Un' autoambulanza inglese tra i pionieri germanici

Un' autoambulanza inglese tra i pionieri germanici Nei cielo per una volte passarono rondini e non aeroplani Un' autoambulanza inglese tra i pionieri germanici I feriti guardavano tremando, ma l'ufficiale tedesco sorrise e la macchina della Croce Rossa potè ripartire verso le sue linee (DAL NOSTRO INVIATO) Fronte Italiano, 6 maggio. Fra le macerie fiammeggiavano le rose di questa opulenta fioritura di maggio. Meravigliose e profumatissime rose, d'una varietà realizzata dopo anni di cure e di innesti per merito di un floricultore di Aprilia, che ad Aprilia l'ha intitolata. E le rose accendono di vermiglio le macerie della cittadina distrutta, s'arrampicano sui muri smozzicati, sui ferri contorti, scendono in iuvoli purpurei dai vasi superstiti delle terrazze e pare che mettano un brivido di velluto sui calcinacci aridi, sui mattoni porosi, sul pietrame arso. Per la quarta volta... E non è questa, l'unica nota gentile che maggio ha messo sul fronte di Nettuno. Il languore delle glicine, ormai impallidite, intenerisce chi passa davanti alle casette coloniche, rose, bianche, verdi, che l'Opera Nazionale Combattenti aveva raggruppato in borgate battezzate con nomi di èpiche battaglie e dì chiare vittorie. E c'è lo spettacolo bucolico delle oche negli stagni, nei rivi: placide, pur tra l'inferno della battaglia, ben più imperturbabili di quelle starnazzanti sul Campidoglio al sentore dei nemici. Oche che un giorno o l'altro finiranno nella marmitta da campo di uno dei reparti combattenti, ma che, per intanto, se ne stanno a navigare nelle quiete acque della palude. Fiori, rimembranze dell'alacre fatica rurale, oasi di pace... E i soldati, dell'una parte e dall'altra, vi si riposano gli occhi, per qualche istante, nella visione serena di quella grazia di Dio sembrano dimenticare l'impeto del combattimento o t'ansimante palpito del chi va là. Giornata, del resto, ben movimentata su quasi tutto il fronte di Nettuno con tendenza però, da, parte delle truppe del generale Wilson, di farsi largo verso sud, cioè verso il fronte di Cassino, per intenderci meglio. E se voi ponete caso a quanto ha fatto dichiarare dal suo portavoce l'alto comando del feldmaresciallo Kcsserling, e cioè che allo Stato Maggiore germanico consta che sul fronte di Cassino gli anglo-americani del generale Clark hanno condotto a termine il nuovo schieramento offensivo che ha sostituito quello così logorato dalla sconfitta di aprile, dovete convenire che probabilmente le più- frequenti e più rabbiose puntate offensive americane sul fronte di Nettuno, con ptedileziòne per un andamento strategico verso sud, sono sincronizzate con i preparativi del generale Clark sotto Cassino. E' la stessa tattica che si ripete per la quarta volta. Si iniziò coti lo sbarco a Nettuno, cui dopo venti giorni seguì un complesso di attacchi contro Roma, continuò con la. dispendiosa offensiva di Cassino, adesso presumibilmente insisterà con attacchi sempre più fitti e massicci contro la linea di accerchiamento a sud di Nettuno. Ma tutti gli assaggi delle truppe anglo-americane sul fronte di Nettuno all'anello germanico di sbarramento si sono urtati contro una difesa inflessibile e soprattutto il loro impeto è stato schiantato dalla terribilità del fuoco concentrico di speciali nuove batterie a tiro rapidissimo. Però anche ieri ed oggi, e per numero e per fortuna, di azioni, i granatieri germanici ed i volontari dei battaglioni italiani (a proposito, stamattina sono stati avviati in licenza premio i vrimi cinque italiani: un Sottotenente, due sottufficiali, due soldati, decorati su questo fronte della Croce di ferro) hanno sviluppato un maggior mordente offensivo. All'arnia bianca Ieri, ad esempio, l'iniziativa è stata tedesca. Sulla strada €82 », un reparto d'assalto germanico, irrompendo improvviso nei capisaldi blindati degli avamposti nemici, li ha conquistati, spesso con attacchi all'arma bianca. Le azioni offensive germaniche-si sono sviluppate anche oggi nell'orlo nord del Colle Micheli, nella zona Rubbia-Boschetto e nei pressi di Borgo Podgora e Borgo Piave. Dovunque, in queste azioni, le perdite degli anglo-americani sono state sanguinose, ed essi hanno lasciato in mano germanica parecchi prigionieri. Sui prati marginali del bosco di Vallicene Grandi, invece, l'iniziativa è stata degli anglo-americani. Impiegando, per la seconda volta in questo settore, forze considerevoli a ondate, il generale Wilson era riuscito l'altro ieri a farle straripare oltre un caposaldo avanzato tedesco stabilito al margine occidentale del bosco. Dopo aver ripreso nato i battaglioni di Ringlers 'hanno tentato di ampliare la loro conquista incorporando nelle loro linee altri elementi del frangente tedesco e spingendo grosse pattuglie nell'interno del bosco. Ma la resistenza tedesca si era irrigidita e questa volta gli assalitori — malgrado il loro ìmpeto, i loro sfotzi tenaci e un'innegabile abilità di condurre l'azione nell'intrico della selva — sono stati nettamente respinti. Ieri, poi, un contrattacco di reparti speciali germanici — che oggi ha avuto la rifinitura dei rastrellamenti?ad opera dei granatieri e dei lanciafiamme — ha riconquistato il caposaldo, ripristinato la lìnea e ricacciato gli anglo-americani fino alla loro linea di partenza. Anche questa settimana si è chiusa senza che il generale Wilson abbia potuto guadagnare un solo metro quadrato di terreno su questo fronte di Nettuno. Gesto da veri soldati Durante i combattimenti in questo settore è stato registrato un singolare .episodio. Trascinato da quell'imponderabile abbrivio dell'attacco che fomenta i cosiddetti colpi di mano, un nucleo esplorante tedesco si spingeva- sino a un crocevia dove, al riparo di alcuni magri pioppi, sorprendeva u;ia grossa autoambulanza inglese, che aveva irradiato attorno i suoi portaferiti a ca¬ ricare sulle barelle parecchi fucilieri della guardia, giacenti dal mattino senza soccorso nel punto dove all'alba era infuriato lo scontro. Alto, il sole di maggio dardeggiava quelle creature insanguinate e lamentose che i soldati della Croce Rossa britannica stavano raccogliendo. Il comandante del reparto tedesco considerò rapidamente la situazione: avrebbe potuto portare con sè l'automezzo, i soldati, i feriti con tutto il prezioso — e sfarzoso — materiale sanitario. Ma li avrebbe costretti ad attraversare una zona battuta dai lanciagranate e dai mortai. Preferì essere generoso: verificò che il carico rispondesse alle leggi di guerra, sequestrò le armi dei feriti e le munizioni. Pallidi, gli inglesi attendevano la decisione dell'ufficiale nemico, il quale aveva fatto segno che il soccorso continuasse e anzi aveva dato la mano a un barellatole che vacillava. Quando tutte le barelle furono infi¬ late nelle loro guide, il tedesco chiuse egli si?sso gli sportelli dell'autoambulanza con riguardo, con grazia. I suoi soldati erano spartiti qua e là dalla strada con le armi automatiche spianate verso il mistero della palude, dei fossi profondi, del bosco vicino. Silenzio. Anche le cannonate ora erano rade e lontane. Solo i rumori nascosti della campagna sotto il sole di maggio. Il bel verde dei pioppi. Lo smalto dell'acqua, stagnante nelle voragini delle granate. Con un gesto pacato, con un sorriso interiore che gli illuminò il viso, l'ufficiale tedesco diede il « via libera » all'autoambulanza nemica. La sua mano indicò le linee inglesi, la costa: voleva significare: andate, andate. I soldati inglesi salutarono militarmente, senza scatto, alla buona, come è loro costume. Ma i loro lineamenti freddi tradivano ora — dopo l'angoscia —- lo stupore e la gioia. Lo svelto fragore del grosso motore. Una sterzata. Il palpito della bianca bandiera crociata di rosso... Poi, ecco, l'autoambulanza raggiunse la svolta, accelerò, scomparve. II respiro del motore si attenuò. Più nulla. Qualcosa saettò nel cielo, lontano. I volti dei soldati germanici si volsero di scatto verso quel punto dell'azzurro, sorrisero quasi simultaneamente prima dì avviarsi al rientro verso le proprie linee. Rondini, una volta tanto, non aeroplani. Attilio Crepas ddfbra•rgdbsdlmggngtdpvsdtnpspftrcav

Persone citate: Attilio Crepas, Boschetto, Micheli, Rondini, Rubbia

Luoghi citati: Aprilia, Borgo Piave, Borgo Podgora, Cassino, Roma