L' "America" in guerra contro l' "Asia"

L' "America" in guerra contro l' "Asia" Fantasie statunitensi per il dominio del mondo L' "America" in guerra contro l' "Asia" A mano a mano che i Russi, colle armi colla diplomazia " col prestigio e con f intrigo avanzano in Europa nel Mediò Oriente nel Mediterraneo e in Africa, assistiamo ad una continua ritirata e capltclazicnc britannica, ma nel medesimo tempo avvertiamo un progressivo acceleramento dell'azione nord-americana che si propone di conseguire, in competizione con l'Asia, il dominio del mondo e quindi la « colonizzazione » e lo sfruttamento yankee dell'Europa del Medio Oriente del Mediterraneo e dell'Africa E' opportuno a questo riguardo accennare ad una crescente corrente d'idee negli Stati Uniti, più o meno liberamente espressa dalla stampa e in parlamento come ne abbiamo quasi ogni giorno esempio, in base alla quale la Europa sarebbe destinata a decadere dalla sua posizione di primato mondiale e retro cedere al terzo posto, dopo l'America e dopo l'Asia, Se condo questi americani il ciclo delle grandi guerre del secolo XX sarebbe imperniato su una immane competizione tra America e Asia per il dominio del mondo. L'Europa nellai immane competizione sarebbe destinata a fungere da satellite o dell'Asia contro l'America o dell'America con tro l'Asia; insomma sangue da cannone al servizio q de gli uni o degli altri. E* da spiegare che per « America » questi profeti d'oltre Atlantico intendono tutto il mondo anglosassone, Nordamerica e Impero inglese insieme, legati per la vita o per la morte, o per dir meglio un'Inghilterra e un Impero inglese assorbiti dagli Stati Uniti d'A.merica. Insomma per America contro Asia questi nordamericani intendono un siste- mai mondiale oceanico. anglosassone, una talassocrazia anglo-americana nella quale la capitale sia Washington e non Londra. « Negli Stati Uniti non si nasconde, ormai, che il cervello dirigente del bino mio Gran Bretagna-America deve essere Washington », scriveva l'altro giorno il New York Daily News. Contemporaneamente l'organo portavoce degli ambienti militari statunitensi, la rivista News Week, esponendo quale dovrà essere il sistema mondiale di basi per la futura « pace americana », metteva il nome della Gran Bretagna -sic et simpliciter nell'elenco delle basi navali e aeree rivendicate in tutto il mondo agli Stati UnU ti per sorvegliare controllare e garantire le tre future zone di sicurezza, cioè zona europeo-asiatica, zona dell'Atlantico, zona del Pacifico. L'Inghilterra viene considerata, in questa, rivista, base americana nè più nè meno di Terranova, Gibilterra, Islanda, Trondheim e via di seguito. Per « Asia », poi, quei profeti d'oltre Atlantico intendono non un'Asia orientale o un' Asia occidentale, un'Asia giapponese distinta da un'Asia russa. No, secondo quella corrente d'idee nordamericana la futura grande guerra o il futuro ciclo di grandi guerre dell'America contro l'Asia sarebbe combattuto contro tutta l'Asia, perchè già da tempo a Washington si è portati -ai prospettare l'eventualità d'una futura solidarietà continentale asiatica, che unirebbe oltre un miliardo di persone, cioè più della metà della popolazione della terra, e le più grandi ricchezze del mondo, del suolo e del sottosuolo. Tale eventualità sarebbe terribile per gli angloamericani, e ancor più terribile sarebbe se questa solidarietà continentale asiatica, antioceahica, antianglosassone, diventasse euroa3iatica. Una vittoria della Russia, per fare un'ipotesi, che assoggettasse e unisse economicamente politicamente e militarmente il continente europeo all'Asia sovietica, potrebbe appunto «portare -a- tale unione euroasiatica contro l'America, cioè per essere più aderenti alle parole americane, contro la talassocrazia angloamericana. Si pensi che su due miliardi e duecento. milioni di abitanti che la terra approssimativamente contiene, un miliardo e duecento milioni sono in Asia e oltre cinquecento milioni in Europa. Ma, si dirà, come si può parlare di solidarietà continentale asiatica dal momento che c'è un Giappone imperiale e una Russia non meno im'perialista? Ecco: larghi strati dell'opinione pubblica nordamericana temono una intesa di domani tra Russia e Giappone. A questo riguardo gli Sfati Uniti, dopo aver tanto e inutilmente invocata la guerra della Russia contro il Giappone — considerato il nemico N. 1 — non fanno più mistero de,lle diffidenze nei riguardi di Mosca. Chi assicura — si domandano gli ambienti yankees — che la Russia, una volta vinta o non vinta la guerra in Europa e soddisfatte o no le sue brame in Occidente, non trovi l'interesse, coincidente con quello giapponese, di assicurarsi un tranquillo vivere in Asia spartendosi con l'Impero del Sol Levante quegli immensi territori asiatici in rispettive zone d'influenza, di controllo e di dominio? La Russia, comunque esca da questa guerra, uscirà dissanguata e bisognosa di pace, e se dovrà liquidare certe situazioni orientali è prevedibile che cercherà di liquidarle e sistemarle attraverso accordi pacifici e non con nuove guerre di cui tutto il mondo sarà, almeno per quel momento, stanco. SI, i Nordamericani temono che la Russia non voglia fare la guerra al Giappone, temono che Russia e Giappone trovino anzi l'interesse re?iproco e coincidente a met¬ tppdmldempya6sptIdatgzsppntasnlvAp o e e e a tersi d'accordo riguardo l'Asia e i popoli^asiatici, con alla testa 1 450 milioni di cinesi e i 350 milioni di indiani. Non è stato anche di Stalin, del resto, il grido « l'Asia agli Asiatici »? E non ha detto, lui stesso, una volta, di « sentirsi asiatico » ? Insomma, i Nordamericani paventano, e fin d'ora enormemente, che il patto Matsuoka-Molotov oggi in vigore abbia a continuare, a rinsaldarsi, a rinvigorirsi e a rinnovarsi in un più ampio patto di collaborazione e di assistenza asiatica, oltreché di buon vicinato, tra Russia e Giappone. Il noto senatore americano Wheeler, facendosi portavoce di tali apprensioni, fin dall'anno scorso dichiarava, e i giornali a grandi titoli pubblicavano: «La Russia non ha ancora dimostrato di voler stare al nostro fianco nella guerra del Pacifico e di rinunciare ai suoi piani imperialistici per il dopoguerra. Finché non avremo la sicurezza che la Russia si schiererà con noi nel Pacifico, faremo bene a concentrare la nostra guerra subito contro il Giappone ». E' da osservare qui che per piani imperialistici russi Wheeler alludeva soprattutto alle mire russe sui petroli del Medio Oriente che costituiscono invece uno dei principali obiettivi di guerra degli Stati Uniti. E' da osservare poi che il sen. Wheeler ha pronunciato quelle frasi e altri discorsi simili facendosi interprete dell'opinione pubblica nordamericana che è contrarla alla formula di guerra Churchill-Roosevelt « Prima l'Europa poi il Giappone ». Invece, per ì Nordamericani — e la stragrande maggioranza dei Nordamericani non si identificano con Roosevelt — la formula giusta della condotta di guerra americana dovrebbe essere « Prima 11 Giappone poi l'Europa ». C'è di più. Il Times di Londra l'anno scorso ha pubblicato diverse lettere di Americani che si lamentavano di scorgere tra gli aviatori statunitensi la convinzione assai diffusa d'una futura guerra fra Stati Uniti e Russia. Gli Stati Uniti sentono, innanzitutto e soprattutto, di far la guerra al Giappone, e potrebbero doverla fare domani ailla Riftsia. E' un fatto che molti e molti Nordamericani, pur convinti di vincere la guerra d'Europa, guardano allarmisticamente all'eventualità d'una invasione russa del continente europeo o, ciò che farebbe lo stesso, d'una sovietizzazione interna dei popoli europei che portierebbe ad un'unio ne euroasiatica comandata da Mosca. L'Europa in tal caso sarebbe sottratta al piano economico mondiale progettato dagli Stati Uniti che vorrebbero farne, al pari della Cina, un immenso mercato di sbocco della produzione yankee. Mezzo miliardo di europei e mezzo miliardo di cinesi dovrebbero diventare i compratori di prodotti nordamericani per dare, a proprie spese, lavoro benessere e. ricchezze agli -operai e ai capitalisti americani. Non solo, ma « in attesa » della futura guerra dell'America contro l'Asia per l'egemonia mondiale, gli Americani vorrebbero fin da ora preparare le cose in Europa in maniera da avere domani l'Europa dalla loro parte e di disporre degli europei come carne da cannone contro la Russia, contro l'Asia. Sarebbe sempre una guerra voluta dai plutocrati anglosassoni, e i popoli europei, ancora una volta, dovrebbero scannarsi e farsi scannare per assecondare i piani di quei plutocrati. News Week, portavoce degli ambienti militari statunitensi, ha cosi fissato, infatti, la collana di basi americane per la, zona di sicurezza europeo-asiatica: Inghilterra, Gibilterra, Biserta, Creta, Alessandria, Bassora, Aden e Ceylon. Povera Europa, se fosse cosi, ma prima di tutto povera Inghilterra! Antonio Lovato

Persone citate: Antonio Lovato, Matsuoka-molotov, Roosevelt, Stalin, Wheeler