Un'altra nota provocatoria di Washington a Dublino

Un'altra nota provocatoria di Washington a Dublino \\ ricatto americano all'Irlanda Un'altra nota provoctoria di Washington a Dublinot Tutto il popolo dell'Eire solidale con De Valera nella reazione alla sopraffazione anglo-americana Una tagliente risposta dell'ambasciatore Brennan Stoccolma, 13 marzo. Profonda impressione ha destato lo scambio di note fra gli Stati Uniti e l'Eire sulla neutralità irlandese. Mentre i giornali notoriamente asserviti alla propaganda anglosassone si limitano a dare la notizia senza commentarla, non osando evidentemente affrontare una tesi cesi ingiusta e sopraffatoria come quella contenuta nella Nota di Stettinius, la stampa indipendente definisce senz'altro con la parola « ricatto » l'azione di Washington ed esalta senza riserve la ferma risposta del Presidente De Valera. Questi giornali fanno rilevare che l'aftione ricattatoria, provocatoria e minatoria anglo-americana, dopo essersi rivolta contiro il Portogallo, la Spagna, l'Argentina, la Finlandia e la Turchia, punta oggi anche contro l'Irlanda, minacciando questo Paese di troncare ogni rifornimento di viveri e materie prime, qualora Dublino non rompa i rapporti diplomatici con l'Asse e con Tokio. Washington e Londra, nonostante le reazioni incontrate specialmente a Madrid e ad Ankara, continuano nella loro politica di prepotenza, svelando sempre di più ì loro propositi Imperialistici ed il dispregio per l'indipendenza e la libertà degli Stati minori e dei neutrali. Secondo quanto si apprende da Dublino, intanto, il rifiuto del Governo irlandese di rompere le relazioni diplomatiche con la Germania ed i suoi alleati viene pienamente appro ltvsspnn, | vato dall'intera stampa tartan- dese. ttlrish Indipendente, adjesempio, sottolinea che il ri- fiuto opposto da De Valera ! .| 'alla Nota di Washington ha trovato l'approvazione dell'intera nazione irlandese la quale è determinata a mantenere la sua neutralità, qualunque siano le circostanze che possono presentarsi, mentre, ì'Irish Press loda il fermo atteggiamento di De Valera e rileva che « il rigetto delle richieste di Washington è in pieno accordo con i desideri di tutta la nazione irlandese ». Anche Monsignor Callaghan, vescovo cattolico di Clones, ha approvato la risposta di De Valera. Il vescovo ha dichiarato che De Valera ha dato una risposta ragionevole e saggia da vero uno di Stato, ri- sposta approvata da tutto il paese. «Nell'avvenire — ha'concluso Monsignor Callaghan■ L'Eire dovrà vivere con le| sue proprie risorse e disporre; con cautela degli articoli ài-prima necessità, perchè rap- provvigionamento all'estero di-Lviene sempre più difficile d mano in mano che la situalo- ne della navigazione diventa {o.iYin» nifi n?pr»riB » W^iSSon Mrte sua '.Washington, per pane sua,:continua nel suo attegeriamen to dì ostilità all'Eire. Una no tizia Rexfer da Washington dice, infatti, che il Dipartimento di Stato ha pubblicato ieri sera una Nota che Roosevelt ha indirizzato al Governo dell'Irlanda il 26 febbraio 1942 e che ha per scopo principale di assicurare a De Valera che le truppe americane che si trovano sulle isole britanniche costituiscono «• una protezione per l'Irlanda *. « Questa nota — aggiunge la Rentier — è stata ora pubblicata al fine di precisare Io stato delle relazioni fra l'Irlanda e l'America ». Non v'è che una cosa da dire: alla larga dai protettori! IMa non basta. Ancora la Reuter annunzia che, oltre al-1 la Nota del Dipartimento di Stato del febbraio 1942, è stato pubblicato t'eri a Washington il testo di un'altra nota del 6 gennaio 1944 indirizzata al Governo irlandese. In essa vengono chiariti i motivi per cui la richiesta circa la cessione di una nave commerciale americana di 8 mila tonnellate all'Irlanda è stata respinta. La ragione, secondo quanto dice Washington, si trova nel fatto che alcune navi messe precedentemente a disposizione dell'Irlanda sono state « probabilmente distrutte da sottomarini dell'Asse » e che il Governo irlandese non ha intrapreso nessun passo in seguito a ciò. A proposito di questa Nota l'ambasciatore irlandese Brennan, ha però dichiarato che non è stata avanzata nessuna protesta perchè non esisteva nessun elemento positivo che provasse le accuse americane. Al proposito egli ha dichiarato che si trattava della nave Hearloque la quale era stata oggetto di attacchi aerei effettuati con le armi di bordo. « Sarebbe stato ridicolo — ha detto Brennan — protestare contro ciò, poiché più tardi è stato dimostrato che l'aereo in questione era di nazionalità britannica. Anche il governo britannico ha confessato questo fatto *. Botta e risposta, dunque, tra Washington e Dublino e, a quanto può dirsi la secca dichiarazione di Brennan, non , sono gli argomenti quelh che | mancano agli irlandesi. E neppure il coraggio. De Valera, liei suo fermo atteggiamento jsa di avere dietro di sè la so lidarie'tà di tutto il suo popolo ! e l'approvazione delle migliaia di martiri caduti per liberare l'Eire dalla tirannia anglosassone che ora, facendo agire gli .americani, tenta di riagguan| ture il dominio perduto. A me'no che Roosevelt non agisca per conto proprio e non tenti il colpo di piantare la bandiera americana in casa, o quasi, dell'alleato inglese.