A Londra si chiedono le dimissioni di Eden

A Londra si chiedono le dimissioni di Eden Atmosfera di dramma nella politica inglese A Londra si chiedono le dimissioni di Eden // Ministro degli Esteri reso responsabile dei continui scacchi subiti dai britannici di fronte a Mosca e a Washington Lisbona, 22 marzo. Tutte le notizie da Londra concorrono nell'accentuare sempre più l'impressione che un'autentica situazione drammatica si stia colà creando di fronte ai continui scacchi politici ed all'asservimento britannico alle decisioni di Mosca. Negli ambienti politici della capitale britannica si dichiara, secondo i dispacci pervenuti stamane, che il prestigio del Ministro degli Esteri Eden, messo a dura prova nelle scorse settimane, -non si è più rafforzato e che, da qualche tempo a questa parte, la sua posizione, fortissima all'epoca della conferenza di Mosca, è stata influenzata dal fallimento della politica estera della Gran Bretagna. I sostenitori di Eden hanno ripetutamente controbatttito le critiche degli avversari, sostenendo che non è possibile ad un Ministro degli Esteri applicare una sua politica estera personale con un Primo Ministro ostinato e testardo come Churchill, ma, ciò non ostante, le critiche all'opera di Eden sono sempre più aumentate e, specialmente in seno al partito conservatore, si sono levate voci autorevoli che reclamano un cambiamento a Downing Street, - Finora i più aspri attacchi contro il ministro degli Esteri sono stati, lanciati dal Daily Mail il quale oggi ha affermato che « in questi ultimi tempi è stata rotta molta porcellana diplomatica » e che « molta di essa, forse, è stata rotta dietro la schiena di Eden, dal Cremlino o dal Governo di Washington ma il rimanente si è rotto nelle sue mani ». « Non è una parte conveniente o ada.tta per un ministro degli Esteri britannico — continua il giornale — quella di rimanere con le braccia incrociate ed inoperoso. Attualmente la situazione è che Mosca e Washington suonano ognuno una melodia differen te, mentre Londra solfeggia debolmente il ritornello ». Il Daily Mail chiude il suo arti- colo chiedendo che « se Eden non può rappresentare netta-mente e chiaramente la Gran Bretagna, lasci il posto ad un altro che sia. capace più di lui » Il periodico londinese Free Europe (Libera Eifropa), intanto, ha aperto una discussione sulla reale situazione della Gran Bretagna ed uno dei più noti giornalisti di Londra, George Glasgow, che è redattore diplomatico del/'Ofoseruer e che in tale qualità ha anche collaborato al Manchester Guardian, vi ha partecipato con un articolo sulle conseguenze della politica britannica che è il più pessimistico fra quelli sinora pubblicati. Glasgow dichiara che i ^diabolici metodi di propaganda del Governo^ ingannano bene l'uomo della strada sugli avvenimenti nell'Unione sovietica ed in Jugoslavia. « Il fine delia Gran Bretagna è la disfatta della Germania e per questo proposito essa sacrifica tutte le altre considerazioni. La vita delle famiglie è stata sacrificata, i fanciulli vengono allontanati dalla religione e crescono ignoranti ed indisciplinati. La moralità e la salute precipitano ed il sacrificio della Polonia è solo I una. nincola nnrtp dpi ?iran- una piccola parte dei gigan teschi sacrifici in campo politico. Il prezzo che deve essere pagato per battere la Germania è costituito dai Balcani, dalla Polonia, dalla Jugoslavia e dalla Grecia. Le raffinate menzogne della propaganda sovietica vengono già ora ripetute senza esitazione dal servizio di informazioni inglese ». Concludendo, Glasgow chiede al popolo inglese: « Non siamo stufi di morire per questi' idioti eccessi di guerre ripetute che tornano a scorno del vincitore, che rovinano il vincitore ed il vinto e che non risolvono nessun problema, ma anzi ne creano sempre dei nuovi? ». Negli ambienti politici portoghesi, frattanto, si sottolinea che, durante queste ultime settimane, si è constatato un progressivo declino della considerazione di cui godeva la Gran Bretagna nel mondo. Non solo è stata scossa, dal punto di vista militare, la fiducia nell'efficacia delle armi inglesi, 'soprattutto coll'arresto forzato della campagna d'Italia e dopo che l'invasione dell' Europa, pomposamente annunciata, non si è ancora avverata, ma anche dal punto di vista diplomatico, in quanto che l'Inghilterra ha dovuto incassare una disfatta dopo l'altra. Non solo le manovre di minaccia inscenate contro la Spagna e l'Irlanda non hanno ottenuto alcun successo, ma non è stato neanche possibile di indurre la Turchia ad abbandonare la sua politica di stretta neutralità. Anche in America meridionale la politica inglese, unitamente a quella nordamericana, ha su Ibìto una. sconfitta indiscuti ! bile. Lo stesso si può dire dei | ia politica britannica nei ri guardi della Finlandia che nessun politico inglese ha potuto indurre ad accettare le proposte sovietiche. Un'altra prova delle continue sconfitte subite dalla politica britannica consiste — secondo quanto si sottolinea a Lisbona — nella decisione presa di consegnare all'Unione sovietica una parte della flotta italiana. Dopo che questa decisione è stata annunciata, anche i più convinti amici della Gran Bretagna non hanno potuto mettere in dubbio che. in seno alla coalizione « dei grandi quattro », una sola volontà è decisiva, quella di Stalin. Nel caso esistessero ancora dei dubbi, il tradimento contro la Polonia servirebbe a farli svanire,

Persone citate: Churchill, George Glasgow, Stalin