Gelsi, seta, oro

Gelsi, seta, oro Gelsi, seta, oro Non sono ancora passati trent'anni da quando si definiva il gelso l'albero dall'ombra d'oro e la bachicoltura la miniera aurifera. Ancora quindici anni or sono l'Italia ricavava oltre 2 miliardi di lire (di allora) esportando seta greggia e cascami seta; e coi filati, i tessuti, le maglie, ecc. La seta prodotta dai bachi da noi allevati rappresentava più di un sesto del valore dell intera nostra esportazione. Per oltre un sessennio, dal 1925, la produzione media di bozzoli fu di 50 milioni di chili, nel 1930 arrivò a quasi 51 milioni. Poi... venne decadendo al 35 milioni di chili; nel 1936 al 32 milioni per precipitare nel 1938 a poco meno di 20 milioni. L'Italia resta ugualmente, è vero, il primo paese d'Europa per produzione di bozzoli; ma è un magro vanto se delle 600 mila famiglie che allevavano bachi moltissime si vanno disamorando da questa non grave fatica, e se i 101 milioni di piante di gelso che abbiamo restano in gran parte inutilizzate o, quel che è peggio per l'avvenire, cadono in questi ultimi mesi sempre in maggior misura sotto l'accetta del bisognoso di legna da bruciare e dell'esosa speculazione. Fa gran pena, infatti, vedere lungo le strade e in mezzo ai campi, capitozzare in modo barbaro floridi gelsi, o, qua e là, abbatterne di grossi e ancora ben produttivi. E' un capitale che si distrugge: un capitale che non si improvvisa e che potrebbe essere ben prezioso nel dopoguerra quando riprenderà in pieno la richiesta di seta. Ma già adesso si devono dare alla seta attenzioni che saranno largamente rimunerate. Un tempo non era certo l'Italia che poteva dire alta la sua Earnia in materia di prezzi, a seta era prodotto caratteristico dell'Asia che forniva il 94 per cento del prodotto mondiale. Oggi le comunicazioni con l'Asia sono... quel che sono, e, d'altra parte, lo stesso Giappone, che arrivava a produrre i 500 milioni dl chili di bozzoli, si è ridotto alla metà. Una richiesta molto forte di seta viene ora dalla Germania. Bisogna riprendere amore all'allevamento dei bachi da seta. E3so rimane sempre lavoro da donne, delle brave donne campagnole che sono aiutate dagli uomini solo per poco più di una settimana. Vero che nel breve periodo dedicato all'allevamento vi sono altri lavori in campagna, ma se le donne delle Provincie del Friuli e di Treviso continuano invariabilmente a prodigarsi in questo allevamento, rlon si vede ragione perchè le altre di regioni diverse non le possano imitare. Del resto non è detto che la bachicoltura debba essere soltanto specifica degli agricoltori. Bisogna tornare, anzi, agli altri allevamenti domestici quali si avevano in passato da parte di artigiani, falegnami, fabbri, sarti, barbieri... Nè il seme di bachi nè la foglia di gelso mancano. L'importante è che il prezzo sia adeguato ai tempi e ai mercati. Non è assolutamente possibile che gli allevamenti bacologici siano incoraggiati e sostenuti cf)l prezzo di 25 lire per chilo di bozzoli freschi! Se si dovesse insistere su questo prezzo gli allevamenti decadrebbero ancora o si ridurrebbero quasi al nulla. La grande molla stimolatrice è sempre la convenienza economica. Ora, le £5 lire non sono al livello dell'aumentato costo della vita e dei prezzi delle altre merci. Lo scorso anno si è visto: già allora il prezzo era poco conveniente e la produzione non fu quale poteva essere, e moltissima foglia rimase sui gelsi. Con soddisfazione si è letto che tempo fa i rappresentanti del Commissariato germanico per l'Alto Adriatico riuniti coi rappresentanti delle organizzazioni agricole e sericole del Friuli riconobbero fondate le ragioni per elevare di parecchio il prezzo dei bozzoli se si vuole davvero incoraggiare un più intenso allevamento. Si parla ora di 60 lire il chi{o e forse di più. E' bene che l'arn» bicnte agricolo sia informato in materia il più presto, onde si maturi il proposito di accrescere la produzione serica utilizzando quanto più e meglio si possa la ricca provvista di gelsi che abbiamo, e si spinga agli accorgimenti tecnici atti ad elevare ancora la resa unitaria dell'oncia di seme a quei ©0 e 95 chili di bozzoli che sempre sanno ottenere i bravi trevigiani e friulani. E' un non trascurabile problema che si inserisce in quelli ponderosi della nostra economia produttiva. Arturo Marescalchi % * ■m

Persone citate: Arturo Marescalchi, Gelsi