II nemico ha finora operato secondo il piano previsto da Berlino di Guido Tonella

II nemico ha finora operato secondo il piano previsto da Berlino II nemico ha finora operato secondo il piano previsto da Berlino (Dal nostro corrispondente) Berlino, 7 giugno. Negli ambienti militari tedeschi ci si dichiara stasera soddisfatti per l'andamento dell'* Invasion Schlacht» (la battaglia contro l'armata d'invasione). Nonostante il riserbo che, oggi più che mai, in una cosi delicata fase di sviluppo, caratterizza l'atteggiamento del Comando germanico, è accertato che questo senso di tranquilla sicurezza non ha nulla di artificioso, ma si basa &u fatti concreti. Nelle trentasei ore di distanza dallo scatenamento dell'impresa nemica, la situazione lungo il fronte d'invasione resta sostanzialmente favorevole ai difensori del Vallo Atlantico, le cui opere fortificate, come è stato autorevolmente precisato dal portavoce della Wehrmacht, sono rimaste in piena efficienza, e ciò grazie al loro carattere autonomo, anche in quei punti dove gli elementi di sbarco anglo-americani sono tuttora abbarbicati. Il Vallo Atlantico, in altre parole, non solo non è stato per nulla smantellato, come pretende la propaganda anglo - americana, la quale cerca di giocare sull'equivoco che può sorgere per la presenza di unità lanciate per via aerea in punti del retroterra, come, ad esempio, a Carentan che, per essere situata alla base della penisola del Cotentin, a 50 km. a sud di Cherbourg, ha offerto a Churchill il destro per parlare di una « penetrazione in profondità fino a cinquanta chilometri da Cherbourg »... Il Vallo Atlantico non solo non è stato sfondato, ma ha funzionato e continua a funzionare perfettamente, mantenendo sotto l'efficacissimo tiro delle sue artiglierie i concentramenti di navi con cui il nemico cerca sistematicamente di rifornire e di rafforzare le unità precedentemente sbarcate. E' ammesso che forze importanti (si parla di più divisioni) sono state portate a terra nelle due teste di sbarco originariamente create rispettivamente alla foce dell'Orne e nella zona di Bayeux, senza, però, che tentativi di allargamento sui lati fossero coronati da alcun successo. Tutti gli sforzi in tal senso fatti dal nemico sono incappati nella rete delle opere fortificate germaniche. Sintomatico è, in quest'ordine di idee, che il nemico non abbia dato seguito alla tendenza di allargamento della sua attività offensiva verso il settore est del litorale della Manica, in particolare verso Boulogne, Dunkerque e Calais, mantenendo, invece oggi come ieri, il suo fronte di attacco limitato al settore compreso fra Cherbourg e Le Havre. In quanto alla presenza di due forti concentramenti nelle due teste di ponte anzidette e all'affluirvi di nuove forze, si tratta di un fatto che, come ha espressamente tenuto a far rilevare il portavoce della Wehrmacht, non è per nulla sfavorevole alla concezione strategica del comando germanico, 5 quale ha evidentemente tutta la convenienza che la battaglia anti-invasione non abortisca prematuramente in scaramucce che, ricacciando gli invasori al largo, lascierebbero sostanzialmente intatte le forze nemiche. In questo ordina di idee, si può, anzi, dire che il Comando tedesco desidera per l'appunto che la lotta si sviluppi in pieno sul campo di battaglia da esso scerto, in modo da sterminare il massimo delle forze nemiche. Questa dichiarazione del portavoce della Wehrmacht sembra, inoltre, escludere che vi siano fin qui stati, non o-| stantertl carattere accanito dei combattimenti di ieri e di oggi, interventi in massa delle forze mobili tedesche: in questa fase, le contromisure germaniche rimangono, in altre parole, prevalentemente affidate, ove non si tratti di repressione di carattere locale, all'intervento diretto delle forze dislocate nelle opere fortificate. Un altro elemento che questi ambienti militari notano oggi al passivo dell'invasore è rappresentato dal mutamento delle condizioni del mare. Mentre nella notte sul 6 le acque della Manica sono state eccezionalmente calme, da ieri sera il mare è fortemente mosso. Questo ha avuto conseguenze catastrofiche specialmente per i canotti da sbarco impegnati nella scorsa notte in tentativi di creare una testa di ponte intermedia fra l'Orne e la Senna. Un gran numero di queste unità si sono così frantumate contro le scogliere del Calvados e in altri punti rocciosi del litorale che il nemico, la notte precedente, era in parte riuscito a superare mediante l'impiego di scale mobili. Il vento, che è andato aumentando di violenza nelle ultime 24 ore, ha, inoltre, ostacolato il lancio di nuove forze per via aerea. La maggior parte delle unità di paracadutisti che il nemico ha impegnato nel cielo nella penisola del Cotentin, nella zona di Isigny, attorno all'estuario della Senna sono state automaticamente disperse nell'aria. La stessa tragica sorte toccava alle unità impiegate a bordo di alianti, come gifi alle unità precedentemente finite sui campi minati, o L. zone irte di reticolati. Circa le perdite dei nemici, si sa che gli stessi servizi di propaganda anglo-americani ammettono che esse sono veramente^ravi; un'informazione diffus» da Londra ammetteva stamane, senz'altro, che oltre ventimila uomini, fra morti e feriti, sono stati perduti dagli alleati. Le informazioni che si possono raccogliere negli ambienti militari tedeschi, benché non siano ancora tali da stabilire un bilancio vero e proprio, fanno ritenere che, in realtà, le perdite nemiche ammontano a parecchie divisioni. Guido Tonella

Persone citate: Boulogne, Churchill

Luoghi citati: Berlino, Calvados, Cherbourg, Le Havre, Londra