacoli iniziali, il moto accelera e la massa cresce per virtù del movimento stesso. La manovra nemica per eliminare l'Italia dal combattimento che cominciò il 25 luglio dell'anno scorso e sembrò giungere a conclusione l'8 settembre e, dunque, fallita. Cosi come è fallita clamorosamente l'altra manovra tendente a distruggere col tradimento e l'assassinio l'unità spirituale germanica. E' sintomatico ed augurale che il rientro del Duce dalla Germania coincida con la definiti'-i eliminazione della cricca colpevole dell'attentato ad Hitler del 20 luglio. Diverse furono le condizioni ambientali e le contingenze; diverso lo svolgimento, diversa la profondità della pugnalata inferta al corpo vivo della nazione, ma il processo di rinascita italiana e quello di irrigidimento e rafforzamento in Germania nascono dallo stesso spirito e giungono allo stesso risultato: a serrare le file per proseguire, eliminata la cancrena del tradimento, la marcia comune.

Persone citate: Duce, Hitler