Il tradimento ai patti firmati sistema-base della politica di Mosca

Il tradimento ai patti firmati sistema-base della politica di Mosca Da UTauyaKovic a Molotov Il tradimento ai patti firmati sistema-base della politica di Mosca Berlino, 4 marzo. La Berliner Boersen Zeitung ed il Berliner Lokal Anzeiger li occupano del sistema di tradimenti ai patti firmati seguito dai sovietici, sistema che per la politica bolscevica non è che il mezzo per arrivare allo scopo desiderato. Mosca si impegna sulla carta solo come tattica, salvo, poi, a buttare a mare gli impegni nel momento in cui stima di dover cambiare rotta. La Berliner Boersen Zeitung ricorda la tesi sovietica lanciata da Stalin e resa nota in una serie di conferenze intitolate « strategia e tecnica », secondo cui ogni mezzo, senza eccezione, è permesso per raggiungere uno scopo politico. Nei rapporti scritti nel gennaio e nel marzo 1933 relativamente a dichiarazioni fatte dal segretario del partito co munista, Kaganovfc, e dalla signora Kolontay, il ministro di Francia a Stoccolma aveva scritto che per il partito comunista l'obiettivo è e sarà sempre la rivoluzione mondiale. Davanti ai membri dell'ufficio politico, Kaganovic aveva dichiarato : « Compagni, non crediate che noi annettiamo un'importanza qualsiasi a dei pezzi di carta, a degli accordi ai trattati ed agli impegni » Davanti ad un uditorio riunito nella sede della Legazione so vietica di Stoccolma, il 30 dicembre 1932, la signora Kolontay ha dichiarato : « Non bisogna mai dimenticare che il governo sovietico non ha mai riconosciuto come valevoli dei documenti che contengono degli impegni internazionali ». « Tutti i paesi che hanno avuto, o che hanno, relazioni con i soviet! — dichiara la Boersen Zeitung — hanno dosubire delle simili espe vuto subire delle si rienze sulla fedeltà ai trattati -i -HUnione Sovietica ». I In quest'ordine di idee, il S'ornale ricorda la Finlandia, quale, malgrado le assicurazioni datele da Lenin, è poi stata attaccata dalle truppe bolsceviche nel 1939 e che, dopo il patto di non aggressione, si è vista applicare da Mosca una politica di vero strangolamento. La Boersen Zeitung ricorda ancora i Paesi baltici ai quali Mosca aveva riconosciuto il diritto di decidere di se.stessi ed ai quali aveva promesso, in solenni trattati, di astenersi da ogni inframmettenza; ebbene questi Paesi hanno dovuto pagare la loro credulità colla perdita di centinaia di migliaia'di persone. Anche la Polonia, che aveva un trattato di non aggressione coi sovieti, è citata dal giornale come un esempio, soprattutto per i diecimila ufficiali polacchi uccisi nelle vicinanze di Catin con un colpo di rivoltella nella nuca. " - Sullo stesso tema, VAngrif] scrive che, quando Molotov ha soggiornato a Berlino nel novembre del 1940, i tedeschi hanno avuto una netta visione delle pretese sovietiche per quanto riguarda la loro potenza politica. Molotov aveva allora domandato alla Germania il permesso di annettere la Finlandia, di avanzare nei Balcani, particolarmente in Bulgaria, e di stabilire la dominazione sovietica sui Dardanelli. Il FUhrer ha rifiutato. Secondo i trattati che l'Unione sovietica aveva firmato con i Paesi sui quali essa voleva stendere la mano, Mosca non aveva il diritto di fare, a mezzo di Molotov, simili domande alla Germania, ma essa credeva che fosse giunta l'ora di poter calpestare tutti i trattati conclusi coi suoi vicini. « La diplomazia sovietica — conclude il giornale — agisce secondo il motto « il miele attira l'orso » e, quando tiene la vittima nelle sue mani, ritiene sia giunta l'ora di sgozzarla ».

Persone citate: Kaganovic, Lenin, Molotov, Stalin