II sacco del pellegrino

 II sacco del pellegrino II sacco del pellegrino Ignoti eroi Non conoscevo l'episodio, d'una grandezza che un retore chiamerebbe omerica, e sono grato a Térésah d'avermelo riferito: « ... Covic quel pilota che trasportava donne e bambini da Tripoli e da Bengasi, e che arrivò a buttare il suo apparecchio sitila spiaggia, vicino ad Ostiu, salvandone i' carico, mentre lui spirarti carbonilisarò... ». Omerico: direbbe il solito parolaio. Quasi che Omero abbia mai raccontato meraviglie di questa sorta; quasi che gli eroi dell'Iliade, dall'astuto Ulisse al permaloso Achille e all'improvvido A jace, non siano che dei letichini senza coscienza, senza genio, e spesso senza ardimento, data la loro invulnerabilità o la comoda assistenza, degli Dei! Quell'episodio di valentia contemporanea ed italiana vale mille volte di più; e poiché a quello tanti altri si accompagnano, la maggior parte ancora ignoti o male conosciuti, è da sperare che formeranno un giorno lo studio e la ammirazione dei nostri scolari, assai più che. non le gesta, tra furbacchione e puerili, del figlio di Laerte (oh, la stupidità di quel ca- I vallo di Troja!) o le facili j temerità, fra scriteriate e fe- I roci, del « pie veloce »: gesta finite in burletta, com'era destino, entro le opere comiche d'un Meilhac e d'un Halévy, musicate da un Offenbach. (Poiché, come sapete, sono sempre dei circoncisi a burlarsi degli eroi). Ma chi potrà mai scrivere, o musicare, la parodia del pilota ostiense? Essa sfida le malignità di qualunque pusillanime di là da venire. Se Tersite scherniva Ajace, nessun Meilhac e nessun Pitigrilli potrà mai schernire l'intrepidezza, l'umanità, la santità dell'aviatore italiano che seppe consumarsi entro un rogo, compiuto ch'ebbe il dovere suo. E la patria nostra conoscerà forse ancora altri lutti e altre ruine. Ma non la vergogna di veder la sua guerra finire in una Belle Hélène. Perchè chi l'ha combattuta, l'ha combattuta degnamente. E chi l'ha tradita, era al di qua della linea del fuoco. Nella sua lettera Térésah mi avyerte, giustamente, che quando si denunciano le viltà degli intellettuali non bisogna mai, mai dimenticare le prodezze dei soldati. , Ora tali prodezze, ripeto, rimangono il più delle volte sconosciute. Pochi giornalisti sono in grado di seguire questa guerra, dispersa su fronti innumeri ed immensi, ed anche i rapporti reggimentali non sempre testimoniano, possono testimoniare circa gli atti di valore compiuti. Li sappiamo dai reduci, qualche volta; e sono sempre attestazioni autentiche, di fatti sempre ammirabili e spesso sovrumani. E a chi si debbono? A dei soldati qualunque, di cui un giorno arriveremo forse a sapere il nome soltanto. Ci sono raccontati i loro fasti da chi per caso li conobbe con l'ammirazione negli occhi e il pianto nella voce: eppure i loro efoi non li hanno compiuti perchè fossero raccontati. Erano di quelli, come direbbe D'Azeglio, « che sacrificano sè agli altri, ncn gli altri a sè »; che dando tutto non chiedono niente; che sanno, tutt'al più, di poter venire ricordati un giorno da una pietra sepolcrale, quella del Milite Ignoto, innanzi alla fiamma d'una lampada non accesa per lui, ma per tutti. Eppure, nel sacrificio, non hanno esitato. Eppure non esitano. Si parlerà poi del pilota ostiense. Si parlerà dello scugnizzo napoletano. E di cento, di mille altri, altrettanto oscuri e altrettanto sublimi. E cosi l'ignoto coraggioso, che ci compensa per fortuna del vigliacco illustre, è ■ il più grande di ogni altro. Non è sempre cosi, in tutte le energie, in tutti i meriti, in tutti i primati umani? Delle opere più geniali, dalle Piramidi e dai drammi di Shakespeare sino a certe musiche immortali e a quei motti di spirito che si citano a preferenza di tutti, l'autore non si conosce. Le più belle donne che potremo incontrare non avranno mai partecipato a un Concorso di Bellezza, e gli uomini più buoni mai concorso a un Premio di Virtù. Si direbbe, quasi, che oltre un certo limite la virtns tenda a cancellare le proprie tracce mortali, fra cui il nome stesso, per confondersi nell'infinito. Cosi. nel bene, forse, come nel male. Confucio è anonimo come Erostrato; Gilles des Rais scompare nello pseudonimo di Barbe Bleu, e il divino autore di Fenesta ca lucive resta, ignotamente, un cantastorie. Cosi resta anonimo, nelle forme superiori, l'ardimento, né si leva alla gloria dei cieli che per lasciare sulla terra un sasso senza nome. Ramparti ij

Persone citate: Bellezza, Bleu, Covic, D'azeglio, Offenbach, Shakespeare, Troja

Luoghi citati: Bengasi, Ostiu, Tripoli