I tre fronti di Smuts

I tre fronti di Smuts PoFÉatwooo di GHwnr'aMstll I tre fronti di Smuts Dichiarazioni del maresciallo sudafricano sull'invasione e sulla campagna d'Italia Il "fallimento,, di venticinque anni fa Lisbona, 19 maggio. Tutta la stampa neutrale") pubblica in grande rilievo le nomine del Maresciallo von Rundstedt, del Maresciallo rtominel e del neo-Maresciallo Blaskovitz a comandanti delle forze germaniche di terra che dovranno contrastare in Europa occidentale il tentativo anglo-americano di costituire il a secondo fronte ». Eisenhower e Montgomery, si osserva, sanno ora chi sono i loro diretti avversari nella grande avventura. E non hanno davvero di che essere lieti, polche le prove fornite sul campo neir attuale conflitto dai tre marescialli germanici sono talmente illustri da assicurare alla difesa 'del Continente la guida più illuminata. Montgomery, per parte sua, si ritroverà poi di fronte quel Rommel che già fu suo magnifico avversario in Africa Settentrionale. Questa volta, però, Rommel potrà lottare ad armi pari, poiché non sarà certo più la mancanza dei rifornimenti che lo obbligherà a retrocedere, come ad El Alamein. Altro argomento dimlnante dei giornali odierni è costituito dal discorso tenuto oggi a Birmingham dal Primo Ministro del Sud Africa, maresciallo Smuts. Il generale boero, come è risaputo, è legatissimo a Churchill e sovente (cosi fu, ad esempio, subito dopo Teheran) parla per ispirazione del Premier. Smuts ha cominciato il suo discorso occupandosi della re. cente Conferenza dei Domlnii e, forse per far da contrappeso all'impressione di gelo suscitata dal troppo riserva to contegno di Mackenzie King, di Curtin e di Fraser, s'è lanciato in una calorosa esaltazione dell'unità d'intenti rivelata nella conferenza stessa. Venendo, poi, a parlare degli attuali avvenimenti bellici, Smuts ha dichiarato: * La fortezza di Hitler è ora attaccata da tre lati: dalla Russia ad est, dalle forze britanniche ed americane del Mediterraneo a sud e dalle forze britanniche ed americane dell'Atlantico a ovest in quello che è chiamato < secondo fronte », ma che è, veramente, il * terzo fronte ». Questo è già stato aperto dal più grande attacco aereo della storia e sarà bentosto seguito dal grande attacco terrestre. « Questo attacco terrestre dall'occidente è atteso da tanto di quel tempo ed ha avuto una tale pubblicità, che è facile avere un concetto deformato delle prossime operazioni. Sarà bene ricordarsi che, per quanto grande e importante possa essere questo attacco, esso non costituirà che uno dei tre fronti. Il risultato della grande battaglia per l'Europa può darsi non venga deiciao su questo fronte, nè su uno degli altri due, ma su tut ti e tre assieme. Sarà un at tacco triangolare di effetto combinato. c II fronte mediterraneo può di nuovo essere di grande im portanza per la conclusione definitiva. Occorre, dunque, seguire meticolosamente la battaglia del generale Alexan der per Roma. E' nel settore mediterraneo che la potenza nemica è stata vinta nell'ulti' ma guerra. La resistenza del nemico su questo fronte è la prova dell'importanza che es so vi attribuisce. Sarebbe un grave errore concentrare tutta la nostra attenzione e fondare tutte le nostre speranze di vittoria sul prossimo fronte occidentale e dimenticare che i tre fronti non fanno parte realmente che di uno solo e devono essere considerati nel loro insieme ». Dopo aver brevemente accennato alla guerra contro il Giappone, Smuts al è poi inoltrato nello spinoso terreno del programmi di ricostruzione mondiale nel caso di un dopoguerra dominato dagli « alleati ». Egli ha ribadito l'Imperialistico principio d'un mondo controllato e diretto dalla «triplice barriera » delle potenze nordamericana, russa ed inglese ed ha anche promesso alle masse dei lavoratori un'organizzazione e dei provvedimenti per migliorare le loro condizioni. A questo punto gli è, però, scappata una poco confortante confessione: «Dove noi fallimmo — ha detto Smuts — 25 anni fa, possiamo sperare di riuscire ora dopo l'amara esperienza fatta ». L'ammissione, non c' è dubbio, è preziosa. Vi sarebbe, infatti, da chiedere a Smuts per qual ragione gli angloamericani hanno mosso guerra all'Italia e alla Germania, nazioni che rappresentavano appunto il movimento dei popoli per rimediare al « fallimento di 25 anni fa ». E, più ancora, ci sarebbe da far capire al capo boero che ben difficilmente i propositi di non ricadere nel « fallimento » possono accordarsi con quelli della « triplice barriera » che dovrà soffocare il mondo in una dominazione ben peggiore di quella che gli anglosassoni già avevano imposta precisamente « venticinque anni fa ». Infine, si potrebbe ancora far osservare a Smuts che i nobili propositi da lui manifestati a Birmingham per il dopo-guerra, sono già applicati in Italia e Germania da molti anni e che, per di più, l'Italia repubblicana, proprio in piena guerra, ha deciso, in campo sociale, dei provvedimenti cosi rivoluzionari che il protettore degli sfruttatori inglesi del Transvaal certo non pensa neppure a conflitto avvenuto. Ma, tant'è, sarebbe tempo sprecato.

Persone citate: Churchill, Curtin, Eisenhower, Fraser, Hitler, Mackenzie King, Rommel