La Magistratura del Lavoro e i nuovi ordinamenti
La Magistratura del Lavoro e i nuovi ordinamenti La Magistratura del Lavoro e i nuovi ordinamenti e e c e e i e ) d . e a r n i , i o n - , o ó - ; Nessuno —■ che a noi consti — discutendo i nuovi ordinamenti ha fatto riferimento alla Magistratura del Lavoro. Eppure un problema cosi importante non può restare nell'indecisione, sospeso a mezz'aria, mentre i rilievi e gli appunti degli ambienti interessati vanno facendosi sempre più intensi e gravi. La giustizia nei rapporti di lavoro non ha soltanto bisogno di chiare disposizioni da osservare, ma necessita di un'attuazione se non immediata, almeno rapida e tempestiva. In concreto, invece, avveniva ed avviene precisamente il contrario. Nonostante le sollecitazioni delle autorità e le innovazioni procedurali, i giudizi concernenti le controver: sie del lavoro vengono quasi ^empre emessi all'insegna del Scampa cavallo che l'erba cresce ». Colpa del magistrato? Neppure per idea. La regione di questa giustizia dipanata con il rallentatore, deve, nella maggioranza dei casi, ricercarsi in una struttura organizzativa sproporzionata all'intensità e alla vastità dei compiti. Seguendo un moto naturale, le organizzazioni sindacali avevano cercato di ovviare ai gravi inconvenienti accennati, cercando di dar vita nell'ambito delle aziende e dei collegi tecnici, a cui demandare il compito di risolvere in loco le vertenze o le contestazioni provocate dalle tariffe di cottimo e dalle qualifiche. I contratti di lavoro avevano trovato modo di inserire, nel complesso deile loro norme dei particolari tratti dedicati alla composizione delle vertenze. Il risultato degli esperimenti parve ottimo_, almeno a giudicare dal comoortamento e dalla soddisfazione degli operai .e dei datori di lavoro. SI trattava di camminare su codesta traiettoria, cercando, per quanto era possibile, di estendere il criterio e il metodo adottati a tutte le vertenze del lavoro. Troppo semplice e troppo concludente per trovare unanimità di... credito" e di adesioni. I soliti teorici o teorizzanti, sempre pronti a spezzare in quattro il proverbiale pelo, non mancarono di farsi innanzi con una serie di eccezioni quasi trascendentali. La prima, drappeggiata con i paludamenti della scienza, fu quella di rivendicare il principio dell'unità giurisdizionale della Magistratura, incrinato o posto'a repentaglio dall'attività svolta o in corso di svolgimento, dei comitati tecnici, formati dai rappresentanti degli industriali e degli operai, sotto la presidenza dell'ispettorato del lavoro. La tesi sul terreno delle argomentazioni dottrinali non faceva una grinza, ma aveva il torto di spaziare troppo in alto e di non accorgersi della realtà. Niun dubbio, infatti, che il principio dell'unità giurisdizionale della magistratura sia ottimo; tuttavia, per attuarsi ha bisogno di trovare un'attrezzatura adeguata: numero di magistrati, di sessioni, di uffici. Altrimenti avviene che in omaggio alla nominata unità si ottiene il bel risultato di rinviare sine die i giudizi vivamente attesi e sollecitati. Non occorre essere degli iniziati in problemi della sociologia per comprendere che i contraccolpi di questa disfunzione della giustizia si fanno sentire con maggiore acutezza sui lavoratori. Chi ha dalla parte sua una pratica disponibilità di mezzi economici può sempre attendere 1 responsi del magistrato senza impazienza; non cosi invece per l'operaio o l'impiegato, il quale, specialmente quando si' allontana o viene allontanato dall'azienda, si trova ad aver bisogno di denaro per vivere. Il che lo induce sovente, pur di ottenere qualcosa subito, a rinunciare od a transare su quelli che sono i suoi diritti acquisiti. Precisati e documentati questi rilievi, non sarebbe possibile tornare alla piena autorità dei comitati tecnici, cercando di eliminare le recenti svalutazioni e diminuzioni, ed ampliando le funzioni e la attività dei nuovi istituti? Fra tanto parlare — a proposito ed a sproposito — di autogoverno delle categorie lavoratrici, non sarebbe fuori luogo dare al lavoro questa prova di fiducia nell'amministrazione della giustizia. Tanto più che almeno per ora non sono pensabili delle innovazioni e dei completamenti nella Magistratura del Lavoro* P b.
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