Quali erano le scorte e quali le forze militari

Quali erano le scorte e quali le forze militari Come perdemmo l'impero Quali erano le scorte e quali le forze militari II. In gennaio si inizia l'offensiva britannica de) sud e quasi contemporaneamente queua . del nord. Moyale, già- da n01 conquistata, viene inoccupata. L'impeto travolgente dei nostri Dubat, ricaccia il nemico a 40 chilometri. L'effetto di questa azione e deprimente per i battaglioni suahili, che si rifiutano di combattere, costringendo il Comando britannico a sostituirli con truppe congolesi. Strani fatti accadono nel settore sud, comandato dal gènerale Pesenti, del quale si racconta che la passione per la musica sia superiore a qucl- 1 la delle armi, tanto che egli si diletta a suonare musica classica invece di occuparsi di «manto avviene nel settore da lui comandato. Ci limitiamo a riferire soltanto questo particolare per carità di Patria. La offensiva ricomincia e il generale Pesenti viene finalmente sostituito con il gen. De Simone, che eredita la già compromessa situazione della Somalia. Nel mese di febbraio si inizia il ripiegamento de'le | nostre truppe. Occupata Kisimajo il 26 febbraio, il nemico fa il suo ingresso a Mogadiscio, dove da tre giorni sventola la. bandiera bianca. Percorrendo indisturbato le belle Strade della nostra Somalia, il .17 marzo è a Gigiga, il 26 ad ■ Harar, il 28 a Dire Daua. Il 29 e il 30 il capitano di fregata Mario Zambon, invialo straordinario del Viceré — 'giunto appositamente in aereo — tratta la resa di Addis Abeha, dove il 5 aprile le truppe inglesi fanno il loro ini gresso. Il Viceré si ritira sul3j l'Amba Alagi, che, cade il 12 1 maggio in possesso del nemi.,' co. Finisce cosi la sfortunata | gesta dell'unico Savoia che A abbia vissuto, combattendo «tra i suoi soldati fino ali'ultimino, il dramma di questa no§Btra guerra. Egli morirà, poi, fin prigionia, con la sola ven•'tura di non vedere l'estrema •: onta della Patria. Il 22 giugno è la volta dei territori dei Galla Sidamo, do>ve si trovano raccolti i tre '..quarti degli eserciti degli Scacchieri sud ed est, cioè, l'e•jjercito della Somalia e deli'Hararino, oltre a quello dello Scioa e dello stesso Galla Sidamo e dove anche si trovano ammassate considerevoli riserve di viveri. Nel nord 1' epica resisi pnza del gen. Lorenzini e delle sue magnifiche truppe a Keren avevà sbarrata la strada di Asmara all' esercito britannico del Sudan, ma la sua eroi.ca morte sul campo aveva di-sorientato i combattenti, già stremati dalla accanita resi- ■ stenza, e di ciò aveva approfittato il nemico, che finalmente potè raggiungere la capitale dell'Eritrea. Gondar è 1' ultimo presidio che ammaina il tricolore. Tutte le forze nemiche del sud e del nord vengono concentrate su Gondar, dove il gen. Nasi, accerchiato in un territorio Infestato da ribelli, lotta strenuamente per nove mesi Sjio nome diventa leggendario tyra gli ascari, che dai territòri già occupati tentano — percorrendo a piedi per giorni e giorni le inospitali boscaglie — di raggiungere Gondar, nella speranza di essere arruolati e combattere agli ordini del grande capo. Per completare questi brevi cenni aggiungeremo alcuni dati dai quali ognuno potrà dedurre che quanto abbiamo accennato nelle prime righe non è il frutto di impressioni più o meno soggettive, ma il risultato di attenta osservazione e constatazione di fatti ed episodi ai quali abbiamo, purtroppo assistito. In previsione del conflitto .il Governo italiano aveva provveduto largamente a ritornire l'Impero con scorte di viveri e carburanti per sopperire a tutti i bisogni bellici e civili per un periodo di tre anni. Ciò è dimostrato dai seguenti fatti: 1) il Corpo d'occupazione inglese, oltre ad aver consumato senza economia — durante e dopo l'occupazione — i nostri carburanti, ne inviava anche in Egitto nel corso delle note operazioni; 2) tutte le popolazioni ita■ liane dell'Impero, per oltre ;due anni — cioè, dall'atto del:l'occupazione al rimpatrio — furono nutrite esclusivamente con viveri prelevati dalle scorte esistenti, e così i campi di prigionieri e, in parte, il Corpo d occupazione. Di ciò possono testimoniare i trentamila rimpatriati; 3) le considerevoli scorte di medicinali di ogni genere e specialità esistenti nei territori dell A.O.I. furono asportate dal nemico che, oltre ad inviarne nel Kenya e nel Sud Africa, ne inviò anche a Londra. Centinaia di bambini morivano poi, nei campi di concentramento, per mancanza di medicinali. Si noti che all'atto del rimpatrio — dopo circa due anni dall' occupazione ■— le riserve viveri dei nostri magazzini potevano ancora essere | considerate notevoli, specialmente per quanto riguarda quelle di olio d'oliva, ji E non vogliamo considerare I le riserve locali, sia dal punto 1 di vista viveri, sia dal punto I di vista industriale. Così I dicasi, per tutte le altre ■riserve di vestiario e materiale bellico, trovate dal nemico nei nostri depositi e utilizzate ai nostri danni, come per esempio migliaia di paia oi scarpe — distribuite poi agli ascari britannici — e un considerevole numero di apparecchi smontati e relativi motori, rinvenuti dagli inglesi ancora imballati nelle casse I della ditta costruttrice Piaggio », inviati dall'Italia in aereo in sostituzione di ciucili il' perduti ne) corso delle opera- jzioni che non furono mai ado-l 4.: oon finr, .. t: perati. 383.000 uomini costituivano gli effettivi dell'esercito coloniale dell'A.O.I., di cui 150.000 nazionali di ogni arma e specialità, e battaglioni indigeni reclutati tra le migliori razze guerriere del territorio. Non possiamo affermare che l'esercito coloniale fosse dotato dei moderni e possenti mezzi di cui dispongono oggi gli eserciti europei, però in complesso esso era sufficientemente attrezzato, specie nei raffronti dell'esercito avversario, dato che il corpo di spedizione inglese del sud, oltre ad essere numericamente di gran lunga inferiore, lo era anche dal punto di vista del materiale umano e bellico. Gli effettivi di tale esercito comprendevano in tutto 20.000 uomini. Battaglioni di colore costituiti da mulatti sudafricani, niam-niam, congolesi, rodesiani, suahili e da altre raz- ze inferiori dell'Africa comandati in miss-ima parte da ufficiali di ventura — liberi francesi e belgi del Congo — e sudafricani con una minima aliquota di ufficiali inglesi, tranne i comandi, composti esclusivamente di ufficiali britannici. Al seguito erano rinnegati di tutti i paesi, non esclusi spagnoli provenienti dalle file dei rossi. Insomma, il vero esercito, arlecchino composto di una accozzaglia di gente di tutte le razze e di ....ir, : , : oc ~ .,, .-. '.^ ;.'..1 n tutti i colori. 25 autoblinde con personale ebraico della Palestina, costituivano tutti i mezzi corazzati — se si possono considerare tali — di cui disponeva il nemico. Non possiamo precisare nè gli effettivi nè i mezzi bellici impiegati dal nemico nel settore nord, però teniamo a far rilevare che l'offensiva del sud decideva delle sorti dell'Impero, dats che l'occupazione della Soriana determinava la perdita di tre quarti del territorio. Se il tradimento non fosse stato organizzato fin dall'inizio del conflitto, data la sproporzione dei due eserciti avversari — a meno che il nemico non avesse tentato di impadronirsi del territorio con una offensiva in grande stile — l'occupazione dell'Abissinia sarebbe stata impossibile. G. D Arienzo ' Appena segnalati gli aerei nemici i telemetri entrano in azione per stabilire la quota da comunicare alle batterie. Dopo pochi secondi la contraerea entra in azione e una vampata di fuoco avverte i «liberatori» che non potranno fare i loro comodi. (F. We.ltbi.ld)

Persone citate: Addis, De Simone, Galla Sidamo, Keren, Lorenzini, Mario Zambon, Nasi, Pesenti, Savoia