Il dramma della Gran Bretagna alla mercè dei suoi " alleati "

Il dramma della Gran Bretagna alla mercè dei suoi " alleati " i Churchill "ringrazia il cielo Il dramma della Gran Bretagna alla mercè dei suoi " alleati " Lisbona, 25 marzo. Esaminando la persistente atmosfera di nervosismo e di sospetto creatasi fra le cosi dette Nazioni Unite e specialmente a causa delle iniziative russe ed americane, i giornali inglesi continuano a farsi eco di proposte e di inviti per una « nuova Teheran ». Churchill, Roosevelt e Stalin dovrebbero ritrovarsi attorno ad un tavolo per parlarsi chiaro e per definire per sempre gli scopi uniti che gli « alleati » perseguono, nell'interesse particolare di ognuno ed in quello generale di tutti, nell'attuale guerra. Queste proposte, però, sono accolte con parecchia insofferenza negli ambienti ufficiali i quali, evidentemente, non hanno alcuna fiducia nei risultati del novello incontro. La Gran Bretagna è.ormai stata messa definitivamente in stato d'inferiorità di fronte ai suoi alleati (è di ieri la notizia che la bandiera inglese è stata ammainata da una base nelle acque nazionali per cedere il posto a quella nordamericana che vi dovrà sventolare, secondo le benevole dichiarazioni ufficiali, sino a fine guerra; è di oggi l'annunzio che il Canada ha concluso un accordo di mutua assistenza con l'Unione Sovietica senza tenerne neppure informato il Governo di Londra) e non possono certo essere le chiacchiere di Churchill dinanzi ad un tavolo a far mutare i rapporti di forza che assicurano ogni vantaggio a Roosevelt e a Stalin. La Russia è oggi forte della sua potenza militare, subissante da lungi quella britannica, e dell'influenza politica conquistata persino nel Mediterraneo, gli Stati Uniti si sono assunti il peso principale delle operazioni nel Pacifico, nel Mediterraneo, nella preparazione del « secondo fronte », nella guerra aerea. Che cosa oppone l'Inghilterra a tutti questi fatti concreti? Non ha più nè Hong Kong nè Singapore; sta perdendo in India; il suo prestigio va a rotoli nelle questioni della Polonia, della Jugoslavia, della Grecia, di De Gaulle, del Medio Oriente, delle pressioni ad Ankara, a Madrid, a Helsinki, a Buenos Aires; la sua produzione bellica è inferiore a quella americana; è tributaria degli Stati Uniti per «ogni sorta di rifornimenti. Di fronte a questa tremenda inferiorità sul terreno della realtà, ci vuole altro che l'oratoria di Churchill e lo stile di Eden a tener fronte ai due famelici imperialismi alleati. In queste condizioni, mentre tutti attendono dagli uomini di Ccvcrno inglesi una parola che valga a dimostrare che il leone britannico ha ancora unghie e denti. Churchill non ha trovato di meglio che farsi accompagnare da Eisenhower in una base di truppe americane in Inghilterra per tener loro un discorsetto d'amicizia e d'incoraggiamento. Il Premier ha « ringraziato il cielo » che i soldati statunitensi fossero sul suolo inglese ed ha promesso loro che la grande avventura del secondo fronte avrà inizio ben presto. Se anche il Primo Ministro inglese <t ringrazia il cielo » per l'invasione americana del sue Paese non c'è più nulla da dire. * Fesso e contento » s'i direbbe in Italia.