Il fronte degli onesti

Il fronte degli onesti Il fronte degli onesti Nelle drammatiche circostanze che accompagnano la ripresa italiana, è necessario fissare l'attenzione della stampa sui pochi punti fondamentali del panorama politico, seiiza divagazioni marginali, con coraggio e coscienza, in funzione chiarificatrice e costruttiva. Tra questi pochi punti basilari, consideriamo preminente quello dell'onestà, intesa in senso morale comune e in senso politico. Dell'onestà, nell'accezione comune della parola, si è già molto parlato come di un fattore essenziale della rinascita. Non ci soffermiamo sull'argomento se non per ribadire che soltanto gli uomini dotati di indiscussa rettitudine possono essere utili alla Nazione e particolarmente alla lotta rivoluzionaria, in quanto trattasi, dei più coraggiosi in linea morale e fisica. E per ribadire inoltre il concetto secondo il quale l'onestà morale non è una virtù manovrabile a piacimento, in relazione alla tendenza di Padre Zappata, nè un elemento tecnico marginale (gli impulsi non logici del Pareto) da adoprarst secondo il tornaconto come vuole Bentham, ima un principio morale profondamente radicato nella coscienza, norma di vita, modo d'essere e di pensare. Intendiamo Invece soffermarci sul'fatto' che esiste, e troppo spesso lo si dimentica, una onestà politica che non riguarda soltanto i governanti •ma anche i governati, come esiste per esempio negli eserciti una onestà addestrativa che riguarda istruttori ed allievi, e una onestà educativa dei maestri e dei discepoli. L'onestà politica idei governanti e dei governati impone agli uni e agli altri l'adempimento di precisi doveri, diremo meglio un comportamento un atteggiamento di * dovere », senza riserve mentali cioc senza « mentalità di tradimento », anche nelle cose che paiono secondarie o di dettaglio. Il concetto del dovere politico come fondamento della Nazione e dell'autentica libertà ci è stato insegnato da Mazzini proprio da quel Mazzini che i nostri avversari ci ritorcono per accusarci di schiavismo. Non ci raccontino perciò che a parlar troppo di dovere si finisce per esaltare; la tirannide. Se gli anglo-sassoni avessero mai conosciuto un qualsiasi dovere, non avrebbero distrutto inermi città, mitragliato donne e bambini, affamato popolazioni, soprattutto non avrebbero imposto questa guerra, senza un minimum di umanità, per conservare il monopolio di tutte le ricchezze mondiali e 11 « diritto » di dare la libertà » ai popoli con le sanzioni economiche, le grassazioni politiche e il navicert. Il dovere, sia nel concetto di Mazzini come nel nostro, enuclea il princìpio dell'onestà politica cui abbiamo fatto cenno, e richiama l'idea del « galantornismo » come fattore di sviluppo e di organizzazione di un popolo. Si obietterà col luogo comune che la politica è una meretrice e pertanto esclude l'onestà, richiedendo invece astuzia diabolica e abilità senza scrupoli. Errore fondamentale. Il galantornismo nella politica non esclude affatto l'abilità e la manovra, intesa nel senso del più efficace, leale, tempestivo e meditato impiego di tutti i mezzi per raggiungere un fine nell'interesse nazionale o sociale. Non risulta che Machiavelli abbia mai insegnato a tradire una idea per farla trionfare. Ha insegnato a usare gli strumenti più idonei e le vie più brevi per giungere al trionfo dell' Idea, all'affermazione di uno scopo. Parlare di galantornismo politico è molto importante oggi in Italia, dove decenni di nefasta opera sabauda hanno determinato l'inoculazione nel corpo della Nazione del virus della massoneria, dell'ostruzionismo, del sabotaggio palese od occulto, della riserva mentale, del tradimento. La stampa deve battere il chiodo su questo punto essenziale, diremo cruciale della rinascita. Bisogna disinfettare, purificare gli italiani, tutti gli italiani, dal bacillo della disonestà politica, dalla mentalità traditrice portata ad essi, non da natura, ma dai Savoia, dai Badoglio, dai bastardi venduti allo straniero. Gli italiani sono i traditi, .purtroppo avvolti da una tremenda atmosfera di tradimento. Le due Italie che si combattono, gli italiani che si uccidono e non si comprendono, sono il bel frutto dell'opera nefasta del piccolo monarca che, erede del « re galantuomo », ha flagellato il Paese con la disonestà più grave e più vile, senza riscontro nella Storia. Disinfettare, immunizzare gli italiani dal sabaudo e massonico virus, e gli italiani si ■ intenderanno sugli altri problemi che, pur fondamentali, sono a questo secondario! Riconoscano onestamente i cittadini che l'Italia non starebbe oggi peggio se la guerra fosse continuata e condotta agli ordini del Duce per imprescindibili esigenze di vita della Patria e dopo tutti gli sforzi compiuti per evitarla. Ah non (peggio! Riconoscano con onestà i cittadini che fortunatamente è stato liberato il Duce che ha dato vita col suo genio mirabi. le é soprattutto con il suo grande amore per il Popolo (dopo quel che è accaduto avrebbe pure avuto il diritto di essere avvilito), alla Repubbli, ca Sociale Italiana, ove si ricerca l'ordine di cui tutti hanno bisogno, ove si preparano le basi della giustizia economica fra gli individui, ove si provvede ad un minimo ragionevole di alimentazione che è invece negato dalla triste sorte ai po. ssdengndvdstslaggrsgntsdgnvpsveri italiani del Meridione, ove i a a a ù o i o l s l i à i i a a e e a e i , i r i . i è a . o o i , e a e e . si prepara la riscossa per restituire alla Patria l'onore, la dignità, a fianco della grande ed onesta Germania, e con l'onore la possibilità di vita. Riconoscano onestamente gli italiani ohe gli uomini fanatici che operano agli ordini del Duce, fianco a fianco ai valorosi germanici difensori della civiltà europea, sudano sangue e muoiono (uccisi a tradimento) non certo per se stessi, ma perchè tutti gli italiani vivano. La popolazione di Vercelli, al completo assiepata e piangente ai funerali dei venti legionari vittime di piombo sicario, ha onestamente riconosciuto in essi i proprii figli migliori, caduti con la camicia nera per dare ordine e serenità agli italiani. Bravi vercellesi, sia il vostro atteggiamento di mònito ai gruppetti ancora operanti alla macchia che pugnalano la Patria nella schiena, gruppetti che pertanto devono attendersi esemplari repressioni ovunque già in atto secondo il principio che contro i disonesti vale solo la forza. Con l'onestà politica, e con la mentalità non ostruzionistica e traditrice, italiani governati farete il fronte unico degli onesti con gli italiani che vi guidano. Rifuggite italiani, per senso d'onore, coloro che secondo la espressione di Ramperti « avevano promesso, giurato, acclamato, vestito la camicia nera, accettato il titolo di eccellenza, salutato romanamente i gruzzoli con cui il cassiere del Partito aveva compensato i loro libri senza smercio e le loro commedie senza repliche » e dopo avere vestito «una divisa nei giorni della paga l'hanno gettata in quelli del combattimento », ed oggi vi consigliano ad attendere gli inglesi. Con siffatti traditori non combinerete nulla di buono. Vi piace forse contrattare, o italiani, tanto per riferirsi all'economia, con individui che non osservano 1* clausole? Rifuggite italiani, per onestà, quegli ufficiali dell'ex-regio Esercito che rientrano nei ranghi dopo una crisi di coscienza di otto mesi, attratti dallo stipendio, e rassicurati dal « Comitato » ribelle che li ha espressamente invitati a giurare per la Repubblica allo scopo di meglio tradire nel corpo stesso delle ricostituite forze armate, rendendosi mallevadore presso gli anglo-sassoni appena... arriveranno. Per essi c'è la sorte del Generale Perotti. Rifuggite italiani, le menzogne di radio Londra che pensa- solo a preparare la spartizione con i ' bolscevichi della vostra flotta, dei vostri figTf, del vostro lavoro. Ma potete proprio credere che gli inglesi facciano la guerra per darvi libertà, pace e giustizia, o non invece per imbastirvi la pagliacciata di sei Partiti in continua lite mentre la popolazione è affamata, e di Re Vittorio, « cól paiasu » come tutti lo definiscono oggi in Piemonte, che dopo essersi fatto sostenere per venti anni dal fascismo, caprioleggia indegnamente per sf ogareil suo antifascismo con un furore che potremmo chiamare uterino? Ah italiani, preferiamo trat. tare col socialista Chiglioli assolto nel processo di Torino, perchè è sempre stato, nella fortuna e nella sventura, coerente con i proprii principii, trattare con coloro insomma che non usano rovesciare la gabbana. Ah italiani, per l'onestà soltanto e qualsisia l'opinione, come ammonisce la Nota, 48 del la Corrispondenza Repubblicana, « bisogna unirsi per salvare il salvàbile ed evitare l'affondamento ». A dopo le discussioni marginali, i puntigli, le preferenze; oggi onestà, cioè lavoro, combattimento, responsabilità verso la famiglia, la Patria, la Storia. D'altro lato il galantornismo degli uomini di responsabilità fa ad essi comprendere l'esortazione di Mazzini nelle belle pagine dello « sviluppo della libertà in Italia»: « Santificatevi con entusiasmo e nella fede di una missione, ma badate a non isolarvi nell' entusiasmo. Siate pochi all'impresa: tanti da ergere un mucchio di spenti su cui si levi visibile all'Europa la vostra bandiera, la bandiera dell'Italia ringiovanita; ma chi la sosterrà quella bandiera, perchè sventoli per sempre sul vostri sepolcri? Associatevi le moltitudini. Non temete il loro silenzio: quel riposo apparente cova un vulcano che divorerà con la sua lava il barbaro e i fautori del barbaro. Ma strignetele colla famigliarità: amatele e mostratelo. Moltitudini ed armi. Eccovi il segreto delle rivoluzioni future ». Amatele. E chi più del Duce? Non ci soffermiamo in una dimostrazione che ha già il suffragio del fatti universalmente noti. Si mediti soltanto sulla socializzazione della economia italiana. Gli uomini del Partito e del Governo seguono il Duce nell'esortazione mazziniana: amano il popolo e per esso muoiono. Sono politicamente onesti. Le eccezioni siano però prontamente represse, i profittatori politici siano messi al muro al pari di coloro che si creano alibi con gli avversari mercè i piedi in due staffe. Si formi dunque prontamente il fronte unico degli onesti, fra tutti gli italiani galantuomini e molti problemi anche istituzionali, politici, economici troveranno la loro migliore soluzione, meno sangue sarà sparso, più compatta sarà la Nazione contro il nemico, più forte sarà nella lotta Intrapresa perchè la Patria viva Ubera e indipendente e in essa ogni individuo zrauvalegplucnugse labbia al suo desco il pane guadagnato con onore, non schiavo di alcuno. Per galantornismo si compenetrino, capi e cittadini, in una unica missione e all'uopo sia a tutti gli onesti, e solo a questi, concesso di esprimere la propria opinione in clima di stretta collaborazione e solidarietà. Parlare di libertà di stampa senza il presupposto dell'onestà politica, senza il senso del dovere, è pretesa ingiusta dei governati, come è pretesa ingiusta dei governanti negare agli onesti il diritto di critica consapevole sui problemi fondamentali del popolo. E' facilmente dimostrabile che la Repubblica applica questi criteri. Ha detto il Duce in un memorabile discorso al Direttorio del P.N.F. « Che da noi ci sia la libertà, io lo potrei dimostrare. E del resto notate che io non sono a ciò contrario poiché il Governo non si compone di elementi Infallibili ma di gente in carne ed ossa. Se c'è un giornale che dia la sveglia, io credo che questo giornale fa bene, come fa bene qualunque fascista a segnalare cose che non vanno. Assegnando questo compito al Partito che cosa dimostro? Quanto segue: il Partito è il necessario anello di congiunzione tra lo Stato e il Popolo ». E al punto cinque dice 11 manifesto di Verona: « Nel Partito, ordine di combattenti e di credenti, deve realizzarsi un organismo di assoluta purezza politica, degno di essere il custode dell'Idea rivoluzionaria. La sua tessera non è richiesta per alcun impiego o incarico ». Qui è la rivoluzione; creare un movimento, quello fascista repubblicano, che esprime lo Stato e lo guida consentendo ai cittadini di essere partecipi della vita nazionale, e in primo luogo di garantirsi dell'assoluta purezza politica. Tutto sommato la sostanza è questa: bisogna avere a che fare soltanto con galantuomini e allora i concetti mussoliniani, davvero di portata storica, potranno trovare la mazziniana estensione e la completa attuazione. Il problema, anche e soprattutto in regime repubblicano, è prima ancora che di istituzione, di galantornismo. Infonda la stampa questo principio nel popolo e allora nel ..< fronte unico degli onesti», gli italiani di qui e di là si ritroveranno riuniti e concordi nelle questioni di libertà, di indipendenza e dignità, in una ondata che saprà vincere la virulenza traditrice del badoglianesimo e riportare l'Italia alla vita, agli ordini del vero galantuomo: Mussolini. Giuseppe Solaro