Il secondo fronie e le fasi della lotta nella parola del portavoce della Wehrmacht di Guido Tonella

Il secondo fronie e le fasi della lotta nella parola del portavoce della Wehrmacht Apparecchi che esplodono sui campi di mine Il secondo fronie e le fasi della lotta nella parola del portavoce della Wehrmacht (Dal nostro corrispondente) Berlino, 6 giugno. Nel dare, durante l'odierna conferenza della stampa estera, la prima notizia sugli avvenimenti militari in corso sul fronte della Manica il portavece de'lla Wehrmacht ha tenuto a premettere come quanto sta succedendo conferma in pieno la giustezza della tesi che è sempre stata sostenuta in merito all'invasione da parte militare tedesca. Contrariamente, infatti, alle ipotesi avanzate da molti, soprattutto in questi ultimi tempi, circa una possibile tapmrm» guerra di nervi » inscenata! dagli alleati col far perennemente balenare la minaccia dell'invasione, il Comando tedesco non ha mai dubitato un solo iBtante che il nemico avrebbe effettivamente dato il » via » all' impresa annunziata. E' mancata la sorpresa H dire che l'Oberkommand, non solo sapeva che il tentativo d'invasione avrebbe avuto luogo, ma che il tentativo stesso si inizia esattamente dove i tedeschi lo attendeva no, equivale evidentemente a mettere in luce come l'impresa nemica non abbia minimamente potuto avvantaggiarsi nei confronti della Germania, dell'elemento sorpresa. Una seconda premessa fatta dal portavoce della Wehrmacht riguarda la possibilità che 11 tentativo sferrato sul litorale della Manica nel tratto Cherbourg-Le Havre abbia ad essere seguito altrove, cioè nel settore orientale della stessa costa fra Dunkerque e Calais, come pure sulla costa occidentale e meridionale della Francia (settore di Brest S. Nazalre e Bordeaux), da altri sbarchi. Benché una tale eventualità sia naturalmente tenuta presente da parte del Coman do tedesco, si può a priori e scludere, come espressamente ha sottolineato l'autorevole commentatore, che gli sbarchi avvenuti nelle ultimi 12 ore siano delle semplici mano vre diversive, dato 11 caratte re straordinariamente Ingente delle forze in esso impegnate. Lo scatenamento dell'impresa nemica, che, come si sa, ha avuto per teatro diversi punti, nel 200 chilometri di costa compresi fra l'estuarlo della Senna e l'estrema punta della penisola di Cotentin (Cherbourg), è stato preceduto da intense azioni di bombardamento dell'aviazione angloamericana. ^el quadro delle successioni di attacchi che 1 bombardieri alleati andavano svolgendo già da una decina di giorni contro le fortificazioni del li- torale della Manica, le azioni aeree preparatorie non han\n, per altro, assunto, nelle ultime 24 ore precedenti gli sbarchi, un carattere di particolare gravità e l'intervento delle forze aeree è stato limitato ad un migliaio di bombardieri, rimanendo, pertanto, ben lonta. no dalla cifra di 10 mila aerei di cui avevano parlato in anticipo i fantasiosi «reporters» dell'oltre Oceano. Soltanto a partire dalla mezzanotte di ieri si è notato un crescendo del bombardamento nemico Esattamente alle ore 1,30 della notte su martedi avve nivano i primi lanci di para cadutisti nella zona delle co a a i i o i - a o a o a i a a siddette Isole Normanne fron. teggiantl la penisola di Cotentin. Ai paracadutisti lanciati sulle isole di Jersey e di Guernesey seguivano, nelle prime ore del mattino, azioni in grande stile nel settore litoraneo con l'intervento di forti formazioni di paracadutisti e anche di truppe aviotrasportate, mediante le quali si cercava di assicurarsi delle basi aeree nel retroterra. La maggior parte di queste formazioni incappavano, però, al momento del loro atterraggio, in campi di mine, la cui defla grazione provocava lo sfracel lamento degli apparecchi i dei militari trasportati. Quasi immediatamente il nemico interveniva in forza anche dal mare con unità da sbarco appoggiate su natanti protetti da importanti formazioni della marina da guerra. Nell'azione di sbarco dal mare si potevano subito individuare, quali punti di maggior pressione, l due porti di Cherbourg e di Le Havre. Nell'azione contro quest'ultimo porto che, come si sa, è ottimamente servito dall'ampio e profondo estuario della Senna, si rilevava la preoccupazione del Comando alleato, non solo di creare una qualsiasi testa di ponte, ma di impossessarsi di una base di sbarco atta ad alimentare le esigenze di un fronte su cui impegnare l'avversario con speranza di successo. In due altri punti, alla foce del Vire e alla foce dell'Orne, cioè, rispettivamente, nei pres. si di Jrigny e di Caen, si svolgevano altri sbarchi anch'essi sotto la forte protezione della flotta. Seguiranno altri tentativi A queste quattro azioni principali, avvenute, come si è detto, nelle prime ore della mattinata, è da presumere che altri tentativi di sbarco si aggiungeranno, dato che, come ha annunziato il portavoce della Wehrmacht, un numero importante di trasporti si trovavano ancora in navigazione, prima di mezzogiorno, sia al largo di Cherbourg, che in altri punti del Canale. Circa le contromisure della Germania, il portavoce della Wehrmacht, pur manifestandosi volutamente riservato, ha sottolineato come l'intervento delle batterie costiere e delle bocche da fuoco dell'artiglie ria dislocata a protezione del littorale sia stato pressoché immediato e come i tiri delle artiglierie germaniche siano andati tutti a segno con una precisione che è facile da immaginare, essendosi trattato di aprire il fuoco su obbiettivi presentatisi nei punti e al la distanza, per cosi dire, pre visti. L'efficacia della reazione germanica è stata agevolata dalle ottime condizioni di visibUità. Il nemico, dal canto suo, ha cercato di neutralizzarla con copiose emissioni di materiale nebbiogeno per proteggere l'intervento dei paracadutisti e delle forze aviotrasportate. Contro i paracadutisti di formazioni atterrate nel retroterra, l'azione è in corso. Intere unità nemiche sono state distrutte in particolare nella zona di Caen, dove si annunzia l'annientamento di un intero reggimento aviotrasportato. Fin qui la nuda cronaca della prima giornata di invasione, quale è risultata dal sobrio racconto del portavoce della Wehrmacht. Interpellato circa l'eventuale impiego di nuovi mezzi bellici da parte degli alleati, lo stesso portavoce ha escluso che i combattimenti avvenuti nelle prime dodici ore abbiano portato a delle constatazioni d'altro genere; si è potuto, tuttavia, notare come il nemico abbia fatto largo uso di mezzi già impiegati in altre occasioni, tra cui il lancio di pupazzi in divisa appesi a paracadute e riempiti di materiale esplosivo. In quanto alle condizioni del tempo, il commentatore ha precisato che, dopo il rasserenamento verificatosi fra domenica e lunedi, sono ottime: «Ottime — come egli ha te¬ sgbvrsrtdIsttusfilcgf a e e o , l a a a o e l é e o stualmente tenuto ad aggiungere — per entrambi i combattenti ». Tutti gli altri più autorevoli commentatori politici caratterizzano il varo dell'invasione come una prova clamorosa del fatto che, finalmente, gli alleati hanno dovuto cedere alle imposiz:' ni di Mosca. In quest'ordine di idee, si considera, anei, vicino il momento in cui da parte russa si scatenerà, quale contropartita? una nuova grande offensiva sul fronte orientale, essendo ormai fuori dubbio che le difficoltà sorte all'indomani della Conferenza di Teheran circa il coordinamento cronologico delle diverse parti del cosiddetto attacco triangolare sono state appianate, nel senso che gli alleati hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco ed entrare, questa volta, per primi nell'agone, sia sul fronte italiano, sia in occidente. Il « via » di Mosca In quanto agli sviluppi dell'impresa iniziata dagli alleati, non ci si cela in questi ambienti (militari che il Comando nemico dispone ormai, in materia di operazioni anfibie, di una vasta esperienza. L'attacco contro DÌeppe, nel luglio '42, gli sbarchi nell'Africa settentrionale francese nel novembre '42, e, nell'estate successiva, gli sbarchi in Sicilia, Calabria ed a Salerno, come pure il successivo sbarco di Nettuno, hanno permesso agli alleati di studiare praticamente tutte le difficoltà ed i pericoli delle operazioni anfibie. H nemico ha, cosi, potuto collaudare 11 materiale tecnico adatto per queste operazioni, correggendo gli eventuali'errori e le debolezze manifestate nel campo tattico. Tuttavia, oggi .come ieri, il Comando anglo-americano si trova davanti a un compito che è rimasto sostanzialmente immutato: la caratteristica decisiva delle precedenti operazioni di sbarco è da rintracciarsi nel fatto che, ad eccezione di Dieppe, il Comando anglo-americano non ha dovuto affrontare una resistenza particolarmente importante. Cosi, nell'Africa settentrionale, le forze alleate hanno potuto sbarcare senza, per cosi dire, incontrare resistenza da parte delle forze francesi, mentre, nei combattimenti svoltisi a Pantelleria, In Sicila ed in Calabria, la loro azione è stata facilitata dal tradimento dei badogliani. Sul litorale francese deve, invece, ora affrontare un si. stema difensivo allestito da anni ormai e perfettamente attrezzato, anche in profondità, per ogni evenienza, un sistema difensivo su cui sono dislocate truppe a tutte le prove temprate, attraverso le più vaste esperienze del fronte orientale. Cosciente del valore del suoi soldati, il popolo tedesco ha accolto con calma perfetta la notizia dell'inizio dell'invasione. La Germania sa di poter contare sulle forze del suo esercito, sulla preveggenza dei suoi capi, sullo spirito di sacrificio di tutti i suoi figli. Guido Tonella

Persone citate: Coman