La lotta in fase di evoluzione
La lotta in fase di evoluzione La lotta in fase di evoluzione Fronte italiano, 26 maggio. Il fronte tneridionale italiano si trova attualmente in una fase di evoluzione, in seguito alla manovra di sganciamento ordinata da Kesselring. La fisionomia degli schieramenti non è pertanto ancora ben definita ed è suscettibile di ulteriori mutamenti, dipendenti principalmente dal criterio più o meno elastico che l'Alto Comando germanico adotterà nell'attuare la difesa. Finora è indubbio che per fronteggiare le preponderanti forze anglosussoni il Maresciallo Kesselring non ha attinto che in minima misura alla sua massa manovrabile di riserve, giocando piuttosto, s'ii altri tre fattori a lui favorevoli, quali il superiore lendimento bellico delle sue divisioni di prima schiera, che si ritengono non raggiungere la decina, gli spostamenti preordinati in modo da raccorciare convenientemente il fronte ed i successivi sbarramenti difensivi attuati e mantenuti col compito di logorare l'avversario. Su questi tre fattori ai quali, finito l'assedio alla testa di ponte, si possono dall'altro ieri aggiungere i reparti della Wehrmacht prima impegnati nella zona di Nettuno ed ora disponibili, non si possono pertanto basare previsioni di una certa fondatezza circa' il futuro andamento delle operazioni. La difesa germanica potrà irrigidirsi in una sona qualsiasi dei Monti Lepini e della Ciociaria, come cercare più a nord una linea che strategicamente meglio si presti ad infrangere l'urto delle fanterie e delle masse corazzate avversarie, e contemporaneamente faccia fallire ogni tentativo di aggiramento effettuato dagli anglosassoni su largo raggio. Per ora si può solo notare che l'abbozzo delle linee risulta così schematizzato. Partendo dalla regione a nord di Anzio il fronte passa da Velletri, su Aprilia e di là, per Cisterna, costeggia i Monti Lepini fino a Sezze e Priverno nella legione a nord di Vallecorsa. Piega quindi verso est, parallelamente al fiume Sacco, nella zona a nord di Pastetta, fino alla confluenza della Melfa col Liti, che avviene presso S. Giovanni Incarico, una decina di chilometri a sud-est. di Ceprano. Arriva quindi alla regione di Roccasecca e di Piedimonte, dove si attacca, a circa cinque chilometri a nord'di Cassino, alla linea montuosa che va poi sino all'Adriatico. Di questo grande arco, lungo in lutea d'aria circa un centinaio di chilometri, i punti dove ieri si è combattuto più aspramente sono stati quelli estremi: il settore di Cisterna-Velletri, dove la V Armata cerca di ottenere un successo premendo a nord di Valmontone in direzione della via Canilina, e quello costituito dal triangolo t>a il Liri e il Melfa, in cui le unità nemiche continuano ad attaccare con numerose forze corazzate. E' evidente l'intenzione del generale Clark di ottenere a qualsiasi costo uno sfondamento da Cisterna verso nord. Dopo una resistenza eroica, durata per tutta la giornata e durante la quale sono stati distrutti 80 carri armati nemici, il presidio di Cisterna ha evacuato le rovine della città, nel corso della notte, per allinearsi con le altre truppe. Per ottenere il forzamento del dispositivo tedesco, reparti americani si sono spinti sino alle posizioni a sud di Velletri, ma il pronto affluire delle riserve germaniche, lanciate al contrattacco, ha permesso di fermare la spinta avversaria. La seconda azione di sfondamento alleata è stata condotta nella valle del Liri, con l'appoggio di forti formazioni di velivoli da combattimento ed unità corazzate. A costo di enormi perdite umane e di materiale dopo alcune ore di accaniti combattimenti, le truppe d'invasione, sono riuscite a creare una piccola testa di ponte sulla riva settentrionale del fiume Melfa. dalla quale, nel corso della serata, hanno cercato di sfociare verso nord e verso ovest. La resistenza dei granatieri germanici ha fatto però fallire il tentativo di ampliare il cuneo. Un terso cuneo di attacco avversario, di minor rilievo si è avuto nel centro del grande arco rappresentato dai due opposti schieramenti. In questa zona piccole unità motorizzate delia V Armata americana, provenienti da Terracina lungo la Via Appia, sono penetrate nella pianura Pontina, sforzandosi di entrare netta valle situata fra t Monti Lepini ed i Afonti Ausoni, lungo la quale passa la strada che conduce alla Via: Casilina e, di lì, a Fresinone. Sulle pendici fiancheggiatiti l'imboccatura di questa valle, nelle vicinanze di Priverno, le truppe tedesche hanno energicamente respinto il nemico. Anche l'attacco frontale di unità americane avanzate oltre le posizioni tedesche sulle pendici meridionali dei Monti Lepini, non ha alato, finora, risultati di qualche importanza. La situazioìis militare delle ultime ore è così commentata dal corrispondente militare del D.N. B., Martin Hallenslében: Gli alleati e le formazio ni francesi, polache ed afri cane combattono subendo per dite che possono essere paragonate a quelle sovietiche durante le grandi battaglie difensive del fronte orientale. E' degno di rilievo il fatto che la battaglia viene sostenuta da parte tedesca con forze relativamente deboli. E' certo che qua e là Kesselring ha impiegato nei punti di maggior bisogno delle riserve operative, ma egli ha fatto nò parsimoniosamente, astenendosi dal lanciare le sue riserve principali in questa azione.
Persone citate: Cisterna, Kesselring, Martin Hallenslében, Melfa, Piedimonte, Sacco
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