Sismografi in azione senza terremoti

Sismografi in azione senza terremoti VISITA ALL'OSSERVATORIO XltlElilAtlO Sismografi in azione senza terremoti Nessuno avrebbe mai pensato che un giorno oltre i sussulti della Terra dovessero registrare anche le bombe sganciate dal nemico sulle nostre città FIRENZE, giugno. Avremmo preferito salire all'Osservatorio Ximeniano in altra occasione, cioè mos.s-i da altra curiosità meno contingente e meno triste. Sia pure un terremoto, perchè, come sapete, in quest'osservatorio ilei Pudri Scolopi famoso in tutto il inondo e che ebbe a direttori il Cocchi e il G/iovannozzi e ultimamente il compianto Padre Guido Alfani, gli studi di sismologia costituiscono l'atticità principale. Un terremoto lontano, oceanico o nel deserto, non una indiscriminata incursione di bombai dieci anglo-americani sui quartieri cittadini. Fu l'ultima, quella del mese scorso, ancor più delle altre senza giustificazione alcuna, senza necessità, di guerra, senza attenuanti. Perchè obbiettivo bellico non era il .Lungarno Vcspucci, nè il Borgo Ognissanti, nè, ancor meno, il rinnovato Comunale così caro ai fiorentini per i suoi fanti passati e tanti memorabili spettacoli del Maggio musicale. Ora il modernissimo palcoscenico non c'è più, sventrato e bruciato fino al boccascena, e gli alberi divelti e le aiuole sconvolte del viale stringono il cuore. Ma tant'è. E fu appunto quest'incursione a deciderci perchè fia tempo la curiosità ci aveva posto una domanda imbarazzante. Movimenti tellurici ed esplosioni Eccoci dunque sulla terrazza dell'Osservatorio con Padre Cesare Coppedè, l'illustre affabile scoiamo che col suo soniso accogliente fuga subito il nostro imbarazzo per aveilo distolto dal lavoro e dovergli chiedere tra poco, già che ci siamo, di farci anche vedere gli apparecchi coi quali studia il polso della Terra. Sappiamo che non possono essere quassù ma sprofondati in sotteiraneo: bisognerà conoscere anche loro. Restiamo un momento a contemplare il magnifico panorama che dall'incompiuta facciata della Chiesa di San Lorenzo giù nella piazza, rugosa e ferrigna come quella di San Petronio a Bologna, s'ingentilisce coi marmi del Campanile di Giotto, si ravviva col bel rosso innervato di bianco deliri cupola del Brunelleschi, si dilata fino al verde dei colli e al'cielo assolato del pieno mattino. Non una nube, una brezza gradita che fa frullare sul nostro capo i mulinelli degli anemometri e ogni tanto s'interrompe come a concedergli un po' di tregua per ripigliai! fiuto. Seguiamo l'argento dell'Arno contro luce, cerchiamo sulla sinistra di S. Maria Novella il Borgo Ognissanti. E lasciamo cadere la domanda. «» ohe hanno proprietà elasti che molto sviluppate, si smor zalw pochÌMÌmo „ possono raggiungere distanze anche notevoli. E la loro registrazione — Scusate, Padre, ma i sismografi che registrano anche i terremoti degli antipodi, come si comportano durante i bombardamenti di località vicine? Il nostro interlocutore ha un momento di silenzioso raccoglimento; poi, con quella pacata limpida esposizione che lo distingue, il gesto pinco, l'attenuato accento della sua Versilia, così ci risponde: — Innanzi tutto, non tutti i terremoti. Sulla Terra se ne coniano più di trenta mila all'anno, la media di quelli che registìiamo noi si aggira sui Jt00, l'anno scorso anche meno: in Europa l'attività sismica è stata molto limitata, anche il rato del mondo assai tranquillo: ventiquattro terremoti foltissimi e dodici di intensità alquanto superiore alla normale. E quest'anno, finora, pochi movimenti distruttivi. Almeno questa fortuna. La guerra distrugge di più.... Ma per fissare le idee coni)iene confrontare lo scoppio delle bombe, giacché è di queste la triste attualità, solo con i terremoti più deboli e locali che in genere si verificano o per esplosioni di gas interni alla Tetra, sul tipo di quelle vulcaniche, o per fratture di piccdli strati o per crolli di caverne. Questi terremoti sono causati da spostamenti, di pochi centimetri fino a qualche decimetro, di masse che possono arrivare anche al milione di metri cubi; eppure la energia che si sviluppa dal loro movimento provoca onde sismiche che non art ivano a influenzare neppure gli strumenti più sensibili posti a una distanza di cento, centocinquanta chilometri. « Ora -— prosegue il Padre — voi camte bènissimo che, al confronto dell'energia dei terremoti locali, quella che si sviluppa nelle mine, anche le più grandi, è ben piccola cosa se si pensa che essa riesce a spostare solo per qualche millimetro masse di poche migliaia di metri cubi. Le bombe poi, che esplodono in superficie e sono assai m-eno potenti delle mine, hanno effetti ancora minori: pertanto non possono essere registrate a distanze dell'ordine di 100-150 chilometri, ma solo molto più vicine. Tre tipi di onde — Pure qualche bombardamento è stato udito a centinaia di chilometri. — Vero, via appunto perchè si tratta di onde acustiche che si propagano attraverso l'aria insieme alle onde di esplosione o balistiche. Praticamente, tutta l'energia dell'esplosione si trasmette così all'ambiente e solo una piccolissima parte al terreno. Quella appunto che origina le onde sismiche. Le prime, come sapete, possono essere avvertite anche a centinaia di chilometri dal punto di esplosione perchè riflesse alla superficie del suolo dagli alti strati dell'atmosfera: e in questo caso la zona sonora che circonda il punto di esplosione è seguita da una fascia di silenzio dove le onde acustiche dirette non sono più percepite dal nostro orecchio. Le seconde, cui nel cuso delle bombe si debbono i più rovinosi effetti, come la distruzione non solo dei fabbricati colpiti ma anche di quelli vicini e il risucchio di serrande persiane pavimenti pareti, si smorzano e si estinguono per fortuna dopo breve tragitto. Già a un chilometro di distanza l'onda esplosiva prodotta da una bomba della massima potenza non è più sufficiente a rompere i vetri delle finestre. Le onde sismiche, infine, propagandosi per la maggior parte del loro percorso attraverso materiali roevio-. come si presenta f — Ora vi mostrerò. Ma intanto occorre premettere che siccome le onde sismiche prodotte dall'esplosione di bombe provengono da punti superficiali della crosta terrestre, purché gli apparecchi, beninteso, non si trovino nelle immediate vicinanze dello scoppio, sono le componenti orizzontali del sismografo che presentano la maggior ampiezza di registrazione. In altri termini, il movimento è principalmente ondulatorio, pochissimo sussultarlo. Dalla gran luce del cielo e dalla penombra dello studio dove abbiamo visto i grafici di un terremoto a HO chilometri e delle bombe sul Comunale a 1300 metri, passammo così al fresco silenzio del sotterraneo fra pendoli schierati in duplice fila lungo la corsia o appartati in più segreti recessi: i più in riposo, altri — quelli di guardia — sempre in attesa di terrestri fremiti. Ci dilungheremmo troppo a spiegare ora come son fatti e come funzionano questi delicati sensibilissimi apparecchi. Noi vedevamo e potevamo ascoltare un Maestro, la comprensione era immediata; il lettore dovrebbe invece contentarsi delle nostre note, e di seconda mano. Gli faremmo perder tempo. Passiamo invece ai sismogrammi. Chi non li conosceT Dì vista almeno, che leggerli e interrogarli è un altro affare. Ma qui è il Padre Coppedè che ci aiuta. Primi e secondi tremiti — La registrazione dovuta a scoppi singoli o simultanei di bombe — ci chiarisce — dura in media una quindicina di secondi e si presenta come un insieme di vibrazioni rapi; dissime e perciò con tracciati molto fitti, mentre nel caso di sgancio a rosario si ha una successione di gruppetti parzialmente sovrapposti. Simile a quello del primo caso — la incursione sul Lungarno — si presenta il grafico del terremoto locale: un insieme di onde dal brevissimo periodo, con fasi fittissime quasi sovrapposte. Tenendo ora presente che dall'epicentro, ossia, dal punto della superficie terrestre da cui s'irradia l'urto sismico, e analogamente dal punto di scoppio della bomba, partono sempre due « treni » di vibrazioni, le une, dette primi tremiti, longitudinali, le altre, secondi trèmiti trasversali, che viaggiano a diversa velocità e quindi arrivano al sismografo con una certa differenza di tempo, ecco che misurando sul grafico i millimetri tra le prime e le seconde onde e conoscendo la velocità di scorrimento del cilindro registratore, si può risalire col calcolo o più rapidamente per mezzo di tabelle alla distanza fra il punto di esplosione e lo strumento. «Naturalmente — conclude con mestizia Padre Coppedè — non avremmo mai pensato che i nostri sismografi nati per i terremoti avrebbero dovuto registrare un giorno anche le b'.mbe dal cielo. E il più triste è. purtroppo, che vicine o lontane, avvertite o ignorate da questi pendoli, il loro epicentro cada sempre su luoghi abiuriti, i loro effetti siano sempre quelli di un terremoto distruttivo. Ma i sismografi non sentono. Le loro' puntine poggiano immobili sulla carta affumicata e solo un breve sussulto le scuote a intervalli per segnare con un trattino i minuti e le ore che fluiscono sulla bianca linea del tracciato. La Terra, in questo memento, non trema. Migliaia di bocche da fuoco, e di bombe rovesciano in questo stesso istante milioni di chili di esplosivo sui campi di battaglia e crateri s'aprono al suolo e campi di mine ribollono. Ma la morte è »olo per gli uomini. Per la Terra non e nemmeno una scalfittura. B. Saladini di Rovetino

Persone citate: Brunelleschi, Coppedè, La Terra, Maria Novella, Padre Cesare Coppedè, Padre Guido Alfani, Saladini

Luoghi citati: Bologna, Europa, Firenze, Rovetino