Si attendono le dichiarazioni di Saragioglu e Menemengioglu

Si attendono le dichiarazioni di Saragioglu e Menemengioglu La polemica anglo - turca Si attendono le dichiarazioni di Saragioglu e Menemengioglu Scrive un giornale di Ankara: "Se dovremo batterci per la nostra libertà, sapremo farlo anche con i coltelli „ L'azione di Mosca in netto contrasto con Londra Ankara, 6 marzo. Da tensione dei rapporti anglo-turchi, quale è stata provocata dai noti provvedimenti Inglesi di sospensione delle forniture alla Turchia di materiale bellico e di petrolio e quale risulta dall'aspra polemica in corso fra i giornali di Ankara e quelli di Londra, è oggi più che mai discussa, sia negli ambienti politici che dall'uomo della strada. Siamo, Infatti, nell'imminenza delle prime dichiarazioni ufficiali del Governo di Ankara, Fi «ora Londra e, accodandosi, Washington hanno preso delle misure ed i giornali si sono azzuffati, ma gli uomini politici turchi hanno taciuto. Ora, invece, come è stato annunciato, Saragioglu e Menemengioglu stanno per fare delle dichiarazioni ufficiali sull'ai'gomiento. entrambi riferiranno sui rapporti angloturchi certamente domani, martedì, alla riunione del partito di Governo, e non è improbabile che già oggi Saragioglu colga l'occasione della discussione parlamentare del bilancio per occuparsi della situatone. Le parole del Primo Ministro e del Ministro degli Este- ri sono attese con giustificabile interesse e con comprensibile .ansia. Saragioglu potrà lumeggiare gli aspetti della tensione, mentre Menemengioglu, che fu presente ai colloquii del Cairo fra il Presidente Ineonu, Churchill e Roosevelt e che, in quell'occasione ebbe conversazioni con Eden, potrà dire quali modificazioni da fatto sono da allora intervenute nei rapporti con Londra e con Washington. I più autorevoli commentatori politici mettono, però in guardia l'opinione pubblica dall' attendersi dichiarazioni sensazionali. Come è noto e come è provato da molte esperienze, i capi della politica turca sono molto prudenti nelle loro manifestazioni ed è assai improbabile che, anche in quest'occasione, essi si sbilancino e si lascino trascinare dall'atmosfera polemica a dichiarazioni eccessive. E', però, certo che le parole di Saragioglu e di Menemengioglu porteranno un notevole contributo di chiarificazione all'acuto momento politico. Continua, intanto, ad essere molto commentato l'aspro in tervento nella polemica del re dattore-capo del Vatan, il noto giornalista K. M. Arman, che, §rendendosi per i denti con lo cotsman, oltre a quanto già trasmessovi, ha scritto frasi di questo genere: «L'Inghilterra, quando tratta con noi, crede ancora di aver a che fare col popolo dei visir, ma si accorgerà di quanto è nel falso » « La lotta che si minaccia di scatenarci contro è per lo menò poco onesta », « Per quanto riguarda la sospensione dell'invio di materiale bellico, si sappia che noi non cambleremo strada per tutto il mate riale del mondo intero; noi abbiamo già dimostrato a tutti che, quando si tratta di battersi per la nostra libertà e la nostra indipendenza, noi sappiamo farlo benissimo anche con i coltelli », « Per quanto riguarda la minaccia di impedirci di sedere al tavolo della pace, questa non è una minaccia che ci spaventi. Se la conferenza che segnala la fine del conflitto avrà per vero scopo la salvaguardia degli alti valori morali del mondo, se si dimostra di essersi liberati di ogni velleità di conqui sta e di' ogni spirito di parte, allora noi avremo certamente il nostro posto al tavolo della pace. Ma se il tappeto verde sarà quello di un tavolo di briganti, noi non vogliamo nessun posto ». In parecchi ambienti, intanto, si sottolinea che all'atteggiamento provocatorio e minatorio di Londra e di Wash ington verso Ankara fa " riscontro un significativo riserbo da parte di Mosca. Si afferma, anzi, da fonti molto bene informate che Vlnogradof, ambasciatore sovietico in Turchia, non si sia peritato di far conoscere che il Cremlino non ha alcun interesse nel veder intervenire la Turchia, tanto più che l'eventuale sua partecipazione al conflitto non potrebbe avere sbocchi che nei Balcani, cioè in un settore In cui Mosca fa chiaramente capire ad ogni pie sospinto non volere intrusioni di sorta, nep pure da parte amica. Anche in questo caso, dunque, le direttive politiche di Downing Street e della Casa Bianca si trovano in netto contrasto con quelle del Cremlino. Come conclusione di queste note, vi diremo che un certo interesse viene in questi giorni rivolto alla Bulgaria anche essa fatta segno ad ogni sorta di pressioni da parte angloamericana, onde "costringerla ad allontanarsi dalla Germania. Contro Sofia viene scatenata un'autentica guerra dei nervi ed oggi il corrispondente dal Cairo del Times ha addirittura telegrafato al suo giornale che la Bulgaria sarebbe « propensa a diventare cobelligerante degli angloamericani, a patto che le fosse concesso di conservare il possesso dei territori occupati con l'aiuto dei tedeschi ». Il corrispondente, prudentemente, conclude dicendo che difficilmente queste condizioni potrebbero essere accettate da Londra e Washington ». Pare un po' la storia della volpe e dell'uva... *

Persone citate: Churchill, Roosevelt