La ferrovia di Dimapur ed i petroli dell'Assam primi obiettivi dell'offensiva giapponese

La ferrovia di Dimapur ed i petroli dell'Assam primi obiettivi dell'offensiva giapponese IN MARCIA VERSO 11 CUORE DELI'INDIA La ferrovia di Dimapur ed i petroli dell'Assam primi obiettivi dell'offensiva giapponese Sciangal, 10 aprile. 7 giapponesi avanzano su tutto il fronte indo-birmano e spingono le laro colonne in ardite puntate, superando le innumeri difficoltà di questa zona particolarmente accidentata, varcando giungle dove anche la più sottile pista deve scavarsi a colpi d'accetta, sormontando valichi impervi, montagne che superano i 2000 metri e torrenti.profondi e impetuosi. Come- tentacoli, queste colonne si sviluppano sorprendendo ai fianchi e minacciando le spalle alle forze angloindiane che rimangono disorientate e debbono, loro malgrado, tenersi sulla difensiva, quando non addirittura volgersi in rotta disordinata, per sfuggire all'accerchiamento. Un altro fattore che influisce grandemente sul corso di questa guerra è dai'o dalla mobilità continua dei nipponici che, forti di un'esperienza maturata nella Malacca e nella conquista della Birmania, non si arrestano di fronte alla barriera di una foresta vergine o non rallentano la marcia nelle zone paludose, cosi come non li ha sorpresi o sgomentati l'incendio appiccato da Mountbatten alle foreste del Manipur, che i giapponesi sono riusciti ugualmente a varcare raggiungendo posizioni che le truppe britanniche ancora non erano riuscite ad evacuare. Le colonne nippo-indiane che il mattino del 6 aprile avevano occupato Kohima continuano l'inseguimento del nemico, mentre altre unità, provenienti da est, hanno occupato un'importante altura della città tagliando la ritirata al nemico e una colonna giapponese, puntando sulla strada di Dimapur, sta per chiudere anche quest'ultima possibilità di scampo alla 4» Armata angloindiana che compie sforzi disperati per mettersi in salvo. La sorte di queste formazioni, forti di oltre diecimila uomini — ri/e7-isce un corrispondente di guerra della Domei — è, però, ormai decisa. L'attività combattiva si è ripresa anche a sud, dove unità del -Tenne, scavalcato il Kaladan si sono unite ad altre forze giapponesi scese lungo la vallata ad ovest del fiume, chiudendo in una morsa di ferro il grosso della Divisione Africana, forte di quattromila uomini. Queste operazioni oltre il Kaladan sono intese a Tokio come interessanti prodromi di una vasta azione che porterà alla avanzata nel Bengala, verso Calcutta. Demolite ad una ad una tutte le basi della difesa nemica, i nipponici — rivela il corrispondente della Domei — gettano le fondamenta per la offensiva generale verso sud. Anche il corrispondente di guerra gei manico, Karl Au- gust So-mmer, conclude un suo resoconto dal fronte indiano, dicendo che la spallata definitiva la resistenza nemica, molto probabilmente la riceverà dal mare con operazioni combinate marittime e terrestri. Secondo gli ultimi rapporti pervenuti da Bangkok, i britannici hanno cominciato a trasportare viveri ed altri materiali, in quantità sempre maggiore, nelle isole situate più ad occidente. La stampa nord-americana e londinese si fa interprete delle « gravi preoccupazioni nutrite negli ambienti militari per l'avanzata giapponese in Indiw ». Il londinese Star, ammettendo la possibilità di « un completo rovescio » dice elle le ripercussioni nel campo politico e militare sarebbero incalcolabili. Altra fonte di preoccupazioni per il comando nemico è data dalla minaccia che grava sui pozzi petroliferi dell'Assnm, l'unico bacino petrolifero indiano che, prima della guerra, aveva un gettito di 300 mila tonnellate annue. Infine, lamentandosi dell'ignoranza in cui il pubblico inglese viene lasciato sulla portata esatta degli avvenimenti indiani, il Manchester Guardian conclude: « Siamo lasciati nell'igno rati za di,tutto, mentre sappiamo tutti che le cose, laggiù, vanno molto male*.

Persone citate: Assam, Bengala, Karl Au, Mountbatten

Luoghi citati: Bangkok, Birmania, Calcutta, Tokio