Il "bluff,, britannico nei commenti berlinesi di Guido Tonella
Il "bluff,, britannico nei commenti berlinesi Da dieci giorni c'è già l'invasione! Il "bluff,, britannico nei commenti berlinesi Berlino, 29 marzo. La propaganda britannica avanza in questi giorni un'affermazione sorprendente: che l'invasione sarebbe già iniziata da dieci giorni; in altre parole, non essendosi finora verificati degli scontri tra delle vere e proprie armate terrestri, 1" Europa occidentale si troverebbe ai fatto già sottoposta ad un martellamento offensivo, esattamente come se delle grandi formazioni di carri armati già fossero impegnate da parte anglo-americana contro la Wehrmacht. Per dare una qualsiasi parvenza di verosimiglianza a questa sua tesi, la propaganda londinese ha sottolineato come nella guerra moderna la massima pressione offensiva sia per l'appunto sviluppata dall'arma aerea, ai cui attacchi l'intervento delle forze terrestri segue soltanto in un secondo tempo. Ecco ora che cosa si risponde a Berlino a questa paradossale tesi britannica. L'attività aerea svolta dagli anglo-americani dal 15 marzo a tutfoggi, tenuto conto soltanto delle azioni di grandi proporzioni, si riassume in una decina di attacchi diurni e in tre attacchi notturni, ciò chesignifica, per quanto riguarda in modo particolare l'aviazione americana — specializzata, come è noto, negli attacchi diurni — in poco più di un attacco al giorno. Le perdite che i bollettini dell'Alto Comando Germanico hanno ufficialmente registrato, dal 15 al 25 marzo, a danno del nemico sono state di 495 apparecchi. L'intensificazione delle incursioni diurne è un fatto indiscutibile che a Berlino nes- «uno pensa di contestare. Tuttavia tale intensificazione è ben lontana dal poter essere equiparata all'apertura di un « secondo fronte ». Tutt'al più, come qui si rileva, essa si può paragonare al fuoco preparatorio scatenato dalle artiglierie prima di iniziare un'offensiva, con una- differenza, però, che riduce considerevolmente l'importanza preparatoria che dovrebbe eventualmente avere l'azione scatenata dagli anglo-americani, in quanto essa non è stata diretta contro le linee e contro gli apprestamenti difensivi tenuti dalla Wehrmacht, bensì unicamente contro un retroterra situato a grande distanza dal fronte vero e proprio. A quanto precede conviene ancora aggiungere, come fanno i commentatori militari germanici, un altro rilievo di fondamentale importanza, cioè che lo sviluppo delle operazioni belliche, in base alle immutabili leggi della guerra moderna, è costantemente determinata da due fattori: fuoco e movimento. Il concentramento di fuoco serve a rompere, o, per lo meno, a scuotere, la resistenza nemica; a questo momento interviene il mo lvimento di massa, al fine di conquistare le posizioni dell'avversario, togliendo a quest'ultimo, con Te basi stesse delle sue operazioni, ogni ulteriore libertà d'azione. E', pertanto, evidente che, per sviluppare Un'offensiva del tipo di un'invasione, non basta il fuoco soltanto, ma occorre altresì che si muovano le truppe anglo-americane, scattando all'assalto contro il Vallo Atlantlco. Fintantoché mancherà questo elemento essenziale, cioè l'entrata in azione delle forze terrestri, non si può assolutamente parlare di invasione, ma, al massimo, soltanto di preparazione di un'invasione. In quest'ordine di idee si contesta quf. agli attacchi, aerei anglo-americani il carattere di un'offensiva nel senso militare della parola, constatando che anche questa intensificata attività nemica non può affatto sostituire una vera offensiva. Lo stesso Comando germanico, come giustamente si ricorda in questi circoli, non si è mai ripromesso una decisione militare attraverso le azioni aeree a suo tempo affidate alla Luftwaffe nelle campagne impegnate sia ad occidente sia nel sudest europeo, uniformandosi, invece, all'anzidetto principio militare che ogni ammassamento di fuoco deve essere al più presto possibile seguito da un intervento offensivo terrestre, senza* di che esso perde i suoi effetti. Il paragone fatto dalla propaganda britannica tra gli attacchi aerei svolti contro l'Europa occidentale e l'entrata in azione di grandi formazioni di carri armati manca, pertanto, di qualsiasi fondamento. A Berlino si sottolinea ancora come i pretesi nuovi metodi che il Comando angloamericano vorrebbe applicare nel corso di un'invasione, si sono già dimostrati insufficienti. L'esempio di Cassino è stato in proposito abbastanza eloquente, nonostante l'intervento in massa di forze aeree con lo scatenamento di un fuoco tambureggiante e di artiglierie pesanti, la resistenza tedesca non è stata scossa e l'attaccante non ha potuto realizzare alcun guadagno territoriale. In conclusione, la pretesa londinese che l'invasione sarebbe in corso da dieci giorni è considerata a Berlino unicamente come un tentativo per rispondere in qualche modo alle pressanti richieste sovietiche per l'apertura di un « secondo fronte ». Guido Tonella
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