SPECOLA
SPECOLA SPECOLA e o e r l , i a e Insegnamento del fraticello ra umile, era parco, era castigato, ma l'uovo che la gallinella dell'eremo gli aveva regalato pur doveva friggerselo, e burro non aveva, il fraticello, o olio, per frittura di magro; e usò una punta di coltello di strutto! Ma ricorreva il Venerdì Santo, quel giorno, e i Cànoni parlan chiaro: nulla di grasso! Chiese perdono a Dio, l'umile, e si assise al parco desco, ma. il primo boccone ancora non aveva mandato giù che una scarica di tuoni echeggiò sinistra per le vallate della montagna, e poi lampi, e poi ancora tuoni, e poi giù una tempesta d'acqua e di grandine a dirotto, e quindi vento, tutti gli elementi del cielo si scatenarono a castigare — cosi parve al meschino — il suo peccato. Afferrò il pentolino, lo vuotò dalla finestra rassegnandosi al digiuno, rifece il segno della croce, ma, pure umile e pio com'era, vedendo che la tempesta conti' nuava non potè a meno di mormorare — a bassa voce perchè nemmeno il suo Angelo Custode lo udisse —: «Avrò peccato, Signore, riconosco! Ma Tu, ora, stai esagerando... ». Non la conosceva, la storia del fraticello, la donnetta che dall'i.iflessibile agente annonario si vide mettere in contravvenzione per aver celalo nel suo fardello un pezzo di carne e una tavoletta di burro, se no gliel'avrebbe raccontata, l'altro giorno, mentre veniva accompagnata all'ufficio della stazione; ma quello, l'avrebbe creduta, o... capita? Ho voluto raccontarla io, per chi vuole intenderla, al posto della donnetta; perchè se è vero che se le leggi non si applicano inflessibilmente tanto varrebbe non promulgarle, in fatto di contrabbando annonario dobbiamo convincercene una buona volta, che si ritorce tra l'altro anche a nostro danno. D'accordo. Ma il fraticello peccare non voleva, e non avrebbe peccato se... diciamo non indotto. Ma fu proprio peccato il suo? E per una bistecca. Signore, che cosa avresti fatto? L'edera repubblicana Il isognerebbe adoperare, in u politica, la clausola commerciale « a garanzia di buon fine ». Chi prende una iniziativa, cioè, e la vuole lanciare, ha da depositare un pegno a garanzia; onde se accade che l'iniziativa non avrà sortito altro risultato all'infuori di quello di venire sbandierata dai giornali, il pegno resti a scontare almeno il disturbo recato. Co*), oggi, trascorso un ragionevole termine dal Manifesto lanciato, si potrebbe chiedere conto al « Senato storico repubblicano » — di cui apprendemmo in quella occasione l'esistenza — della faccenda del distintivo a foglia d'edera proposto, con un messaggio in cui molte belle parole eran dette, ina non una che ricordasse la fonte dell'idea. Fonte che trovasi a pag. 361i del Voi. I degli « Scritti e discorsi di Benito Mussolini » dove leggesi (e si tratta di un articolo del 12 nov. 1918): «Ma ecco la pace cerne noi la volemmo: vittoriosa. Ecco la pace come noi la vorremo: giusta. Ecco la pace che reca in una mano l'olivo e nell'altra l'edera repubblicana ». Repubblicana: avete i-entito, 12' novembre 1918. l e i e . a e a . i e i a e r o La cacciata degli sfollati f/ni tonto si legge sui gior. w nuli la notizia che il Capo della tale o tal'altra provincia ha decretato nell'ambito delta sua circoscrizione territoriale il « tutto esaurito»; cartello usato dai tabaccai prima del tesseramento dei generi di monopolio, e ora dai rivenditori d\ pile tascabili e dai negozianti di frutta e di pesce. Tutto esaurito per ali sfollati questa provincia non può ospitarne più, chi vi si trasferisse a partire da oggi verrebbe... estradato. Ed è opportuno, e anche- giusto chs un Capo provincia avverta, nel loro stesso interesse, gli eventuali intenzionati di diventare suoi temporanei amministrati; l'inopportuno, e forse l'ingiusto, viene invece laddove della gente — perchè nei paesi è come sui treni, in tempo di bisogno: quando sono pieni zeppi ce ne sta ancora — trova da sistemarsi, perchè aìtre gentili persone le fanno spazio, e l'ordinanza glielo impedisce! Il colmo, poi, nella provincia di Coma dalla quale il Capo pare abbia deciso di respingere alcuni sfollati già sistematisi, di estradarli è proprio il caso di dire, perchè si minaccia, affèdìddio, il foglio di via obbliqatorio. Addirittura. Onde qualcuno si chiede se apparteniamo tutti a una stessa Repubblica, oppure per caso ogni provincia non facci-w repubblica a sè, e che cos'è mai questa superbietta delle piccole Provincie. Discijrlina di guerra, sì, ben fa chi la esige e la impone: è indispensabile; ma un po' di comprensione di guerra ci vuole pure. Con questa, anzi, si otterrà più agevolmente c{uella. Penso io. Pensierino TÌIla maniera dei catechisti in questo mese di mangio, dò avch'io un pensierino da meditare ai miei lettori. E' la dedica di un libro di Lord Curzon e dice: «A quelli che. come me, eredono che l'Impero britannico è, dopo la Provvidenza, la più gran' de forza del mondo diretta al l'ene dell'umanità». Il che si sta vedendo. Guastafeste
Persone citate: Benito Mussolini, Lord Curzon
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