Ciang-Kai-Scek chiede armi e Roosevelt gli manda Wallace

Ciang-Kai-Scek chiede armi e Roosevelt gli manda Wallace La tragica situazione di Ciung King Ciang-Kai-Scek chiede armi e Roosevelt gli manda Wallace "Il vice-Presidente degli Stati Uniti, però, non acciaerà neppure nn giapponese!, Lisbona, 22 maggio. Nei primi giorni della seconda metà di aprile, Washington annunciava l'avvenuta partenza in aereo da San Francisco per la Ci.na di Harry Wallace, vice-Presidente degli Stati Uniti, inviato a Ciung King da Roosevelt per esaminare sul posto la situazione che Ciang Kai Scek, attraverso le sue reiterate invocazioni di aiuto, presentava come disperata. Harry Wallace, filosofo politlcheggiante, avrebbe dovuto, in veste di moderno San Tommaso, accertare quello che gli avvenimenti di pochi giorni dopo si incaricavano di mostrare nella loro più chiara luce: Paletwa occupata e Impilai direttamente Investita dai nipponici, in India; Stillwell bloccato nella vallata dell'Hukawng, nella Birmania settentrionale. Visto che nulla ài concreto Wallace avrebbe potuto portare a Ciung King e che, di ritorno, non avrebbe posato sul tavolo presidenziale che l'eco dei malumori e delle sconfitte asiatiche, la Casa Bianca informò che l'aereo di Wallace, non solo non aveva decollato, ma che non sarebbe neppure più partito. Intanto... pareva concludere il comunicato annunciante il rinvio. E di Wallace non si parlò più, lasciando alla ribalta dell'attualità politica del momento soltanto Stettinius, in quei giorni alle prese con Eden a Londra. Ciang Kai Scek non aveva ancora colato l'amaro per l'oc casione, mancata all'ultimo momento di poter parlar chia- ' ro ai «principali» d'oltre Paclfìco, che le forze nipponiche del gen. Hata iniziavano nell'Honan quell'offensiva che, in un mese, li avrebbe portati alla conquista dell'intera più ricca provincia cinese e allo sfacelo delle armate cinesi di Tang Empo, ora in rotta, con 70 mila uomini, fra le montagne del Funiu Shan. Chiusa da tempo la strada birmana, isolato dal mare, disperatamente attaccato all'unica speranza della. « via del tè » ancora in costruzione e già compromessa dall'avanzata nipponica nell'Assam. Ciang Kai Scek ha tentato l'ultimo gioco, tanto audace quanto assurdo: scavalcare il confine cino-birmano e, dall'Yunan, marciare incontro a Stillwell, per aprirsi una porta al sud. Ma anche questo tentativo è fallito, e Ciung King rivela chiaramente la tragicità della sua situazione, e pone Washington di fronte all'alternativa: o mandare aiuti, armi e automezzi, d'urgenza, o la lotta che da otto anni logora le sue sfinite armate dovrà venir abbandonata. Per questo, questa volta, Wallace è partilo davvero. Nel darne notizia alla conferenza stampa, Roosevelt ha specificato che l'invio di questo alto rappresentante degli Stati Uniti deve venire interpretato come esplicito segno dell'interesse americano perla Cina. Una emittente americana, commentando la dichiarazione presidenziale, aggiungeva che, però, la Cina ha bisogno di aiuti concreti e che le « manifestazioni puramente idealistiche della Casa Bianca non servono per uccidere neppure un giapponese ». Wallace, che è accompagnato nel suo viaggio da tre funzionari del Dipartimento di Stato, ha dichiarato di essere latore di un messaggio di Roosevelt con la promessa formale di mandare aiuti, concludendo, testualmente: « Nè le paludi birmane, nè le montagne delI'Himalaja e neanche le navi da guerra giapponesi potranno impedire all'America di spedire al grande popolo cinese, alleato degli anglosassoni, la maggior quantità di materiale bellico che sarà possibile ». I presenti, per riguardo, non hanno chiesto per quale strada egli spera d potcr far giungere questo ma teriale. Glielo chiederà, però, certamente, l'interessato Ciang Kai Scek. a wTviqTò : l