Come miliardari nel Sahara

Come miliardari nel Sahara ff punto,, trimestrale sulla situazione a Nettuno Come miliardari nel Sahara Il nemico ha truppe e mezzi per attaccare, ma non li può spendere: è costretto alla.difesa • In otto giorni voleva essere a Roma ed è sempre impantanato nelle caverne e nel fango (Dal nostro inviato) Fronte italiano, 24 aprile. Bombe dal cielo nei dintorni di Roma, e mitragliamenti e speezonamenti sino alla sua immediata periferia. La domenica dell'aviazione anglo-americana è stata particolarmente attiva i La fatica di Sisifo Anche la Luftwaffe è stata assai attiva: le sue squadriglie di apparecclii a sei motori si sono succedute in più ondate sui punti nevi algici del litorale e sulle banchine ormai dirute del porto di Anzio e, senza subire perdite, hanno scaricato il loro imponente carico di bombe, colorando di incendi l'orizzonte. Sul fronte di Nettuno vero e proprio, nelle prime linee, non si può dire che le opposte truppe abbiano fatto vacanza neppure ieri. Gli americani hanno attaccato in due punti nel settore sud, ma noti in forze e senza molta convinzione. 11 loro mordente si è esaurito davanti al formidabile tiro di sbarramento germanico, che li ha accolti al loro sortire dai\ ripari per lo scatto inibiate. Carri armati pesanti del tipo «Shermann» hanno audacemente continuato lo sforzo per insinuarsi in cunei tra gli avamposti tedeschi presso Carano, ma, non più assistiti dalla fanterìa, si sono sottratti lestamente alla distruzione. Insomma ancora oggi, dopo più di tre mesi dallo' sbarco, non si può parlare di offensiva americana vera e propria contro il cerchio di acciaio saldato dal generale von Mackensen, agli ordini del Feldmaresciallo Kesselring, attorno alla testa di sbarco di Nettuno e ribadito dalle riserve germaniche, alacremente incrementato e soprattutto potenziato con il nuovo armamento « 191ik » dell'esercito tedesco, che, tra l'altro, comprende le ormai famose « tartarughe », questi incredibili carri arma- ti lillipuziani radiocomandati,....s^vVoi innt^M «.«.«..ifli\misteriosi fantocci meccanici che sputano fuoco e piombo da un lanciafiamme e da un cannoncino revolver e che, ad un tratto, possono diventare mine semoventi, esplodendo a comando con tutto il carico micidiale di cui sono imbottiti. Fino ad oggi pare che il Comando germanico ne abbia fatto un uso piuttosto parsimonioso, ma non è difficile prevedere che i piccoli « panzer y> da 200 chili possano essere impiegati a masse imponenti e che possano rivelare — debut- tando con l'intera loro capacità solo in momenti decisivi — doti imprevedibili. Di fronte a questo « inedito di guerra » che ha sparato per p \ la prima volta sul fronte di Nettuno, gli americani non hanno messo in linea sorprese di sorta in fatto di armamenti. Il loro traffico navale lavora a colmare i vuoti che i bombardamenti della Luftwaffe e della Wehrmacht scavano nelle cataste di materiali, viveri e munizioni accumulate nella testa di sbarco: bisogna riconoscere la dura tenacia del Comando statunitense e, nello stesso tempo, il coraggio e la prodigalità impiegati in questo tremendo lavoro di Sisifo che consiste nel mantenere sempre a un certo livello il potenziale dei rifornimenti ~ulla terra pontina. Anche l'emorragia ■ del materiale umano americano è assai copiosa su questo fronte: il Comando « alleato » ha cercato di stagnarla, riducendosi per più settimane alla più stretta: e cautelosa di fensiva: ma- nemmeno questo è valso a ridurre sensibilmente le sue perdite. « Concerto della morte » Se l'Armata americana non veniva più assottigliata dalle molte migliaia di prigionieri come nei primi tempi, essa perdeva, però, uomini e nomi ni nell'implacabile martella mento dell'artiglieria pesante tedesca, la cui efficacia cresce va man mano che venivano completate le tavole di tiro. Si può dire oggi che ogni cannone germanico ha il suo « spazio di tiro », cioè due o più ettari di terra da battere secondo un determinato ritmo. I tiri delle artiglierie della Wehrmacht sono in tal modo orchestrati dal Comando supremo e l'esecuzione di que sto « concerto della morte » è poi affidata alle batterie, che ormai sparano come injm ba lipedio. 9 Bisogna appunto rendersi conto di questo, facendo il punto trimestrale alla situazione sul fronte di Nettuno. La grande operazione americana di sbarco ha sortito il ldtrmm ■«^^vfiSSJ^JH so""° " Sfil^K'S M*£LWtt£Ì \ooni sbarco e di per se stesso pe un successo, che, in questo caso, era facilitato dall'enorme supremazia navale e dalla possibilità per le formazioni angloamericane di poter compiere mezza navigazione sotto costa al riparo delle proprie artiglierie terrestri. Tutto era in pronto per irradiare, appena sbarcate, le colonne celeri a sud verso Cassino, a nord verso Roma. Per raggiùngere Roma, forzando lò sbarramento dei colli Albani, i facili strateghi da marciapiede dicevano che sarebbero occorsi soltanto otto giorni, tutt'al più quindici giorni, oppure, i ptft pessimisti, concedevano che si potesse arrivare a venti. Sono passati tre mesi e (ili americani hanno riperduto circa la metà del territorio guadagnato con i primi sbalzi'(tra cui Aprilia con quasi tutto il suo comune): non solo, ma hanno dato ai tedeschi il tempo di aumentare le fortificazioni campali, di completare lo schieramento dell'artiglieria, di costruire le imponenti piazzuole di cemento armato per i grossi calibri, di stabilire tutto un sistema di comuinicazioni nuove. Sia detto con limpida obiettività: il tempo \ha lavorato e seguiterà a lavorare, sul fronte di Nettuno, a favore dei germanici. Tra l'altro ormai sono assolutamente finite nella piana pontina occupata tutte quelle poche risorse locali in viveri e che gli americani trovato al momento gctzpNpnègsdanbcmdfctbnlrsvsggccnsnvsssdpslmepcsltrtngggggrdmmsstqrscDa 11 material - avevano : della loro occupazione. Ed es-!si che dalla testa di sbarco avrebbero voluto dilai/are a e sud. per schiantare il fronte - di Cassino, e a nord, per orr rupare Roma, si sono invecf a trowjfi, almeno per questi tre l 'mesi, a doversi comportare -1 come truppe assediate in una o fortezza con — buon per loro -:— aperta la via del mare. - Sia detto molto obiettino j mente tutto questo. Dopo di -1 cne ci si deve però attendere o-un allargarsi ed un potenziaresi del ritorno offensivo da par- te delle truppe americane. - ' Non si comprenderebbe altrie Un enti il ritmo febbrile degli 'sbarchi, il puntiglio con il qua-l le sono ricostituite le scorte demolite dai bombardamenti tedeschi e non si coni/prenderebbe, soprattutto, Vaccani mento costoso dei bombarda menti aerei. coprirsi. Essi hanno nati, cannoni, mito- ntt'nniinni -r.nlerinii Mackensen è pronto La grandiosa offensiva del generale Clark a Cassino, conclusasi con la netta vittoria tedesca, era appunto in fan zione del fallimento degli scopi strategici dello sbarro Nettuno: io sono un facile profeta assumendo che il turno per uno sforzo offensivo, è ora di questo fronte, dove gli americani, da tre mesit si sono trovati come il miliardario sperduto nel Sahara che aveva pacchi di banconote non poteva nè mangiare, nè bere, nè carri arma mezzi, battaglioni, materiali di ogni genere, concepiti in funzione assaltatrice e che congestionano questa loro fortezza fatta di fango, di sabbia, di rupe e di macerie: ma non li possono spendere. Volevano costruire ponti e riparare strade, ed hanno dovuto scavare trincee, presidiare caverne ed impantanarsi nei fossi. Volevano essere in quindici giorni a Roma, e dopo venti giorni avevano riperduto anche Aprilia. Si sono battuti con coraggio, anche con ostinazione — è doveroso riconoscerlo — ma forse non hanno pensato abbastanza alla verità che anche i germanici si sarebbero battuti con la stessa ostinazione e con lo stesso valore. Non è da escludersi che siano proprio le truppe del generale von Mackensen a prendere una volta o l'altra l'offensiva. I mezzi umani ed i materiali egli li ha, e la sua tradizione lo porta a prediligere l'azione fulminea condotta a fondo, secondo lo stile di guerra, nato alla scuola del suo grande padre. ■Intanto, in questo lembo di terra che la bonifica aveva reso sì amena, in luogo di fertili campi e di odorosi giardini ci sono ora- le croste di fango che il sole di aprile asciuga. Ogni giorno i cimiteri di guerra si allargano. Ogni giorno nomi di creature vengono depennati dai ruolini dei reparti e incisi nelle braccia delle croci di abete sotto la mite parola PAX. Pace'. E pare, in queste prime linee sconvolte, tra gli scoppi, le fiammate, la tèn sione dei martellamenti, i boa ti, i sibili, gli urli, pare che questa sterminata bianca parola non possa trovare più po sto se non nel cuore delle ero ci, tra- i poveri morti. Attilio Crepas

Persone citate: Albani, Attilio Crepas, Kesselring, Shermann, Vaccani