Il poeta cleptomane

Il poeta cleptomane Il poeta cleptomane tella seconda metà del seco-i lo scorso usciva in Francia | I lun'antologia poetica dedicata | jclie^rala [sfiorato condannandoli lai Pofifi "Maledetti, a coloro della poesia aveva .. aliandoli con-1 temporaneamente a una vita lai margini della-società per potere essere per l'appunto I quello che erano. La raccolta comprendeva, se ben ricor-ldiamo, i nomi universalmente conosciuti di Baudelaire, Ver- I"e Rlriiteud e presso ilpUbblico affermava una ten- denza della lirica francese il cui lontano antenato è senza dubbio Francois Villon e il cui ultimo nonché contemporaneo rappresentante è Jean Genet. Curiosissima e strana, la figura di questo poeta. Il suo nome non dice certamente gran che all'uomo della stia- da. che in tutti i paesi e in qualsiasi epoca si e intischia- to solennemente della poesia, I ma è qui riverito dagli iniziati come quello di un grande, creatore di ritmi e immagini tanto che una rivista lettera- ria della zona meridionale in- titolava recentemente un suo articolo «Da Omero a Jean Noi non siamo qualificati : per esaminare se l'avvicina-1 mento dei due nomi appaia giustificato o no; quanto pre- cede lo abbiamo scritto non perchè il Genet si sia segna- lato all'attenzione generale, a r per una nuova Odissea, sem-,e I plicementé perchè il suo no- t me è apparso tempo fa nel- flle cronache giudiziarie dei l giornali. Il nostro poeta è, di- d fatti, un cleptomane, anzi un'sveterano della cleptomania per\ f usare un comodo eufemismo. ; r Per ben sette volte egli è ap-l parso dinanzi ai magistrati' per rispondere di furti e fur- r tarelli di diverso genere che p gli hanno sempre valso con- d danne a vari mesi di prigione ; r e come già accadde a Oscar-J WiWe hanno talvolta stimola-E to la sua musa visto e consi- s derato che una delle sue più s note e belle liriche descrive le t I ultime ore di un condannato a1 d morte, r, Jean Genet si trovava un!s „iorno in una libm.ja de!-!n r aristocratico quartiere di;M Saint Qermain ove sfogliava v libri e libercoli servendosi di I - quella libertà che è sempre qconsentita agli studiosi. A un |t : tratto la sua attenzione venne i m1 attirata da un'edizione di lus-j? so, illustrata magnificamente,1' delle Fctes Galante» di Ver- f laine. In un baleno egli'se la s mise in tasca e se ne andò. , Ma occhi inquieti lo spiavano 1 a e così il libro, invece di frut targli gioie estetiche, gli ha fruttato un sacco di guai dal lui, del resto, sopportati, non diciamo con buonumore, che sarebbe inesatto, ma con lai fierezza del misàntropo e del ribelle che non cerca per nul- la di scusare i suoi atti. \\ processo, per questo, si è rivelato insolito, ad un tempo pittoresco e pietoso, vogliamo1 dire suscitatore di pietà nei riguardi del suo protagonista, (Jean Genet è figlio di ignoti. Egli venne abbandonato dai suoi genitori alle cure non sempre amorevoli degli istitu- ti che raccolgono i trovatelli dalle cui mura cercò a varie riprese di evadere riuscendo soltanto a farsi rinchiudere,nella casa di correzione ili fMettray ove rimase fino a ' ventun anni. Ubero, si arruo-1 -° nella Legione Straniera per, quattro anni, andò a combat- ; tere ì^nSiria, ^diserto, _ ebbe !" molteplici avventure e Infine ?1 installo a Parigi coltivando 'a poesia, scrivendo romanzi e fuggendo accanitamente i suoi , simili. Durante i dibattiti, egli ha ascoltato senza batter ciglio. il racconto delle sue avventa I ta alvoi ~cY\q sjiete un letterato "se n qualcuno vi avrebbe rubato i e flbri che possedete? 3. ai «Nulla la cosa mi avrebbe re per animarsi soltanto quah- do venne la volta di rispondere j ìalle domande del presidente della Corte il quale, non sapendo con che razza di clien te aveva da fare, ebbe Tinge nuità di chiedergli: Che cosa avreste detto el fatto "mménsàmente' piacere l- [j0 scopo Cie\\3. vita è di assi- curare le condizioni di una è certa felicità Ora la felicità;o è quanto si trova' sottomano ! o1—per esempio i libri —e noni ei quanto si può ottenere per a, (mezzo del lavoro » | i. Malo-ratio oneste rlichlnrn !ai zloni Tmà^èistJatf noi al n atrarono severi Pssi tinnito u- 'conto ui una DeriZia del dottor li Cteude^favorevole aH^ e t0 i della testimnnawVrtl o Jean Cocteau (Genet è il niù 1e,grande scrittore del nostro' li ftempo. E un nuovo Rinibaud a ' credo di avere una certa conio-1 petenza in materia e di aver r, pagato caro per giungere a t- ; tale risultatovi e ignorando i e !precedenti. condannarono il " Genet a soli tre mesi di prigione. Una condanna a sei mesi li avrebbe valso la relega- e o e p oi ,zione a o. Carmelo Puglìonisi PARIGI, giugnoi

Luoghi citati: Francia, Parigi