Radiodiscorso di Tarchi sulla riforma sociale

Radiodiscorso di Tarchi sulla riforma sociale L'avvenire del lavoro italiano Radiodiscorso di Tarchi sulla riforma sociale Quartier Generale, 30 giugno Il Ministro dell'Economia Corporativa, Angelo Tarchi, ha parlato ieri sera alla radio sulla promulgazione della leg ge sulla socializzazione. Il Ministro ha esordito di cendo che l'entrata in vigore della legge dimostra la concreta intenzione del Governo della Repubblica di attuare il suo programma sociale malgrado tutti gli ostacoli che esso incontra nella sua opera e che sorgono tanto dalle difficoltà stesse della materia, quanto dal particolare momento che l'Italia sta attraversando, ma, anche e forse soprattutto dalla resistenza e dall'incomprensione degli uomini i quali pensano di potere con la loro piccola opera fermare il cammino delle idee e della storia. Questi ostacoli sono rappresentati dall'ostilità e dalla resistenza delle forze plutocratiche, le quali si ostinano in una difesa senza speranza di posizioni ormai compromesse senza comprendere che la storia non torna indietro nel suo processo e che essi non hanno dinanzi se non la prospettiva del comunismo integrale qualora ripudino e combattano un regime sociale che in una visione più equilibrata si sforza di mantenere e potenziare le funzioni di tutti gli elementi del mondo produttivo. Ma gli ostacoli sono rappresentati anche dalla stes- sa indifferenza e diffidenza con cui il mondo del lavoro ha accolto l'annuncio della riforma rimanendo ad attendere l'esito come se questo potesse effettivamente concretarsi fuori di una partecipazione attiva, continua delle forze del lavoro alla sua realizzazione. Dopo aver ampiamente illustrato i pregi e i difetti del corporativismo, che venne snaturato dalle forze avverse al progresso sociale, il Ministro afferma che « il dramma vissuto fra il 25 luglio e l'8 settembre ha messo in luce la necessità di riprendere la Rivoluzione là dove essa si era fermata e di affidare la realizzazione del suol postulati alle uniche forze capaci effettiva mente di realizzarla, alle forze cioè interessate a questa realizzazione, alle forze del lavoro; ha messo in luce la necessità di superare il compromesso formale con una ri forma sostanziale degli istituti di cui le basi sono state poste appunto con la legge sulla socializzazione. La socializzazione si pone cosi come una luminosa idea rivoluzionaria, l'idea motrice di una guerra rivoluzionaria che l'Italia, combatte non da quattro anni, ma da un ventennio. « C'è — ha continuato il Ministro — chi dice che è tardi, c'è chi dice che è vano, che è folle questo tentativo che noi compiamo quando due terzi del territorio italiano sono sottratti dal nemico alla nostra espansione rivoluzionaria. Ma in realtà la forza espansiva di un'idea non si misura dalla vastità del territorio su cui essa può essere attuata. Anche se noi fossimo ridotti ad una sola provincia potremmo e dovremmo piazzare su questo estremo caposaldo la bandiera della socializzazione e lanciare al mondo la nostra parola. La bandiera è troppo alta perchè gli eventi possano abbatterla e noi slamo sicuri che al di là di ogni evento l'idea continuerà a vivere e a vincere *. La socializzazione viene attuata per gradi cominciando da quel settore cosi delicato e Importante della vita dello stato moderno che è 11 settore del pensiero. Il_ che ha poi un profondo significato in quanto socializzare le imprese editrici e giornalistiche sls-nlfica porre le premesse di una vera libertà di pensiero e di parola che non poteva realizzarsi lasciando l'attività della stamna legata ad interessi capitalistici del passato. Con la socializzazione della stampa verrà consegnata al lavoro un'arma potente per la continuazione della lotta. La realizzazione di quest opera è ora affidata alle forze realizzatrici del lavoroItaliano.

Persone citate: Angelo Tarchi, Tarchi

Luoghi citati: Italia