Il fuoco di duemilatrecento pezzi ha segnato l'inizio della tremenda battaglia

Il fuoco di duemilatrecento pezzi ha segnato l'inizio della tremenda battaglia La "grandinata della morte,, non ha sconvolto la Wehrmacht Il fuoco di duemilatrecento pezzi ha segnato l'inizio della tremenda battaglia Eppure da otto giorni ed in tutti i settori, ogni qualvolta il nemico attacca, trova impavidi nella difesa i soldati germanici Fronte Meridionale, |19 maggio, ni sta svolgendo sul fronte italiano la più formidabile bat-taglia di tutta la guerra, nontanto per il numero delle di-visioni impiegate, che pure è imponente, quanto per l'impiego delle artiglierie, dell'aviazione e dei materiali di ogni specie. Se 800 cannoni anglo - americani spararono contemporaneamente, dando l'avvio alla sanguinosa battaglia di Cassino, questa volta si calcola che i pezzi che hanno sincronizzato il loro fuoco tambureggiante con i bombardamenti a tappeto degli aerei, siano 2300. Un inferno. Senza nemmeno qualche ora di tregua la notte. Se per qualche mezz'ora, nella notte, U fuoco dirada, si tratta di una tregua per mo do di dire, che i cannoni non ristanno un minuto dal far udire la loro voce nelle valli, |sui monti, nelle strade rivie \rasche. Con l'alba la grandi nata della morte riprende fitUa fitta, implacabile e accade lche in mille metri quadrati di 1 terreno esplodano, in un'ora. fino a mille proiettili di tutti i calibri. Dopo, verso sera, quando il tramonto aggiunge al miracolo estetico dei suoi colori quello tanto più gradito di una sosta, il terreno appare lebbroso, sconvolto, come il più tragico paesaggio lunare. E' allora che le fanterie inglesi, americane, indiane, degaulliste, polacche, marocchine, sudafricane, neozelandesi, scatenano i loro attacchi più feroci, cercando di addentrarli in tutta profondità. Il dato più importante che si può ritrarre questa sera, dopo otto giorni della spettacolare offensiva sferrata dal generale Alexander, è che in nessun punto le sue truppe sono riuscite a toccare il fondo del sistema for- tificato germanico, pur avendo prodigato reggimenti su reggimenti in attacchi furibondi, in resistenze tenaci ai contrattacchi germanici, in agganciamento a quei reparti di paracadutisti del Reich, che, schierati alla retroguardia, facevano entrare in giuoco, inesorabilmente il labirinto dei campi minati. Dove gli anglo-americani sono riusciti a sfociare in qualche valle, ««bito hanno fatto entrare in azione i carri armati, per la prima volta impiegati su questo fronte in masse organiche e manovrate, ma sono stati subito fronteggiati dai « panzer ». I c pantera », i « tigre >, i « Golia » sono stati invece impiegati in piccole aliquote tattiche, riservandosi evidentemente l'Alto Comando Germanico di impiegare le sue riserve di mezzi corazzati soltanto nel punto decisivo della battaglia che ancora, secondo il maresciallo Kesselring, non sarebbe giunto. La grande offensiva si estende su un fronte di 35 chiì lometri con zone « dolenti > che la fanno arrivare ad una estensione di 44 chtZometri. Sta a vedersi fino a quando il gen. Alexander potrà mantenere alla sua offensiva un così rovente mordente ed un ritmo così intenso. A proposito della difesa fortificata germanica è bene rilevare ancora una volta che essa è costituita assai più di difese naturali, che non di costruzioni blindate: a che la fascia irta di capisaldi a scacchiera, con campi minati, hai una profondità ai oltre sessanta chilometri, di cui, nella prima settimana, meno di un terzo, e solo in alcuni punti, iè stato sommerso dall'enorme impiego di uomini e di me^zi degU alleati e precisamente quella parte che veniva nel gergo dei soldati del generale Heidrich chiamata — come il sistema di Cassino — il « frangente ». Cioè uno specie idi antemurale non indtspenjsa&ife a tenere nella sua trasversale il fronte sud italiano. Cassino, dove la prima di\visione di paracadutisti aveva resistito in quattro memorabili battaglie, è caduta per l manovra quando, con l'avanza, ta dalle Fornaci di Scauri, sulla litoranea verso Fornita, si è profilata la minaccia delU'attana'gltamento di cui una branca s'era già spinta verso i Pontecorvo. | La notte era relativamente \calma, dopo i sanguinosi scon. \M che avevano visto per la [ennesima volta i reparti d'as\salto americani e polacchi accanirsi contro le celebri posizioni. I paracadutisti germainici hanno trovato il tempo, • con una vecchia! insegna deU \VAlbergo della Rosa, ridipinIra, di fare un epitaffio per I l'ultimo cimitero in cui aveva\no allineato i loro più recenti |cndi(ti: « Invictis victurij: ! « agli invitti quelli che saranno vincitori». Dopo di che, facendo briU \lare a comando, nell'alba di ! perla, tutto il sistema di trincee e di sotterranei scavati sotto le macerie della città, se ne sono serviti come campi minati, quando i primi battaglioni di polacchi sono cautaI mente avanenti. Schianti, rom| bi, urla, voragini, nuvole di I pietre, morti! Più a ovest, nella giornata, truppe del generale Alfonso Jouin, comandante del corpo coloniale degollista, a prezzo di perdite spaventose, erano riuscite a spingersi oltre il più avanzato punto di penetrazione frontale. Con un contrattacco fulmineo i gtanatierì hanno rescisso alcuni di questi reparti dalle loro linee e poi, accerchiatili nella sacca, li hanno distrutti o catturati. Si tratta di qualche centinaio di prigionieri: goums, marocchini, fucilieri algerini, tiragliatori senegalesi; soltanto gli ufficiali e qualche sottufficiale sono francesi. Con questi i prigionieri catturati dai tedeschi nei primi tsette giorni della battaglia si >.avvicinano ai 2 mila. I Circa l'impiego dell'aviazio- r ne anglo-amerwanaa stormi compatti, bisogna rilevare che nel cielo della battaglia non si sta svolgendo un monologo: caccia, caccia-bombardieri, ae \m distruttori, apparecchi da ,{battaglia e da picchiata, cacl cia-/tSmini germanici si get- UanQ senza posa nena mia^M, o : *, *JSSSS^JSSSt -1 LQ???'ffL 5e"J£r? che' - %,aJ?° a,*ISL* *S*2£,W int 5g aettore «?" - L ,Ì " «S~ V-J^J0' 9f?erale. t %™?SfZ Jiccia scattare i dispositivi del suo piano e dia - ££&S*5 JfSS* nel ?e"°/6 , ~Zn£Jl S3"?ro' "?* SS"°-1 K.-2*J?*T? ed ,n 1ueìU> della eito'° A\ sbarco. a! Questa eventualità e anche e ! Quella di altri tentativi di n \ sbarco sono già state freddaa j mente previste dal Comando {germanico e certamente rientrano nel bilancio preventivo del piani del Feld-maresciallo Kesselring. Intanto sul fronte della battaglia tutto ciò che era mag- a;^/siat0 brtUalmente "- e n i e a celiato dalla furia dei (jombardamenti: messi, frutta, splendore di piante e di fiori. Pare che un gigantesco aratro sia passato con vomeri ciclopici a sconvolgere ogni metro quadrato di terreno. Un a ;»„,•„»!: „.„».„ i "ratro. poiché nei suoi e*01*?' è atata &[morte. seminata la Attilio Crepas

Persone citate: Alfonso Jouin, Attilio Crepas, Golia, Kesselring, Pontecorvo

Luoghi citati: Cassino