FEDELTÀ

FEDELTÀ FEDELTÀ Quella bottoguccia da Btiratrice era stata aperta in una strada della periferia, quando, da quelle parti, non ci stava gran gente. Paolo, andando e venendo da scuola si fermava a guardare la stiratrice, una zitella magra e grigia e Bua nipote, una ragazzina come lui, dai capelli ricciolini, e dal viso tondo e furbetto, che gli sorrideva, di nascosto. Voi, cassando gli anni, i due ragazzj, diventati adolescenti, fecero addirittura amicizia. Con la scusa di portare le sue camicie e i 6Uoi colletti a stirare, egli entrava nella botteguccia e si metteva a sedere e a chiacchierare. La stiratrice che aveva sempre qualche guaio, o mal di denti, o mal di stomaco, dopo un poco, si ritirava nel retrobottega, e la nipote, che si era ormai fatta una bella ragazza, stirava al posto suo, ascoltando Paolo. Nessune sapeva quel che essi si dicevano, perchè, generalmente, quando qualcuno entrava in bottega, tacevano. A casa, i fratelli e le sorelle pigliavano Paolo in giro. I fratelli dicevano: — Guarda un po' come li porta ben stirati i colletti!... E sghignazzavano fra di loro, dandogli delle gomitate nelle costole. Le sorelle'sussurravano: — Ha per amica la stiratrice, Paolo... Fa all'amore con lei, pensate!... La sorella- più giovane, un giorno, gli chiese timidamente: — Come si chiama? Lui capì subito di chi la sorellina intendeva parlare. — Lisa. — Ah! E vi sposate? Paolo diventò rosso. — Oh, per questo, c'è tempo. Anche a Lisa qualcuno chiedeva sovente, in tono risentito: — Ebbene, lo sposate poi quel tale che è sempre qui a ingombrare la bottega? Erano i gelosi a fare queste domande, i rivali, il figlio del lattaio vicino, il droghiere dell'angolo e il cameriere del bar poco distante. Anche lei allora diventava rossa e diceva: — Oh, per questo, c'è tempo. Dopo qualche anno, accaddero due fatti importanti : la stiratrice morì e la famiglia di Paolo, per un'inaspettata eredità, diventò ricca. Lisa prese il posto della zia, al banco da stiro, e 6eguitò a fare la solita vita, e Paolo si trovò a combattere coi genitori, i fratelli eie sorelle per questa sua troppo umile relazione. — Non ti vergogni ? — gli dicevano. — Un po' di dignità, almeno ! I fratelli avevano l'automobile, adesso, e facevano la bella vita. Le sorelle, tranne la minore, si eran tutte fidanzate e si preparavano a contrarre matrimoni brillanti e convenienti. La famiglia abitava sempre da quelle parti, ma in una bella casa di proprietà e in quanto alle camicie e ai colletti c'era in casa una cameriera che stirava benissimo, meglio di una stiratrice. Con tutto ciò, Paolo faceva sempre un fagottino della sua roba e lo portava a Lisa, sgusciando in fretta nella bottega, per non farsi vedere. E invece di stare lì, come prima, guardando placidamente la gente che passava per strada, si ficcava nel retrobottega, perchè c'era sempre il pericolo che qualcuno dei fratelli o delle sorelle, passassero in automobile e lo vedessero. In quello sgabuzzino, essi sedevano vicino alla tavola e parlavano interminabilmente , sottovoce. Poi lei si alzava a preparargli il caffè e, mentre lui leggeva il giornale, lei lo covava co! suo sguardo amoroso. — Oh, guarda, ti si stacca un bottone. Glie lo riattaccava, badava bene che fosse tutto in ordine. Della cameriera, lei, non si fidava. Intanto il lattaio e il droghiere avevano fatto, uno dopo l'altro, la loro domanda in regola. Voleva proprio invecchiare ad aspettare quel tale che con la famiglia ostile che si ritrovava, non avrebbe potuto sposarla mai ? Lei scosse il capo, riservata e fiera. Non aspettava niente da nessuno, ma loro non li voleva sposare. — Bel gusto, inveccherete zitella ! — Farò come la zia. i Cominciava già a rassomigliare un poco alla zia, quantunque fosse ancora abbastanza giovane. Del resto, • anche Paolo era già stempiato, e accennava a diventar calvo presto. — Con le bellissime occasioni che avresti avuto per fare un buon matrimonio! — dicevano, frementi i fratelli e le sorelle scofcendo il capo in segno di sprezzo. — Pare impossibile ! Tu non eri proprio degno della fortuna che abbiamo avuto. Adesso eran tutti sposati, meno la sortila minore, deli- cigncdpvcecmUbebtgaaftdsctdv cata di salute, rimasta ancora in casa coi genitori. Solo che gli affari, ora, non andavano più tanto bene. E' strano come i denari, piovuti così dal cielo, fanno presto a svaporare. Due fratelli che avevano un gran magazzino nel centro della città, fallirojo e furono salvati dalle mogli, che sacrificarono la loro dote, ma si fecero irritate e aspre. Un altro che speculava in banca, perse tutto, e dovette emigrare lontano. Anche la bella casa di proprietà dovette essere venduta-, e la famiglia si stabilì in un alloggio assai più misero di quello che abitava prima della gran fortuna. E Paolo, che durante quegli anni aveva tentato di lare il pittore con scarso successo, si dovette impiegare come ragioniere in una ditta per poter così provvedere, oltre che a se stesso, ai genitori e alla sorella. Ha la sera, faceva ''ti fagottino della sua roba e andava dalla stiratrice. Ora avre'ibe potuto stare in bottega, che non aveva più da nascondersi. Ha lui preferiva filare nel retrobottega. Le sera che aveva passato in quel piccolo paradiso di sgabuzzino, leggendo il giornale, a quella tavola, sotto la mite luce della lampada ! Lei gli faceva una tazza di caffè e lo covava col suo sguardo affezionato. — Bada che ti si stacca un bottone... Glie lo riattaccava, poi, di nascosto, gli ficcava nella tasca della giacca un pacchettino: qualcosa di buono che aveva fatto cuocere durante il giorno, pensando a lui. Nelle sere d'estate, quando lui se ne andava, ci si vedeva ancora. Allora lei si faceva sull'uscio della bottega, per accompagnarlo con lo sguardo tenero e un po' triste. Vistò così di dietro, Paolo sem brava già un vecchio. Come erano passati in fretta que gli anni... Tutta la vita. E rientrando ella con un sospiro, andava a darsi una fuggitiva occhiata allo specchio. Ora sembrava proprio sua zia. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi