De Gaulle catechizza Cooper ma... è antipatico a Roosevelt

De Gaulle catechizza Cooper ma... è antipatico a Roosevelt Un viaggio che rischia di essere inutile De Gaulle catechizza Cooper ma... è antipatico a Roosevelt Gli americani definiscono "divertenti e misteriose,, le attuali fasi dei rapporti fra Londra e Algeri Tangeri, 3 giugno. La situazione dei francesi dissidenti di Algeri è sempre più in fase involutiva. Anziché schiarirsi col passar del tem- po, gli eventi del Nord Africa vanno sempre più facendosi oscuri ed impenetrabili. De Gaulle, come è noto, è inprocinto di partire per Lon-dra, aderendo, pur recalcitran- do, al pubblico invito fattogli da Churchill nel suo ultimo discorso. A dir la verità, an- cora nessuno è riuscito a ca-pire bene che cosa di nuovoo di importante abbiano dadirsi l'ex-colonnello dell'eser cito francese ed il Primo Ministro di Gran Bretagna, visto che quest'ultimo, all'atto stes- so di invitare il capo del Co- mitato algerino a colloquio, gli ha fatto sapere in anticipo ohe non può riconoscerlo quale ca-po del governo francese. Ora, come è noto, questo riconosci- mento è precisamente la cosa principale che De Gaulle chie-de agli « alleati » in premio di aver tradito la divisa del suoesercito, di essersi ribellato a Pétain, di aver favorito in ogni modo gli « alleati » in Africa Settentrionale, di aver mandato i mercenari di Joùin a far la guerra in Italia. Va bene, dice De Gaulle, che Churchill mi ha « creato > ed ha fatto di me da un colonnello traditore un generale capo di dissidenti, va bene che l'« Intelligence Service» ha li guidato Darlan che m'avrebbe ricacciato nell'oscurità, va be ne che inglesi e russi mi ab bano liberato, almeno tempo- raneamente, dalla vicinanza di Giraud, rivale pericoloso ma, insomma, adesso che sista per tentare l'invasione del Continente, sarebbe pur l'ora di riconoscermi ufficialmente come capo di tutta la Franciae non soltanto delle perdute colonie francesi del Nord Africa. E non gli si può dare tutti i torti, Ma Churchill e Roosevelt preferiscono andare prudenti. Essi sanno benissimo che la Francia non è De Gaulle, finche c'è il vecchio e glorioso Pétain a Vichy. E' ai ieri, del resto, una nota ufficiale in cui il Governo di Lavai può per mettersi di affermar^ che « la opinione pubblica del Paese ha compreso che la sua antica n- ducia nei Governi di Washing ton e di Londra era assoluta mente infondata. L'ostilità che attualmente si manifesta in tutta la Francia contro l'In ghilterra e gli Stati Uniti, speeie dopo le ultime azioni terroristiche degli anglo-americani, prova che 1 francesi cominciano a rendersi conto dei loro veri interessi». E la nota con¬ clude, sottolineando il pericoloche il bclscevismo rappresenta <;non solo per l'esistenza della nazione francese, ma anche por tutta la civiltà occidentale ». De Gaulle può dire altrettanto per il suo Comitato? Le sue amicizie con Mosca, la sua e - (alleanza coi distruttori delle 'cattedrali di Rouen e di Mahjnes. l'aver inviato degli al viatori francesi a buttar bomasulle case di Francia, la | qualifica infine di ufficiale tra- - t a o l i a a ditcre al servizio di alleati fe di fragni sono tutti elementi che alla parte sana del popolo francese non possono non riuscire insopportabili. Ma, allora, che ci va a fare De Gaulle a Londra? E' quello che si chiede egli stesso e che si domandano i suoi collaboratori. Anche la faccenda della moneta d'occupazione regge poco, poiché, dato e non concesso che gli anglo-americani riescano a sbarcare in Francia, chi deciderà sulla moneta -1 sara Eisenhower e non Chur¬ chill. E presso Eisenhower, come presso Roosevelt, De Gaulle non gode di troppe e n!simpatie. È', °forse. "pensando a tutto questo che il commissario Phelippe, alla riunione dei giornalisti di Algeri, ha risposto alle domande' sull'argomento con questa frase quanto mai... esplicativa: «De Gaulle andrà a bere del tè a o o, Londra > a ! a quanti sarà questo tè? a Quando Churchill livolse l'in, e !vito a De Gaulle, si suppose chc ancl,e trli stati Uniti vi i-sarebbero stati rappresentali. Ancora ieri, invece, da Wash- ol^si011 sevelt non invierà alcun suo I agente al convegno. E' ben vero che la mezzo inglese [Nerv York Herald Tribune ;protesta contro questo attegjgiamento rooseveltiano e dice: -. L'inspiegabile indugio del 'Presidente a trattare col Co| mitato francese di liberazione nazionale incomincia ad | assumere l'aspetto di un ca- ' Priccio ed » popolo amenca- ino si vede sempre più costretto ad attribuire ciò all'antipatia da cui è animato il Pre. sidente nei confronti di De Gaulle :% ma con tutto ciò la faccenda non cambia aspetto. De Gaulle, che, c.ltre ad insistere a parlare a Londra dei suo progettato statuto di <: governo provvisorio della Francia », si proponeva di chiarire definitivamente, l'atteggiamento nordamericano, vede sfumare anche questa parte del suo programma. Di ciò 'eg'i deve aver parlato a luh- ha fjià lielinito come una delile .divertenti e misteriose 'fasi .- dei rapporti Ira Londra lo De Gaulle. Ora, se negli : Stati Uniti la si pensa cosi, c'è poco di Inionn da sperare, E* inutile catechizzare Cooper, 'quando... si è antipatici a i Roosevelt. U t dll G N R, I.