Le giornate di Mussolini in Germania fra Alpini, Bersaglieri, Marinai e Fanti
Le giornate di Mussolini in Germania fra Alpini, Bersaglieri, Marinai e Fanti Mentre il risorto Esercito italiano si appresta a riprendere la lotta Le giornate di Mussolini in Germania fra Alpini, Bersaglieri, Marinai e Fanti Le parole dei Duce alle Divisioni in procinto di rientrare in linea - Il perfetto grado di addestramento raggiunto in pochi mesi nel clima guerriero della Nazione amica - Superba manovra di fuoco compiuta dalla "Littorio,, alla presenza del Gapo fi Duce sarà fra poco tra loro. Il vasto piazzale è adorno di bandiere tricolori e rosso-uncinate. Reparti germanici d'onore sono schierati ai lati della tribuna. I piumetti si agitano al vento. Sono i « suoi » Bersaglieri, quelli che lo ricordano fante piumato, che rivendicano di fronte agli altri soldati un privilegio per quello che in gergo militare si chiama • « spirito di corpo », per un'eredità che maggiormente li impegna. TI Maresciallo Graziani precede l'arrivo del Duce. Il comandante della Divisione, colonnello Mainardi, gli presenta la forza e lo accompagna in -una prima rassegna. Alle ore 10,30 giunge il Duce, accompagnato dal gen. istruttore Oktoen e dal Dopo avere passato in rivista il reparto degli istruttori germanici, inizia la visita ai nostri reggimenti. Il reparto esplorante dei Bersaglieri si presenta in maniera impeccabile. Gli uomini stanno rigidi sull'attenti, e rispondono con orgoglio allo sguardo del Capo. Al termine della rassegna Mussolini si porta alla tribuna e rivolgendosi agli uomini dell'intera Divisione rivolge il proprio saluto. «Salve camerati della Di¬ . ! fSSf^ X visione "Italia"!». «Salve, Duce » rispondono essi. Anche presso questa unità, Mussolini pronuncia un discorso. Egli dice: -•• Ufficiali, sottufficiali, graduati, soldati della Divisione "Italia"! «Voi avete un grande onore. La vestra Divisione si chiama col nome immortale della Patria. Da oltre un secolo voi s'ete rpn solo per il Popolo italiano, ma anche per tutti gli altri popoli il simbolo dell'Esercito italiano. Quando sfilavate al passo di cor-a cadenzato dagli squilli gioiosi delle vostre fanfare, il Popolo italiano si riconosceva In voi e vi considerava i rappresentanti eletti della nostra razza. Oggi;vi siete presentati in un modo che merita il più alto elogio. Siete venuti ad addestrarvi in un paese amico e alleato che ha tradizioni militari gloriose e secolari. Voi tutti siete stati in linea fin dall'infausto 8 settembre, quando interi reparti si' schierarono a fianco dell'alleato germanico. Voi tutti sentite che in questo momento è supremamente necessario riprendere le armi per cancellare la pagina dell'8 settembre nell'unico modo possibile: con il combattimento. Vi ho consegnato le Bandiere, le bandiere della Repubblica Sociale Italiana e vi domando: Siete voi pronti a difenderle anche col sangue?». Dalla massa degli armati si eleva un entusiastico: «Si». « Sono sicuro che voi porterete la vostra Divisione che reca il nome d'Italia verso la riscossa ». Al termine del discorso 1 colonnelli comandanti i Reggi menti ricevono dalle mani del Capo le Bandiere di combatti mento. Dopo la simbolica con segna del vessillo, che sarà la insegnaci lotta e di riscatto, Mussolini passa alla promozione di sottuffici-ali e ufficiali che si sono particolarmente distinti durante il laborioso periodo dell'addestramento. Anche qui, come presso la Divisione « Monte Rosa », gli uomini si stringono intorno' a Lui e gli gridano la loro fede. Segue il rapporto agli ufficiali, mediante il quale il Duce e il Maresciallo hanno preso'atto delle varie necessità della Divisione e dello spirito dei quadri. Il Duce rivolge la sua parola agli ufficiali, e ricorda loro che bastò un semplice comunicato alle ore 20 dell'8 settembre per polverizzare un'intera organiszazione militare; ma non busta un ordine del giorno per ricostituirla. Come non si improvvisa un Esercito, così non si improvvisano dei soldati. Occorre una preparazione tecnica che non sarà mai sufficiente; e accanto alla preparazione tecnica una foì.va di volontà e uno stato morale senza riserve ed equivoci. « lo dichiaro — dice Mussolini — nella maniera più formale che chiunque abbia delle riserve più o meno vicine o lontane quegli è da me considerato fin da questo momento un autentico traditore. Una decina di partiti più o meno rettificati intende rappresentare l'Italia nel territorio dove gli anglo-americani comandano. Ma per me e per voi oggi non vi è che un'Italia quella fascista della Repub blica Sociale ».
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