Farmacia curiosa di altri tempi di Antonio Antonucci

Farmacia curiosa di altri tempi Farmacia curiosa di altri tempi Suol dirsi tuttora a titolo di paragone: « Conosciuto come l'erba he! tonica », anzi betonica, perchè con il tempo essa ha perduto una «t> insieme con la fama, e però ben pochi — colti alla sprovvista — sanno dirci qualche cosa della sua conoscenza. Si tratta di un'erba, appartenente alla famiglia delle Labiate, dallo stelo alto, sormontato da fiori porporini. Comunissima nelle colline e nei boschi, fu celebrata da Dioscoride e da Galeno. Antonio Musa, medico di Augusto, la riteneva utile in quarantotto malattie o disturbi ma il popolano fiorentino Ruberto Guido Bernardi, raccogliendo segreti e pratiche superstizio se sul finire del secolo XXV, at tribuiva alla bullonimi ben aes-lsanta virtù, tra le quali la ca-\parità di rimediare alle per-\cosse nel capo, dolore di occhi | dolor ce di orecchi, dolor di denti sordità, apoplessia, epilessia, ecc. Curava anche la pazzia, confortava 11 cervello, faceva fuggire i serpenti e i bruchi dai cavoli. Molto più potente, il rosmarino aveva invece settantadue virtù, portate scritte dall' India. Ben poche gliene sono rimaste, astrazion fatta dalla cucina ma, ai suoi bei tempi, il fumo di rosmarino guariva il catarro e cacciava i serpenti; se tenuto in casa non potevano nuocere « nè scorpioni nè serpenti »; nell'orto, garantiva l'abbondanza; le .foglie bollite in vino bianco per poi lavarcisi il viso, mantenevano la pelle « fresca e chiara »; ramiceli! nella botte, la preservavano contro <ogni rio sapore»; e, se perduta la voglia di mangiare, le foglie bollite ;n acqua di fonte per poi innacquare il vino, riportavano l'appetito. Ma non basta : mentre il rosmarino nello stufato « mantiene gio vani e riconforta le membra » giova contro i rimorsi (choruciore d'alchuno male fatto) mediante il pane arrostito su la sua brace: bollito in acqua con sugo di melagrano, frena la collera; i suoi fiori, ridotti in polvere e legati al braccio destro, confortano i piedi infermi e deboli, vieppiù irrobustiti se lavati con la radice «bollita in fortissimo aceto»: Infine il rosmarino guarisce la tisi, e le sue foglie, messe sotto il letto, preservano dai cattivi sogni. Dotti consigli Lo stesso Ruberto Guido Bernardi ci erudisce sopra altri medicamenti de' tempi suoi. I calcoli della vescica se ne vanno « con la pietra che è nel capo della lumaca », oppure polvere del sangue e dello pelle della lepre, o l'orina di capra, o sangue di becco, cotto. Per uccidere « tutti i bachi (vermi) del corpo »: bere, durante tre giorni, latte ed agli pestati in aceto tiepido; ovvero usare impiastri di foglie dì pesco e di porri, pestati nell'aceto e messi sullo stomaco. Guardarsi dal « mangiare e dal bere oltrogioiosamente » perchè cascano i capelli dal capo. A conservarceli, giovano invece lai liscivia di sterco di colombo e il sugo di rigolizta. Ne fa nascere molti la infusione di bucce l'olivo nell'acqua, ed anche il sangue di testuggine o la polvere di talpa arsa viva. Li riporta « nel luogo calvo » dopo untura, un miscuglio composto di tre oncie di allume, vino e midollo di corna di cervo, mentre la forfora — che disperava Caterina II di Russia — cede alla radice di malva nell'acqua. Avviene talvolta che i capelli invadano zone troppo , , f in M caso KStmp%a}i , ;<J , ** L, p\pistreUo> & piccole ra'ne i e cenere di torsi di cavolo ». A un ferito che perdesse troppo sangue, fargli il segno della croce tre volte e digli: * Chome l'usuraio non à parte n' regno del cielo ■», ed an- por \dal mal di denti gnat.e di liberare., | nome e cognome, che, con altri tre testimoni ed altri tre segni di croce: « Tello, taberna, tabernacolo ». Nel frattempo, o il sangue stagna o l'infelice se ne vai in quel regno del cielo, racco mandato da molti segni di croce. Questo è un chiaro residuo della medicina magica, più evidente nella terapia con tro il mal di denti, dal quale ci preservano il digiunare la vigilia di Santa Apollonia, ricorrente il 9 febbrajo, e il portare il seguente breve: k La beata Apollonia fue della città de' re d'Alessandria — e tutti li denti le furono tratti a lei, per la fede di Cristo. E — eia pregila .'tempre il Signore — che qua limane il nome suo sopra — r'erae. che sia liberato — Cosi vi de». Seguono Contro ogni male Come rimedio preventivo contro ogni male, i contemporanei di Ruberto Guido Bernardi (e taluno anche oggi) si attenevano alla prudenza fe-u dandosi dall'mtraprendere ci. -.messia nei giorni oziachi (Egiziani), 26 in tutto e precisamente 1, 2, 4, 6, 11, 15 di gennaio; 15, 16 e 18 febbraio; 15 aprile; 6, 15, 16 maggio; 6 giugno; 15 e 18 luglio; 19 e 20 agosto; 16 e 18 settembre; 16 ottobre; 16 e 17 novembre; 6, 7, 11 dicembre. Da notare l'assenza del 13 e dei numeri superiori al 20. In questi giorni * peric/ioZost e bestemmiati*, «chi vi nascie, non vive — se vive, povertà e miseria — se piglia moglie, poco insieme — se stanno insieme, senza concordia e fedeltà — se ammalato, non la scampa — se naviga, non torna — se torna, non guadagna ». Sull' assegnazione de' giorni oziachi differivano le credenze, ed anche sul loro numero. Ho sott'occhio un'altra versione che li colloca come segue: Gennaio, 1 e 24; febbraio, 4 e 25; marzo, 1 e 20; aprile, 1 e 18; maggio, 3 e 16; giugno, 11 e 25; luglio, 14 e 20; agosto, 1 e 29; settembre. 3 e 20; novembre, 5 e 27; dicembre, 7 e 27, con l'ammonimento di « non fare cosa nuova in questi giorni, se tu non vuoi che contro te ritorni ». Ci sono poi alcune pietre miracolose come la Gieribem, la quale si trova nella testa del granchio e serve contro 11 veleno degli scorpioni e dei cani rabbiosi; bevuta in polvere, pulisce i denti, caccia la rogna, e dissecca le piaghe. La scuola salernitana, la suggeriva contro il mal di cuore. L'eridese, detta anche pietra aquilina perchè si trova nel nido dell'aquila, a parte il fatto che, sospesa al braccio sinistro, concilia l'amore tra moglie e marito (Alberto Magnò), se tenuta al collo ferma il sangue dal naso. La selenite, chiamata, cosi perchè a forma dFmezzaluna, e reperibile nel corpo della testuggine, guarisce ogni malattia, senza dire che acconcia l'animo all'allegrezza e rende profeti a" mangiarla. E chiudiamo con una ricetta per « conservare la giovinezza », polvere « da mettere in tutti i mangiari»: fiore di rosmarino, once 4; ruta, once 2; salvia, once 1; maggiorana, once 2; seme di mele cotogne pulito, once 1; finocchio, once 1; anice, once 1; noce moscata, once 4; gengiovo. once 1. Ma. a conti fatti, la giovinezza è una questione molto più complicata. Antonio Antonucci

Persone citate: Alberto Magnò, Antonio Musa, Bernardi, Galeno, Ruberto Guido Bernardi

Luoghi citati: Alessandria, India, Russia